Come godersi le prime abbronzature in sicurezza

Come godersi le prime abbronzature in sicurezza
I primi caldi portano con sé la voglia di godersi una bella giornata all’aria aperta. Ma anche se non siamo in piena estate, gli effetti del primo sole sulla nostra pelle non sono da sottovalutare. Con la Dott.ssa Claudia Casulli, dermatologia di Ospedale Santa Maria di Bari, descriviamo le accortezze e le pratiche migliori per trascorrere dei bei momenti senza compromettere il nostro benessere. 
 
Cosa succede alla pelle quando viene esposta al sole?
L'esposizione solare ha molti effetti sulla cute, alcuni positivi (come la stimolazione della produzione di vitamina D, con i benefici effetti sulla ossificazione e sul sistema immunitario o come la stimolazione dei melanociti a produrre melanina e a diffonderla, responsabile della piacevole cromia che assume la cute “abbronzata”), altri meno piacevoli, come la produzione di radicali liberi, la degradazione delle fibre elastiche e collagene (elastosi solare), con un importante ricaduta sul photoaging e chronoaging, oltre che il potenziale ruolo cancerogeno sui melanocitici e sui cheratinociti.
 
I raggi UVB e UVA come interagiscono con la pelle?
Le radiazioni che raggiungono la pelle vengono in parte riflesse dallo strato corneo ed in parte assorbite e trasmesse alle strutture dell'epidermide e del derma.
La loro capacità di penetrare l'epidermide ed i loro effetti dipendono dalla lunghezza d'onda: più grande è questa, minore è la frequenza, quindi maggiore è la penetrazione; di conseguenza gli UVA, raggi a lunghezza d'onda più corta, possiedono maggiore capacità di penetrazione e possono causare maggior danno nel tempo; gli UVB sono invece i raggi principalmente responsabili dei danni immediati, come ad esempio l'eritema cutaneo o la scottatura.

In che modo la luce solare stimola la produzione di determinate sostanze?
Quando la pelle è irradiata si attivano alcune risposte biologiche: lo strato corneo inizia ad ispessirsi (ipercheratosi) in seguito ad un'aumentata mitosi delle cellule basali dell'epidermide, allo scopo di proteggere la pelle dalle radiazioni UV; vi è secrezione, con il sudore eccrino, di acido urocanico, molecola derivante dalla deamminazione dell'istidina, in grado di assorbire i raggi UVA;

Quali sono queste sostanze, quali proprietà e benefici hanno sul corpo?
Con la luce solare inizia ad accumularsi b-carotene, una molecola antiossidante che agisce come silenziatore dell'ossigeno singoletto e come stabilizzatore di membrana; si attivano gli enzimi superossido dismutasi (SOD) e glutatione perossidasi (GSH), quali scavenger delle forme reattive dell'ossigeno; si attiva il principale meccanismo di auto-protezione dagli UV: la pigmentazione e infine viene indotta, da parte dei raggi UVB, la produzione di vitamina D nello strato delle cellule spinose (azione anti-rachitica).

Il sole a basse altitudini e ad alte altitudini: quali differenze ci sono?
La maggior parte dei raggi solari vengono frenati dalla atmosfera terrestre, ciò significa che vicino al livello del mare ci sono meno radiazioni ultraviolette, mentre in alta quota la quantità di atmosfera diminuisce e aumentano le radiazioni solari: l’intensità dei raggi UV aumenta in montagna addirittura del 5%. Questo significa che bisogna prestare più attenzione al sole ad alta quota, perché raggiunge la pelle più rapidamente e il rischio di scottature è più elevato, se non si protegge abbastanza.
 
Creme solari: quali sono le caratteristiche (anche a livello ingredientistico) da preferire?
L'industria chimica mette a disposizione un'ampia gamma di prodotti, per tutti i fototipi e per tutti i tipi di cute, dunque non esiste il solare migliore ma quello più adatto alla propria pelle! In generale per i soggetti atopici o per i bambini si preferiscono prodotti con filtri prevalentemente fisici, più resistenti all'aria, (ma non all'acqua) e meno allergizzanti. Per chi invece preferisce texture più leggere ed evanescenti, per esempio in caso di soggetti giovani con cuti seborroiche, meglio optare per solari con filtri prevalentemente o esclusivamente chimici.
 
SPF: cos’è e in che modo scegliere quello ideale per il proprio fototipo?
La sigla SPF (sun protection factor) indica il fattore di protezione della cute offerto dal prodotto. In particolare indica il rapporto fra la dose minima eritematogena, cioè la quantità di radiazioni necessaria a provocare un eritema, su cute protetta e la dose mima eritematogena su cute non protetta. SPF alti o totali sono indicati per fototipi chiari, per orari inadeguati di esposizione, per cuti problematiche (melasma), su cicatrici postchirurgiche o postacneiche.

