Chirurgia oncologica mininvasiva salva manager di Bari da carcinoma a colon retto. L'intervista al Prof. Giuseppe Piccinni

Chirurgia oncologica mininvasiva salva manager di Bari da carcinoma a colon retto. L'intervista al Prof. Giuseppe Piccinni

L’equipe di Chirurgia generale dell’Ospedale Santa Maria di Bari – guidata dal Prof. Giuseppe Piccini ha avuto il merito di trattare in maniera tempestiva il caso di un paziente affetto da una patologia oncologica del colon, ancora nella fase iniziale, ma che si sarebbe evoluta in breve tempo in un carcinoma.

L’intervento chirurgico ha riguardato un manager bancario di 54 anni - che dopo aver tentato invano di sottoporsi ad una colonscopia per via delle lunghissime liste di attesa – si è rivolto all’Ospedale Santa Maria dove – a seguito di accertamenti diagnostici eseguiti in tempi brevi -  gli è stato riscontrato un adenoma villoso con displasia di alto grado. 
La diagnosi precoce e il trattamento chirurgico  della patologia hanno salvato l’uomo dal lungo e complesso iter delle terapie oncologiche.

Prof. Piccinni, la patologia del colon nello stadio iniziale che caratteristiche ha?
"Al paziente è stato riscontrato un adenoma villoso con displasia di alto grado del colon di destra di dimensioni tali da non permettere la resezione per via endoscopica. Quando si parla di displasia si intende il  momento in cui le cellule si stanno evolvendo in maniera anomala, cioè trasformando per dare origine al carcinoma. Per questo – trattandosi di una forma iniziale, quindi benigna, di tumore – abbiamo avviato immediatamente il paziente ad un intervento chirurgico”.

La displasia del colon dà sintomi? Come avviene la diagnosi?
"In genere il tumore del colon nello stadio iniziale non dà sintomi ben riconoscibili per questo è fondamentale la prevenzione. Il primo step per la diagnosi avviene con il test per la verifica del sangue occulto nelle feci. Ma non si può prescindere dalla colonscopia che è l’esame principale per andare a rintracciare possibili formazioni neoplastiche".

Come è intervenuto nella operazione di resezione?
"L’intervento è durato un’ora e mezza ed è stato eseguito in laparoscopia. La tecnica laparoscopica mininvasiva prevede che si entri nell’addome del paziente attraverso una telecamera la cui cannula viene posizionata in ombelico e successivamente si procede a fare altri due o tre buchini nell’addome attraverso i quali vengono inserite altre cannule per consentire il passaggio di strumenti molto piccoli funzionali ad eseguire le resezioni. Le nostre performance sono anche supportate dall’impiego di strumenti termici adatti per la riuscita ottimale della operazione".

Quali sono i vantaggi della chirurgia oncologica mininvasiva?
"La chirurgia oncologica per via mininvasiva e robotica dà al paziente una garanzia di qualità oncologica sovrapponibile a quella della chirurgia tradizionale ma, nello stesso tempo, è una chirurgia più precisa, perché il chirurgo vede da vicino le strutture, non con i 30-40 centimetri di distanza del passato, ed è quindi più agevolato nella esecuzione degli interventi. Inoltre l’approccio mininvasivo ci consente di fare chirurgia maggiore con un minor insulto chirurgico sui pazienti che non perdono sangue,  grazie anche ai tagli che sono talmente  e perfettamente regolati che l’organismo reagisce in maniera positiva. La risposta immunitaria del paziente è migliore  e la ripresa funzionale nel post operatorio, immediata." 

 

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