San Pier Damiano Hospital / 30 dicembre 2015

A San Pier Damiano Hospital rivoluzionario impiego della terapia ipobarica

A San Pier Damiano Hospital rivoluzionario impiego della terapia ipobarica
Utilizzata generalmente per il trattamento di ferite infette, la terapia ipobarica è stata adottata per intervenire su una fistola enterocutanea di una giovane paziente senza dover ricorrere alla sala operatoria che l’avrebbe costretta alla nutrizione artificiale a vita.

E’ successo, per la prima volta all’interno dell' ospedale GVM San Pier Damiano Hospital di Faenza (Ra), dove l’equipe di Chirurgia dell’apparato digerente coordinata dal dott. Filippo Pierangeli ha trattato con una procedura non convenzionale Marta, una paziente di 34 anni affetta dal Morbo di Crohn e reduce da quindici interventi chirurgici, tra cui l’asportazione del colon e un’anastomosi del retto, per complicanze post-operatorie e non a causa della patologia di cui soffre.

Una vicenda contraddistinta da tanti problemi per un complesso quadro clinico: all’ospedale GVM di Faenza le viene diagnosticata un’occlusione intestinale, aggravata dalla presenza di una contaminazione batterica, da un restringimento tra ilio e retto e da una fistola (tunnel anomalo).

Nutrita per via endovena il team di chirurghi che la opera elimina la congiunzione tra ilio e retto, un tratto d’intestino tenue lungo 25 centimetri e praticano un’ileostomia, con la speranza di vederla migliorare.

“Purtroppo – spiega il dott. Pierangeli – le complicanze hanno nuovamente aggravato la situazione. Fino al momento in cui sulla superficie anteriore dell’addome si è aperta una fistola enterocutanea: bypassando l’ileostomia provocava la fuoriuscita di feci e materiale cellulare disgregato.  Ricorrere ancora alla chirurgia avrebbe voluto dire asportare l’intestino rimasto e condannare la ragazza all’alimentazione parenterale a vita, rischi inclusi”.

Questa la situazione che spinge i medici che la seguono a decidere di sfruttare la terapia ipobarica, conosciuta anche come VAC Therapy, procedura che facilita l’ossigenazione dei tessuti solitamente impiegata nel trattamento di ferite infette. L’aspirazione dell’area del basso addome ha fornito ottimi risultati: la fistola a dispersione totale si è ridotta a fistola a bassa dispersione favorendo anche il ripristino del transito intestinale attraverso l’ileostomia.  La pompa a batteria ora indossata dalla paziente le consente di muoversi in casa e in ospedale in maniera agevole migliorando considerevolmente la sua qualità di vita. 

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