Come stendere la protezione e con che frequenza?
La crema solare va stesa uniformemente sulla cute, senza massaggiarla, dato che il massaggio potrebbe favorire la penetrazione dei filtri, in specie quelli chimici, che hanno una molecola più piccola, e dunque far perdere la funzione “barriera” degli stessi. Inoltre va stesa su tutta la superficie fotoesposta, e numerose volte, in caso di esposizione prolungata, e dopo ogni bagno in mare.

I solari che non riportano SPF proteggono comunque dagli effetti negativi dell’esposizione al sole?
Alcuni solari hanno indicazioni su SPF più vaghe, come bassa (10-20), media (25-30), alta (40-50)protezione. Proteggono ugualmente dai raggi solari, nella misura indicata.

Quando è assolutamente sconsigliato esporsi al sole?
E’ sconsigliato esporsi al sole nelle ore più calde, dalle 12 alle 16, ora in cui la dose di radiazioni UVB e UVA è maggiore e dunque il rischio attinico pure. Questo vale soprattutto per i fototipi o più chiari, I e II, o per fototipi III alle prime esposizioni. Si rischia infatti in tal modo di procurarsi ustioni ripetute nella stessa stagione, come succede nelle esposizioni da weekend.

Il lato negativo: il melanoma, come si sviluppa, come prevenirlo e quali le cure?
Diversi studi suggeriscono da tempo il ruolo cancerogeno dei raggi solari, specie degli UVA, soprattutto nel caso di esposizione eccessiva, e di ustioni frequenti. In particolare, le ustioni ripetute nell'infanzia aumenterebbero considerevolmente il rischio di sviluppare uno o più melanomi in età adulta. Ovviamente gioca un ruolo importante la predisposizione genetica, ovvero le mutazioni di alcuni geni di suscettibilità, oggetto di interesse crescente dei ricercatori in genetica medica. L'arma più efficace rimane la prevenzione secondaria, ovvero la diagnosi precoce, dato che l'asportazione chirurgica di un melanoma in fase precoce permette la guarigione completa nella totalità dei casi.

Lampade solari e autoabbronzanti: pro e contro, i consigli dell’esperto.
Le lampade solari possono migliorare alcune dermatosi, come la psoriasi o la dermatite atopica o la vitiligine. Ne esistono di specifiche, come quelle UVB a banda stretta. Ma bisogna fare molta attenzione a non abusare delle lampade solari a scopo meramente estetico, ai fini della “tintarella”, in quanto la stimolazione cronica e ad alte dosi dei melanociti e dei cheratinociti può avere gli effetti spiacevoli su menzionati. Gli autoabbronzanti invece possono determinare sensibilizzazioni allergiche da contatto.
 
Perche l'idratazione della pelle è importante? Come mantenere l’idratazione ottimale?
Le necessarie condizioni strutturali di plasticità e morbidezza cutanea sono garantite da una buona condizione di idratazione e dall'integrità della barriera che lipidi e proteine formano insieme all'acqua. La fotoesposizione riduce l'idratazione cutanea, aumentando lo spessore dello strato corneo e la capacità di trattenere acqua nel derma. Ciò si traduce in un aumento della xerosi cutanea che conferisce alla pelle un aspetto secco, ruvido, e accentua le rughe. Pe ridurre questi aspetti, conviene preparare la pelle al sole con peeling e maschere idratanti, e curare sempre aspetti fondamentali come la detersione con prodotti delicati, e l'idratazione con creme emollienti e se necessario dotate di filtri solari specifici. Anche l’alimentazione corretta ha un ruolo idratante per la pelle, ricca di verdura e frutta meglio se consumata cruda.
 
Nevi, dermatiti, macchie solari, cicatrici: i diversi approcci al sole.
Per far sì che il sole rimanga nostro amico e alleato conviene adeguarsi alle regole di “buona esposizione”, che prevedono di godere dei benefici della luce solare nelle prime ore del mattino, evitando le ore centrali, soprattutto se si hanno molti nevi (più di 100), dato che l'esposizione può ulteriormente incrementarne il numero, così come può provocare l'insorgenza di un disturbo molto comune, come pigmentazioni di forma grossolanamente tondeggiante (lentigo solari), o tendenti alla confluenza (melasma). In questi casi è d'obbligo utilizzare con costanza filtri solari ad altissima protezione, resistenti a UVA e UVB. Anche le cicatrici recenti (per almeno 4-6 mesi) vanno protette accuratamente per ridurre il rischio di pigmentazione o di iperstimolazione della stessa (cicatrice ipertrofica o cheloidea).

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