Ospedale Santa Maria - Bari / 19 febbraio 2017

Ortopedia chirurgica avanzata: all’Ospedale Santa Maria tecniche mininvasive, procedure anti-dolore e mobilizzazione precoce

Ortopedia chirurgica avanzata: all’Ospedale Santa Maria tecniche mininvasive, procedure anti-dolore e mobilizzazione precoce
L’Unità Operativa di Ortopedia dell'Ospedale Santa Maria – sotto la guida del Responsabile, il dottor Giovanni Vavalle - ha messo a punto un protocollo innovativo finalizzato ad un rapido recupero funzionale (cosiddetto “rapid recovery”) del paziente sottoposto a intervento di chirurgia protesica  di anca, ginocchio e spalla.
I risultati sono eccellenti tanto che oggi il reparto di Ortopedia di Ospedale Santa Maria ha  mostrato alti indici di efficienza in riferimento alla complessità degli interventi chirurgici eseguiti, al più breve tempo di degenza e al minor numero di complicanze peri-operatorie (pre e post intervento).
 
Per recupero rapido si intende la sintesi delle pratiche mediche più avanzate nella gestione del dolore e del controllo accurato delle eventuali complicazioni, oggi prerogativa dei migliori centri chirurgici di Nord America e Nord Europa. L’obiettivo è dimettere il paziente nel giro di pochi giorni, consentirgli di raggiungere una deambulazione autonoma dopo 2-3 giorni dall’intervento chirurgico e quindi un rapido ritorno alle attività quotidiane.
 
Il protocollo - di cui Ospedale Santa Maria è stato pioniere - coniuga l’utilizzo di tecniche chirurgiche sempre meno invasive e pertanto più rispettose dei tessuti sani, con la somministrazione di farmaci in grado di ridurre la sensibilità al dolore e con procedure anestesiologiche in grado di controllare il dolore durante e dopo l’intervento.

Questo insieme di metodiche ha portato risultati eccellenti, riducendo addirittura del 90% il numero delle trasfusioni a cui in genere si ricorre nella fase post chirurgica. Meno trasfusioni, vuol dire meno  rischi di infezioni, trombosi, scompenso cardiaco, aritmie. etc
 
“La gestione peri-operatoria del paziente sottoposto ad intervento di protesi articolare è notevolmente cambiata negli ultimi anni. Si è infatti passati dalla prolungata immobilizzazione del paziente degli anni '70 ed '80, ad una mobilizzazione sempre più precoce e ad una gestione migliore delle co-morbidità associate alla procedura chirurgica – spiega il dottor Vavalle - in cui il paziente viene stimolato sin dal giorno dopo l’intervento a mobilizzare l’arto operato, ad assumere la posizione seduta e a iniziare la deambulazione. Tutto ciò porta ad una serie di vantaggi, come la minore perdita del tono muscolare, un minore rischio di rigidità articolare oltre ad evitare una serie di possibili complicanze legate all’allettamento come le flebiti, la stipsi, etc.”.
 
Nell’approccio “multimodale”, sono coinvolte diverse figure professionali, l’ortopedico, l’anestesista, il fisiatra e il fisioterapista, che attraverso adeguate terapie mediche peri-operatorie e protocolli riabilitativi accelerati, permettono di riabilitare meglio e prima il paziente. 

 

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