Clinica Privata Villalba / 30 gennaio 2019

Aneurismi intracranici: il ruolo della TAC per calcolare il rischio di emorragia

Aneurismi intracranici: il ruolo della TAC per calcolare il rischio di emorragia
Il Prof. Paolo Ambrosetto, specialista Neuroradiologo presso Clinica Privata Villalba di Bologna, spiega in quali circostanze è utile far ricorso a questa specifica indagine diagnostica.
 

Prof. Ambrosetto, quali funzioni ha esattamente uno specialista in Neuroradiologia?

La Neuroradiologia è una branca della medicina che si colloca come ulteriore specializzazione della radiologia, con lo specifico obbiettivo di valutare e diagnosticare traumi, infiammazioni, tumori e malformazioni a carico del sistema nervoso centrale, cervello e midollo spinale.
Per questo genere di indagini TAC e Risonanza Magnetica sono gli esami di prima istanza, risolutivi nella maggior parte dei casi. Altri esami, di uso più limitato, sono angiografia e radiografia convenzionale.
 

Aneurisma intracranico, di che cosa si tratta?

Per aneurisma intendiamo la dilatazione focale di un vaso arterioso in corrispondenza della quale la parete si tende, assottigliandosi e formando una bolla. Diventa dunque più sensibile alle pulsazioni e alla pressione del sangue, e col tempo questa bolla può lacerarsi provocando un’emorragia.

Quando questa malformazione viene riscontrata a carico delle arterie cerebrali, parliamo di aneurisma intracranico, o aneurisma cerebrale. I tratti vasali più suscettibili a sviluppare un aneurisma sono quelli a livello delle biforcazioni, in quanto il sangue che attraversa queste regioni ha un flusso più turbolento e l’impatto su queste aree è più vigoroso. La presenza di questa dilatazione è assai pericolosa, perché la sua rottura causa un’emorragia cerebrale.
 

Ci sono parametri per accertare la pericolosità di un aneurisma?

Attraverso la TAC possiamo innanzitutto valutare le dimensioni e la sede della sacca aneurismatica, le dimensioni sono infatti direttamente correlate al rischio di rottura. Un aneurisma di 6-7 mm ha un rischio di sanguinamento/anno basso, se superiore a 7 mm è generalmente da trattare. La TAC ci permette inoltre di osservarne la sede e studiarne le pulsazioni, se c'è stata la rottura e dove questa si è verificata.
Spesso capita di riscontrare aneurismi non rotti in modo occasionale, perché si sta valutando un paziente per altre sintomatologie. Ciò succede perché gli aneurismi possono rimanere silenti o dare sintomatologia da “effetto massa” con nausee, cefalee e compressione di nervi cranici con disturbi della motilità oculare. Fumo e ipertensione rappresentano importanti co-fattori nello sviluppo e nella rottura della sacca aneurismatica.

Una volta individuato il problema, occorre indagare le probabilità di sanguinamento e la conseguente necessità dell’intervento chirurgico. Presso Clinica Privata Villalba, grazie alla nostra TAC Volumetrica Dinamica 4D, possiamo osservare l’aneurisma che pulsa, ma non solo: possiamo verificare la presenza di altre bolle, più piccole, nella parete della sacca aneurismatica. Questo è estremamente importante poiché la presenza di queste bolle può aumentare la probabilità di sanguinamento e, di conseguenza, la reale pericolosità.
Ad oggi non c'è modo di prevedere il sanguinamento, l’aneurisma viene spesso diagnosticato al momento della sua rottura. La diagnosi dev'essere rapida e precisa, in quanto le cure da prestare al paziente devono essere immediate. Infatti, la chirurgia e/o il trattamento intravascolare, se effettuati con tempestività, possono salvare la vita del paziente, o ridurre e prevenire deficit permanenti più o meno invalidanti.
 

Come vengono trattati gli aneurismi intracranici?

Il trattamento può essere chirurgico o endovascolare. Il trattamento chirurgico, da eseguirsi in anestesia generale, prevede la chiusura selettiva dell’aneurisma con una o più clip in titanio, avendo cura di mantenere il flusso nel vaso portante e nei vasi vicini. Il vantaggio principale della chirurgia è quello di ottenere un’esclusione completa della sacca aneurismatica nella quasi totalità dei casi. L’invasività chirurgica è tuttavia superiore a quella endovascolare.
Il trattamento endovascolare, effettuato mediante embolizzazione, consiste nel rilascio all’interno dell’aneurisma di sottili filamenti metallici in platino, allo scopo di rallentare il flusso ematico all’interno della sacca aneurismatica e di indurne in tal modo la trombosi. Le spirali vengono rilasciate attraverso un microcatetere che dall’arteria femorale viene progressivamente condotto, sotto controllo angiografico, sino al vaso cerebrale da cui origina l’aneurisma.


TAC e Risonanza Magnetica nella diagnostica in ambito neurologico: la prima escluda l’altra?

Queste due modalità di indagine rispondono a necessità e utilizzi differenti, e molto dipende dalle indicazioni cliniche per ogni singolo paziente. La TAC è utile se vogliamo osservare le strutture ossee che sono difficilmente indagabili con l’esame di Risonanza Magnetica. Ad esempio, se dobbiamo valutare la teca cranica in seguito a traumi oppure accertare la presenza di fratture o calcificazioni, si esegue prima la TAC poi, se necessario, anche una Risonanza Magnetica, la quale, grazie all’altissimo livello di risoluzione spaziale, è in grado di studiare anche i più piccoli dettagli. È quindi utile disporre di entrambi gli esami ai fini di una buona diagnosi.
La TAC Volumetrica Dinamica 4D di Clinica Privata Villalba è caratterizzata da performance sicuramente uniche nel suo genere: impiego di bassissime dosi di radiazioni rispetto a strumentazioni analoghe, rapidità dell’esame e dotazione di un gantry, il tunnel per l’alloggiamento del paziente, molto grande: fondamentale nell’esame dei pazienti affetti da claustrofobia o poco collaboranti.
 

Quali sono gli ulteriori campi d’applicazione della TAC?

Oltre agli aneurismi, valutiamo la presenza di meningiomi, cioè dei tumori benigni a carico delle meningi, le membrane poste tra le componenti del sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale) e le strutture ossee circostanti (teca cranica e colonna vertebrale).

L’utilizzo ottimale però è sicuramente in ambito traumatologico: la TAC è fondamentale per evidenziare la presenza degli ematomi extradurali e subdurali, delle contusioni e delle fratture craniche. Mentre per le lacerazioni tra corteccia cerebrale e sostanza bianca, che possono portare alla morte o lasciare invalidità importanti, è più indicata la Risonanza. In questo senso, Risonanza Magnetica e TAC sono complementari, integrandosi per  le rispettive informazioni diagnostiche.

 
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