Clinica Santa Caterina da Siena: la videourodinamica per la diagnosi delle malattie delle vie urinarie

Clinica Santa Caterina da Siena: la videourodinamica per la diagnosi delle malattie delle vie urinarie
La videourodinamica è l'esame diagnostico più completo ed avanzato di cui oggi dispone la moderna Urologia per la diagnosi e il successivo trattamento delle disfunzioni del basso apparato urinario come l'incontinenza, la ritenzione e il dolore pelvico, anche di origine neurologica.
 
“Le malattie del sistema nervoso centrale e periferico, di tipo congenito od acquisite nel corso della vita, possono avere ripercussioni funzionali sul basso tratto urinario. Si tratta di disfunzioni che arrivano ad indurre complicanze anche molto gravi per il paziente. Occorre pertanto un preciso inquadramento clinico allo scopo d’individuare le soluzioni terapeutiche più corrette ed efficaci. L’importanza della videourodinamica - spiega il Professor Roberto Carone, Responsabile del Centro NIRIA (Neuro-Urologia, Incontinenza e Riabilitazione pelvica) della Clinica Santa Caterina da Siena - sta nella capacità di giungere a diagnosi certa laddove l’esame urodinamico semplice non è in grado di fornire allo specialista urologo informazioni sufficientemente chiare sullo stato di salute del malato. E’, infatti, l’unica metodica diagnostica in grado di associare all’esame urodinamico di base un’attenta valutazione radiologica”.
 
Come si svolge l'esame?
“Nell’esame urodinamico semplice - dice il Professor Carone - il catetere inserito in vescica ne permette il riempimento solo con acqua: una volta completata questa fase si procede alla misurazione della pressione all’interno dell’organo, dell’uretra e durante il flusso minzionale. Nell’esame videourodinamico, il riempimento vescicale si ottiene iniettando un apposito mezzo di contrasto: il risultato del test è il prodotto della lettura dei dati ricavati dal mixaggio, sullo stesso monitor, delle immagini radiologiche e dei tracciati urodinamici pressori. L’esame non è doloroso: tuttavia l’introduzione del catetere può provocare qualche piccolo fastidio al paziente”.
 
Le disfunzioni del basso apparato urinario colpiscono in percentuale pressoché identica sia i maschi che le femmine. L’incontinenza è però un disturbo a maggior prevalenza femminile. Possono avere un’origine anche in abitudini e stili di vita errati e reiterati nel tempo con radici nell’età infantile.
 
Le sindromi metaboliche influiscono sulla gravità della disfunzione?
“Certo. Le malattie con ricadute negative sulla salute dell’apparato urinario sono numerose: pesano in tal senso gli stati patologici a carico della prostata nell’uomo; la presenza di prolassi nelle donne; così come le malattie neurologiche e quelle idiopatiche, ovvero non riconducibili ad una vera e propria causa scatenante. Il trattamento terapeutico delle disfunzioni si basa su due livelli d’intervento. Il primo di natura conservativa tramite metodiche di riabilitazione e/o somministrazione di farmaci; il secondo di carattere chirurgico nei casi in cui l’opzione precedente fallisca, adottando sia tecniche a bassa invasività sia procedure a maggior complessità operatoria”.  

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