Come si proteggono gli occhi in estate

Come si proteggono gli occhi in estate
Non solo pelle e capelli, d’estate anche gli occhi hanno bisogno di tanta protezione, quando sono esposti ad agenti esterni come acqua, sabbia, caldo e raggi UV.  Sono tutte situazioni nelle quali gli occhi e, quindi in generale, la nostra vista può incorrere in rischi di salute.

Abbiamo chiesto al dottor Scipione Rossi, Oculista dell'Ospedale San Carlo di Nancy a Roma quali rimedi adottare per proteggere la vista durante la stagione estiva.
 
Dottor Rossi, cosa bisogna fare per evitare problemi agli occhi mentre ci esponiamo al sole?

“L’esposizione al sole non può avvenire senza adeguate protezioni. Il rischio, in caso contrario, è quello della cherato congiuntivite attinica, un’infiammazione acuta che colpisce sia la congiuntiva – la membrana mucosa che unisce la superficie interna delle palpebre e quella anteriore del bulbo oculare - sia la cornea, e che si manifesta con sintomi quali lacrimazione, dolore, gonfiore alle palpebre, vista annebbiata. Il primo passo per proteggere gli occhi dal sole sia al mare che in montagna è quello di indossare occhiali scuri dotati di filtri a norma di legge. In particolare, gli occhiali da sole avvolgenti sono quelli che meglio proteggono gli occhi perché bloccano i raggi nocivi provenienti anche lateralmente. Se si fissa troppo a lungo il sole si rischia una “maculopatia fototraumatica” che può generare una cicatrice sulla retina nella zona maculare. Le conseguenze possono essere anche molto gravi, con perdita temporanea o permanente della visione centrale o di una parte di essa”.

Quali sono i possibili danni dei raggi ultravioletti agli occhi?

“I raggi ultravioletti possono concorrere a provocare lesioni tumorali della pelle intorno alle palpebre e della congiuntiva sia di natura benigna che maligna (come il melanoma). Ma tutto l’occhio può essere interessato: i fotoni visibili violetti e blu, insieme ai raggi UVA, sono pericolosi soprattutto per la retina, mentre il cristallino e la cornea sono particolarmente sensibili ai raggi UVC. La cornea fa da primo filtro per le radiazioni luminose ed è, quindi, la prima struttura ad essere danneggiata da un’eccessiva esposizione. L’assorbimento delle radiazioni solari, col passare degli anni potrebbe danneggiare anche  il cristallino (secondo alcuni studi) causando la perdita della trasparenza (cataratta), con conseguente indebolimento della vista; in questo caso, tuttavia, il cristallino opacizzato si può sostituire con un cristallino artificiale con un’operazione chirurgica di routine”.

Per chi porta le lenti a contatto ci sono contromisure particolari al mare?

“È certamente preferibile fare il bagno in mare o in piscina senza lenti a contatto; se però non se ne facesse a meno, andrebbero messe nel liquido subito dopo il bagno. Quelle giornaliere, invece, vanno subito buttate dopo il contatto con l’acqua. Bisogna inoltre evitare di addormentarsi con le lenti a contatto, soprattutto se si è al sole, e stare attenti che la sabbia non finisca negli occhi. Le lacrime artificiali devono essere utilizzate più spesso quando si portano le lenti a contatto perché l’occhio tende a seccarsi, soprattutto se fa caldo”. 

Quali sono allora le regole generali da seguire?

“Se la sabbia entra negli occhi risciacquare abbondantemente con acqua dolce senza strofinarsi gli occhi. Evitare di esporsi al sole e fare i bagni in mare o in piscina in presenza di infezioni o di infiammazioni oculari e, se si assumono farmaci, consultare il medico. Alcune medicine (in particolare alcuni antibiotici) possono provocare reazioni indesiderate alla luce del sole o rendere la cute più sensibile ai raggi solari. Qualora compaiano fastidi – quali bruciore, rossore e visione offuscata, macchie scure sulla parte bianca del bulbo (simili a nei) – è consigliabile recarsi dall’oculista che, una volta accertata la diagnosi, prescriverà la terapia idonea. E’ infine preferibile evitare “il fai da te” e non ricorrere a prodotti senza cognizione di causa perché, in presenza di una cheratocongiuntivite l’uso di un collirio sbagliato potrebbe persino peggiorare il quadro clinico”.

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