Anthea Hospital - Bari / 05 aprile 2016

Allergie: fiori e pollini nell’aria causano l’aumento dei disturbi stagionali

Allergie: fiori e pollini nell’aria causano l’aumento dei disturbi stagionali
E’ tempo di allergie. L’arrivo della primavera porta con sé una maggiore quantità di pollini nell’aria che – complici le alte temperature – contribuiscono a scatenare reazioni allergiche. I pollini- simili a granelli invisibili ad occhio nudo – vengono liberati dalle piante che fioriscono nella stagione primaverile e si diffondono a dismisura nell’aria. Come difendersi? E quali rimedi adottare?

Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Maddalena Vacca, responsabile del servizio di Allergologia di Anthea Hospital di Bari, ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research.
Le allergie respiratorie ossia rinite congiuntivite e asma allergica si distinguono in due categorie: le allergie perenni che danno sintomi per tutto l’anno e sono quelle legate agli acari della polvere, al pelo del gatto e al pelo del cane; e le allergie stagionali che invece dipendono dai pollini, molto diffusi in primavera e che per un fatto climatico persistono  soprattutto ma non sempre da marzo a giugno. I disagi per le persone allergiche si attenuano solo nelle giornate di pioggia.

Quali sono i sintomi che caratterizzano le allergie stagionali?
“I sintomi delle classiche e ricorrenti allergie di primavera sono: il naso chiuso o che gocciola acqua, gli starnuti, il prurito nasale a cui si possono accompagnare sintomi oculari come rossore, fastidio e lacrimazione e ancora prurito in gola e prurito canale auricolare. In alcuni casi si può avere chiusura dei bronchi con difficoltà respiratorie e tosse.  Il problema più grande degli ultimi anni sono state le molte impollinazioni impreviste per cui i pazienti allergici hanno avuto più difficoltà  e noi come allergologi nell’individuare la reale allergia”.

Come si può diagnosticare un’allergia?
“Prima di ogni altra cosa viene l’anamnesi: è fondamentale ricostruire la storia del paziente  e ascoltarlo nella descrizione dei sintomi e di tutte le manifestazioni allergiche. In un secondo momento si procede ai prik test,  punturine contenenti estratto allergenico che vengono fatte sulle braccia per vedere come reagisce il corpo. Esistono poi esami sul sangue ancora più specifici a cui si ricorre quando i risultati non coincidono con i sintomi del paziente”.

Ci sono fasce di età o pazienti più a rischio?
“Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un aumento delle allergie sia negli adulti che nei bambini, forse causate dai cambiamenti climatici. Le persone che soffrono di asma sono senza dubbio più esposte di altre ad aver maggiori problemi, specie in primavera.

Quali sono i trattamenti terapeutici più adatti?
“Possiamo avere terapie di tipo sintomatico, come spray nasali, colliri e antistaminici che curano il sintomo e le immunoterapie specifiche come i vaccini che risolvono il problema alla radice. Sono  terapie impegnative ma risolutive e gli effetti perdurano anche dopo  il ciclo vaccinico che dura dai 3 ai  5 anni. Non ci sono controindicazioni, tutti possono seguire queste terapie, tranne quanti sono colpiti da patologie autoimmuni preesistenti”.

In che cosa consiste la immunoterapia?
“Il paziente allergico sviluppa anticorpi nei confronti di un allergene, responsabile dei sintomi. Per trattare l’allergia  si somministra al paziente o attraverso delle punture o attraverso una somministrazione sublinguale tanto allergene tale da obbligare l’organismo a tollerarlo. Lo si fa a dosaggio crescente, si parte da dosi più basse fino a quelle più alte e di mantenimento per i cinque anni di terapia. Non sono farmaci, ma prodotti naturali”.

Importante adottare anche comportamenti preventivi. Quali?
“Mancata esposizione, bonifica ambientale e un consulto medico. Chi è allergico ai pollini è bene che non viva in campagna e che eviti qualunque contatto con le piante. A chi soffre in presenza degli acari della polvere, è consigliato di non tenere in casa tappeti nè peluche. Lo stesso vale per gli allergici ai peli di gatti e cane: meglio non avere contatti con gli animali per evitare reazioni fastidiose. Ai primi sintomi è bene rivolgersi a centri specializzati che possono rintracciare subito l’origine della allergia e indicare il migliore trattamento terapeutico”. 

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