Inesistente fino a qualche decennio fa, la
tendinite da mouse è un disturbo che può colpire tutti, giovani e meno giovani, ma interessa in particolar modo il sesso femminile. Ciò è dovuto ad una
maggiore sensibilità delle donne dovuta alla presenza di un polso sottile. Abbiamo parlato di questa nuova patologia con il
dott. Carlo Felice De Biase, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Chirurgia Ortopedica e Traumatologica dell’Arto Superiore presso
l’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma, appartenente a GVM Care & Research.
“Vediamo sempre più casi di tendinite da mouse – spiega il dott. De Biase -. Tre persone su dieci che hanno una tendinite alla mano fanno uso continuo del mouse. Si tratta di un’infiammazione del tendine abduttore, cioè del prolungamento del muscolo che consente il movimento del pollice. Utilizzando il mouse, infatti, si tiene il braccio fermo, mentre si muove in continuazione il polso: in questo modo i tendini sono sottoposti per molto tempo ad un movimento innaturale e può succedere che si infiammino. Le persone più a rischio – continua lo specialista – sono i disegnatori e i programmatori.
Altro fattore che espone al rischio di tendinite da mouse è il fatto di
non possedere muscoli, e quindi tendini, ben allenati: probabilmente è per questo motivo che il 10% delle persone colpite dal disturbo è rappresentato da giovani donne, che generalmente hanno il polso sottile.
Per prevenire l’insorgenza della tendinite si consiglia di
praticare attività fisica per rafforzare i muscoli dell’avambraccio, uno sport con queste caratteristiche è, ad esempio, il tennis. Qualora il dolore provocato dalla tendinite persiste – spesso rimedi come ghiaccio e riposo non risultano efficaci - è possibile affidarsi ad alcuni trattamenti con tecnologie quali laser, ultrasuoni e ionoforesi. Quest’ultima rappresenta un’efficace metodica che consiste nell’applicazione di due elettrodi, uno positivo e uno negativo, sull’area colpita.
Impariamo a non sottovalutare fastidi come quelli causati dalle troppe ore di lavoro passate al computer. Consultare uno specialista è utile per tracciare un corretto quadro diagnostico e intraprendere, in un secondo momento, il trattamento terapeutico più opportuno.