L’Unità di
Cardiochirurgia di
Ospedale Santa Maria - diretta dal Prof.
Domenico Paparella e dal dottor
Carmine Carbone - orientata alla formazione e al continuo aggiornamento delle tecniche applicate al cuore – ha avviato un rapporto di collaborazione con l’
Heart Center di Lipsia, finalizzato a ottimizzare la
chirurgia coronarica mininvasiva, e a introdurre la
tecnica del bypass multiplo, sfruttando entrambe le arterie mammarie in pazienti con
malattia coronarica multi-vascolare complessa.
L’equipe - in seguito ad una tre giorni di formazione con il direttore della Unità Operativa coronarica di Lipsia, il dottor
Piroze Davierwala - ha dunque messo a punto una
metodica di rivascolarizzazione interamente arteriosa che consiste nell’innesto di almeno 2 bypass in pazienti con patologia estesa a più coronarie. Grazie all'impiego delle due arterie mammarie il paziente può beneficiare di una
migliore qualità e di una maggiore durata del bypass. “L'arteria mammaria interna sinistra e la vena safena sono i condotti più comunemente utilizzati nella chirurgia coronarica – spiega il Prof. Paparella - e sono ancora considerati il gold standard dalla maggior parte dei chirurghi. Tuttavia, vi sono prove emergenti che l'uso delle arterie bilaterali è associato a risultati a lungo termine significativamente migliori. Tecnicamente è un intervento più impegnativo, ma tra i vantaggi ci sono: l’
azzeramento delle infezioni da ferite profonde dello sterno, riduzione delle perdite ematiche e delle trasfusioni di sangue oltre che un
miglior aspetto estetico della cicatrice con conseguente miglior
accettazione psicologica”.
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