Maria Pia Hospital / 12 aprile 2018

Ecografia, Tac e Risonanza Magnetica: tecnologie alleate della prevenzione

Ecografia, Tac e Risonanza Magnetica: tecnologie alleate della prevenzione
Ecografia, Tac, Risonanza Magnetica: quali le differenze tra le metodiche applicate nel campo della Diagnostica per immagini? A cosa servono, quando e perché utilizzarle?
 
“L’Ecografia - spiega il Dottor Giancarlo Alessi di Maria Pia Hospital Torino - è senza dubbio il ’sistema’ d’indagine medica più diffuso. Si basa sull’impiego degli ultrasuoni e non ha alcun ‘effetto invasivo’ sul paziente. La sua duttilità permette di analizzare i tessuti molli del corpo umano in quasi tutti i distretti (vedi il seno, l’addome, le pelvi, la tiroide) eccezion fatta per i limiti imposti dalla presenza di aria e dal tessuto osseo. Nella valutazione delle patologie del colon, ad esempio, l’ecografia non è indicata e lo stesso dicasi per l’identificazione delle lesioni tumorali del polmone. Nel complesso, i vantaggi dell’ecografia equivalgono alla facile reperibilità nelle strutture sanitarie e al costo contenuto. Al contempo si rivela però quale metodica operatore-dipendente”.
 
Può essere di supporto alla chirurgia? L’esame richiede l’iniezione di apposito mezzo di contrasto?
 
“L’impiego del mezzo di contrasto è riservato in particolare allo studio di alcune specifiche forme neoplastiche (in primis epatiche). Si può altresì ricorrere all’ecografia nello step prechirurgico laddove necessiti un’informazione rapida circa la scelta dell’opzione da seguire; oppure in fase intraoperatoria o, ancora, come metodica endoscopica nell’indagine del pancreas - mediante l’apposizione di particolari sonde - nelle condizioni in cui si debba procedere all’asportazione di calcoli pancreatici o valutare in maniera ‘diretta’ e approfondita una lesione sospetta”.
 
E la TAC?
 
“L’evoluzione tecnologica ha via via trasformato quella che all’epoca in tanti conoscevano come Tomografia Assiale Computerizzata, detta TAC. Mi spiego meglio: oggi l’esame non viene più effettuato ‘visualizzando’ solo e soltanto strati orizzontali dell’organo sottoposto ad indagine. Non esiste più, per dirla in altre parole, la TAC che fa solo ’fettine assiali’. Le nuove TAC funzionano ‘scomponendo’ l’organo da valutare prima in un grosso cubo e poi, attraverso software dedicati, stratificando su più piani: orizzontali, verticali, obliqui”.
 
Per quali patologie si richiede il consulto TAC?
 
“La TAC del polmone, per andare al concreto, è un’indagine diagnostica estremamente accurata e di molte volte superiore alla semplice lastra del torace in cui si riescono a vedere, purtroppo non sempre, lesioni cancerose attorno ai 10 millimetri”.
 
Il timore più grande per chi deve sottoporsi a TAC è quello della quantità di ‘emissioni’ assorbite durante l’esame.
 
“Senza addentrarci in strettoie squisitamente tecniche, dico che negli studi sul polmone e sull’addome la TAC è a basso dosaggio proprio per garantire ottimi risultati con una minor ‘aggressività’ diagnostica”.
 
Spostiamo infine l’attenzione sulla Risonanza Magnetica. È altrettanto selettiva come la TAC?
 
“La Risonanza Magnetica è destinata a svilupparsi ulteriormente nell’indagine del microcosmo anatomico. Sfrutta il potenziale dei campi magnetici e non le radiazioni, ma richiede tempi di esecuzione più lunghi della TC. Una TC riesce a ‘scansionare’ l’addome in 12 secondi e il cervello in 10. È una metodica, non l’abbiamo ancora detto, impiegata sovente nelle situazioni d’emergenza proprio per le sue caratteristiche di velocità. Di contro, la Risonanza Magnetica presenta una formidabile capacità di differenziare le singole strutture arrivando a distinguere - faccio l’esempio del ginocchio - anche i legamenti più sottili in rapporto ai tessuti molli circostanti. Riesce cioè a discernere dettagli ‘micro’ altrimenti non valutabili dallo specialista ortopedico”.

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