Maria Cecilia Hospital / 15 ottobre 2014

Rinoplastica: trapianto di cartilagine sotto la punta per rendere il naso più robusto

Rinoplastica:  trapianto di cartilagine sotto la punta per rendere il naso più robusto

Dottor Meneghini, quali sono i motivi che inducono a ricorrere alla rinoplastica e al chirurgo Maxillo-Facciale?

“I motivi per cui si opera sono essenzialmente tre: ricostruzione del naso a seguito di un trauma (causato dallo sport, da un colpo improvviso); funzionalità per ovviare ad un’ostruzione (setto deviato, turbinati _valvole nasali_ ipertrofici); estetici, un naso che giudichiamo non in equilibrio con il volto”.


Una motivazione all’intervento chirurgico esclude a priori le altre?

“Assolutamente no. Questi tre aspetti correlati all’intervento chirurgico molto spesso coabitano assieme. Il primo trauma nasale a cui andiamo incontro nella nostra vita è il momento del parto. Il naso prende botte continuamente. In qualunque condizione data dalle normali attività è possibile andare incontro ad un trauma. Se poi ci poniamo nell’ottica di controllare un gruppo di persone, su 100 soggetti esaminati circa 20-30 di essi presentano un setto nasale con deviazioni che iniziano a dare problemi nella respirazione. Lo stesso dicasi per i turbinati (valvole nasali) che sovente risultano ipertrofici sempre e non solo quando siamo in presenza di fumo, smog o allergeni. Dal punta di vista estetico, il ragionamento segue logiche identiche. Un esame obiettivo ci permetterà di osservare molti nasi che necessitano di correzione”. 

La chirurgia nasale moderna è la somma di più necessità?

“E’ giusto parlare di chirurgia nasale moderna integrata, dunque ricostruttiva, funzionale, estetica seguendo linee guida che oltreoceano, negli Usa per essere precisi, sono pratica comune da oltre un decennio e che in Italia si stanno affermando grazie alla sensibilità di specialisti educati a considerare i tre aspetti”.

Da 13 anni lei si occupa della chirurgia nasale e delle deformità endoscheletriche (che colpiscono anche mandibola e mascella)in qualità di chirurgo maxillo-facciale e di corresponsabile. Come sono cambiate le metodiche d’intervento?

“Un tempo chi non era soddisfatto del proprio naso a livello estetico ricorreva al chirurgo plastico; in caso di trauma violento si rivolgeva al Pronto soccorso e quando non si respirava bene a visitarci era l’Otorinolaringoiatra. Ora quando s’interviene sul naso per riparare ad esempio i danni di un brutto colpo accidentale, si ragiona anche nell’ottica di rinforzare quel naso”.

Rinforzare il naso?

“Esatto, rinforzare il naso. Non si tratta di chirurgia sperimentale. Interveniamo però seguendo procedure più avanzate a livello internazionale. Mi spiego meglio: quando si ha un trauma nasale, durante l’intervento si eliminano i pezzetti di cartilagine danneggiati. Quella cartilagine finirebbe sul tavolo dello strumentista e quindi smaltita. Eppure quella cartilagine è un frammento del nostro corpo ancora sano. Noi utilizziamo questa cartilagine impiantandola sotto la punta del naso e fissandola con fili chirurgici che nelle settimane successive si sciolgono completamente. Sono perfettamente riassorbili dall’organismo e quindi non rappresentano un elemento estraneo. Così facendo ottengo un naso più robusto e che negli anni a venire non ‘scenderà’ come è normale accada a tutti i nasi, anche quelli non operati. Guardiamo al futuro. Trapiantando questo pezzetto, in asse sotto la punta, il naso futuro avrà una punta più rigida”. 

Quanto è determinante l’abilità dello specialista e quando incide, in positivo, la tecnologia a supporto del chirurgo?

“L’intervento di rinoplastica è uno degli interventi più operatore-dipendente. L’attenzione, la cura per ogni singola seduta chirurgica devono rimanere immutate, sempre, come se fosse la prima ricostruzione. Il chirurgo più pignolo, più attento viene sicuramente premiato dai risultati. La tecnologia ci viene in aiuto sia con i farmaci anestetici che permettono di eseguire una rinoplastica non facendo quasi sanguinare il paziente, sia con la produzione di fili di sutura che consentono di piegare, forgiare le cartilagini senza romperle. Questi fili si sciolgono molto lentamente e quando sono ormai scomparsi del tutto, la cartilagine mantiene la forma scelta, quasi scultorea”.

E’ corretto parlare di “doping” naturale quando l’intervento sul naso consente di correggere una deviazione del setto?

“Sì, possiamo parlare di doping naturale. Le problematiche nasali legate alla deviazione del setto non sono statisticamente in aumento, o meglio lo sono in maniera apparente perché anni fa la stragrande maggioranza di questi pazienti non entrava in sala operatoria; si faceva affidamento sul chirurgo solo in casi molto gravi e l’operazione che si affrontava era piuttosto aggressiva. Un naso con setto deviato rimaneva tale, si accettava e basta. L’aspetto preventivo ora è invece molto più considerato. Si aiuta il paziente a resistere meglio alle malattie stagionali; a rendere meno pesante un raffreddore. E questo miglioramento è avvertito in particolar modo dagli sportivi che riferiscono al chirurgo performance atletiche più in linea con i programmi d’allenamento… un doping possibile, legale”.

Concludiamo con l’estetica. Più uomini o più donne “nelle mani” del chirurgo?

“Gli uomini sono in aumento. Ma quando si parla di rinoplastica estetica occorre un pre-requisito fondamentale: la maturità psicologica, non la maturità intesa come età anagrafica, del paziente. Se si decide una forma del futuro naso senza valutare la maturità con cui il paziente potrà poi giudicare il risultato, si rischia l’infelicità del soggetto anche se il naso dal punto di vista tecnico è giusto e l’intervento è stato eseguito correttamente. Fondamentale possedere un bel desiderio, non indotto da altri e non dell’ultimo minuto”.

Affrontiamo ora il tema della sicurezza della rinoplastica…

“A Maria Cecilia Hospital disponiamo d’infrastrutture di altissimo livello. Siamo in grado di garantire i migliori standard di sicurezza. Esami diagnostici e filtri legati all’ingresso in sala operatoria sono ripetuti e valutati con tutti gli specialisti. La presenza della Rianimazione e di un anestesista 24 ore su 24 certificano la massima idoneità della clinica e una prospettiva chirurgica per i pazienti molto diversa rispetto ad altre soluzioni”.

Qual è il complimento più bello per un chirurgo che ha ricostruito un naso ed è intervenuto per ringiovanire il volto di una persona?

“Sapere dal paziente che durante gli incontri con amici e parenti, la prima esclamazione è stata: come ti vedo bene e non cosa hai fatto! Come ti vedo bene significa che si è intervenuti in modo naturale”.

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