Il vassoio didattico che insegna a mangiare bene e con gusto

Il vassoio didattico che insegna a mangiare bene e con gusto
L’educazione alimentare è un elemento centrale nella cura della Grave Obesità: permette infatti al paziente di migliorare le proprie abitudini alimentari e di gestirsi in maniera autonoma e autosufficiente. Nel Percorso di cura della “grave obesità” di GVM Care & Research è stato introdotto uno strumento pensato proprio per aiutare il paziente a mangiare bene e stare meglio: è il “vassoio didattico”.
Di cosa si tratta? Ce lo spiega la dott.ssa Paola Genovese, responsabile del Percorso e la dietista dott.ssa Sandra Catarsi, dietista referente del Percorso per la grave obesità dell’Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità (ICLAS), a Rapallo .

Dottoressa Catarsi, può spiegarci che cos’è il vassoio didattico e a che cosa serve?

Il vassoio didattico è uno strumento di educazione alimentare che consigliamo ai pazienti nel nostro Percorso di cura della grave obesità. Si tratta di un pasto completo e bilanciato in nutrienti per quantità e qualità ed è studiato per la necessità del paziente. Il vassoio didattico è molto importante per il successo del Percorso di cura del paziente obeso. La nostra filosofia, infatti, non è solo quella di somministrare una dieta giornaliera, anche a casa. Piuttosto, insegniamo al paziente a gestire in maniera autonoma il proprio regime alimentare. Lo scopo del vassoio didattico è quindi proprio quello di aiutare il soggetto a bilanciare da solo la propria alimentazione e migliorare le proprie abitudini alimentari. Per questo gioca un ruolo centrale nell’approccio che proponiamo a Rapallo.
L’esperienza diretta, con il supporto della dietista, di scegliere e di consumare poi il pasto presentato come “vassoio didattico” , permette al paziente di comprendere intuitivamente il vero significato di “pasto bilanciato” descritto nelle sessioni di Educazione Alimentare.

Nel Vassoio trovano posto una porzione di farinacei (pasta, riso, orzo…) e una di pane integrale, una fonte proteica (carne, pesce, uova, legumi…), due porzioni di verdura di stagione, cotta e cruda, una porzione di frutta fresca di stagione, una dose di olio di oliva extra vergine e la preziosa acqua. Inoltre, secondo la regola del “piatto perfetto”, salta agli occhi, molto concretamente, la giusta proporzione tra le varie portate sviluppando nel paziente le capacità di lettura delle porzioni in termini di volumi.
Questo approccio aiuta il paziente a non vedere il cibo diviso in due categorie, alimenti permessi e alimenti proibiti, che spesso paralizza le scelte portando inesorabilmente alla perdita di motivazione e quindi all’ennesimo abbandono di un possibile cambiamento trascinando il paziente stesso in una sorta di loop dietetico.

Il vassoio didattico, espressione pratica dell’educazione alimentare, stimola il bisogno di organizzare una dieta varia e adeguata, in termini di porzioni, alle reali esigenze dell’individuo, rispettosa delle stagioni, strutturata sulla complementarietà e sinergia di tutti i nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, vitamine, sali minerali, fibra, acqua), ma soprattutto introduce il concetto di un cibo sano, bello da vedere e buono da pensare e da gustare.
Ad esempio in prima giornata, il paziente viene accolto con un pranzo che comprende gnocchi di patate al pesto, filetto di pesce al pomodoro e origano, insalata, zucchine trifolate, frutta di stagione.

È difficile per il paziente approcciarsi alla nuova dieta?

No, non direi. Non siamo soliti dare diete restrittive, specialmente a persone abituate a diete a elevato contenuto calorico. In effetti, non definirei neanche “diete” in senso tradizionale quelle che proponiamo nel Percorso di cura della Grave Obesità. Si tratta piuttosto di schemi nutrizionali, il cui contenuto calorico è anche abbastanza elevato. Questo rende il cambiamento non traumatico per il paziente. Anzi, capita che molti si stupiscano perché mangiano più di prima, ma dimagriscono. È a questo che serve imparare a mangiare in maniera corretta, in termini di quantità e di momenti durante la giornata dedicati al pasto.
La prospettiva dell’educazione alimentare è fondamentale per ottenere risultati sulla salute del paziente a lungo termine.

Dottoressa Genovese, quale specialista supporta il paziente nell’educazione alimentare con il vassoio didattico?

Questo è un compito delicato affidato al dietista, il quale in precedenza, grazie a un colloquio con il paziente, ne verifica le abitudini alimentari in modo da progettare un piano di rieducazione personalizzato, in vari step. Un colloquio individuale si svolge nella prima giornata di ricovero. Nei giorni successivi, si susseguono colloqui sia individuali che di gruppo, utili sul piano dell’educazione alimentare. Altri aspetti del Percorso e della salute del paziente sono invece curati da altri specialisti, dallo psicologo, all’internista, fino al chirurgo bariatrico, quando necessario.

Per informazioni: +39 0185.21311 o form on-line
 

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