La Risonanza Magnetica Multiparametrica della prostata è oggi metodica diagnostica di Radiologia maggiormente
affidabile nella identificazione del
tumore alla prostata. L'esame viene definito multiparametrico in quanto vengono acquisiti molteplici parametri: morfologia, perfusione ematica, densità cellulare e metabolismo. L'esame prevede l'utilizzo di
apparecchiature di ultima generazione ad alto campo, una specifica dotazione hardware e software e, al fine di ottenere il miglior dettaglio possibile.
La risonanza magnetica prostatica multiparametrica non prevede l'impiego di radiazioni ionizzanti ma si basa sul principio della
radiofrequenza ed è pertanto da considerare una
procedura non invasiva. L'acquisizione delle immagini si esegue mediante la combinazione di due antenne (bobine) e di una bobina endorettale, con posizionamento di una bobina di superficie ed endocavitaria rispettivamente sull’addome inferiore ed all’interno dell’ampolla rettale.
Prima di sottoporsi alla risonanza, vengono in genere prescritte analisi di laboratorio relativi alla
funzionalità renale (creatininemia, filtrato glomerulare) perchè si tratta di un esame con mezzo di contrasto e il dosaggio di questo valore del sangue permette di verificare la buona funzionalità dei reni e quindi escludere possibili controindicazioni. Al paziente viene inoltre consigliata una
dieta priva di scorie 2 giorni prima ed eseguito un
clistere di pulizia, almeno 2 ore prima dell’esame, per garantire la pervietà dell’ampolla rettale in previsione del posizionamento di bobina endocavitaria. L'esame
non ha controindicazioni particolari ma è sconsigliato in pazienti affetti da insufficienza renale severa e ai portatori di pace-maker e clip vascolari metalliche.
La risonanza magnetica della prostata può essere oggi utilizzata per studiare i pazienti con PSA (enzima prodotto dalla prostata) alterato e per identificare i casi da sottoporre a biopsia, evitando procedure invasive non indicate. In caso di biopsie negative, l'esame di risonanza magnetica va a valutare l'estensione del tumore per determinare la migliore tipologia di trattamento e a individuare l'eventuale presenza di recidive in caso di rialzo del PSA dopo trattamento chirurgico, radioterapico o farmacologico.
Per maggiori informazioni contattata Ospedale Santa Maria