G.B. Mangioni Hospital / 29 giugno 2017

La prevenzione del melanoma: perché è importante controllare i nevi?

La prevenzione del melanoma: perché è importante controllare i nevi?
Il melanoma è un tumore in continuo aumento. Si stima che in Italia, ogni anno, vengano diagnosticati 7000 nuovi casi e 1500 persone muoiono per questa causa. Colpisce prevalentemente in età media e i giovani adulti, raramente i bambini. Si localizza più frequentemente alla cute, ma può interessare anche le mucose (genitale, cavo orale e gastrointestinale) e l’occhio. Può insorgere su cute apparentemente sana o dalla modificazione di un nevo preesistente.
 
Ne parliamo con il dottor Sebastiano Recalcati dell'Ambulatorio di Dermatologia di G.B. Mangioni Hospital di Lecco - ospedale polispecialistico accreditato S.S.N.

"L’attenzione a tutte le alterazioni sospette della pelle è importante" - spiega il dottore. "E' bene rivolgersi al proprio medico o al Dermatologo in modo da effettuare un’eventuale diagnosi precoce. L’aumento dei casi diagnosticati è in effetti anche in parte legato ad una più accurata informazione e prevenzione. Fondamentale è il cambiamento dei comportamenti non corretti nel corso della vita. E’ provato che le scottature solari riportate nei primi anni di vita sono uno dei maggiori fattori di rischio per il successivo sviluppo di un melanoma. Anche grazie ad una corretta informazione oggi siamo in generale più attenti a proteggerci dal sole ma in passato non c’era questa accortezza, anzi le persone  con l’intento di abbronzarsi, si esponevano senza alcun filtro solare."
 
Quali possono essere considerati fattori di rischio per il melanoma?

I fattori di rischio che possono portare allo sviluppo del melanoma possono essere per così dire individuali oppure legati invece all’ambiente e allo stile di vita.

 Sono detti fattori individuali:
  • una storia familiare o personale di melanoma
  • il colore della pelle: chiara, capelli rossi o biondi, occhi azzurri, efelidi
  • la presenza di un numero elevato di nevi (> di 50), soprattutto se atipici
  • le pregresse ustioni solari
  • le malattie genetiche: xeroderma pigmentoso, etc..
  • l’immunosoppressione
 
Sono invece fattori ambientali, legati allo stile di vita:
  • l’esposizione incongrua alla luce solare
  • l’esposizione incongrua a radiazioni artificiali ( lettini e lampade abbronzanti)
  • la protezione insufficiente delle creme solari per lunghe esposizioni
Qual è il campanello d'allarme a cui dobbiamo prestare attenzione?

Il principale campanello di allarme è il cambiamento nell’aspetto di un nevo preesistente o la comparsa di una nuova lesione. Gli aspetti morfologici da valutare sono riassunti in cinque lettere ABCDE:
  • A Asimmetria -  irregolarità di forma. Se una metà del nevo è diversa dall’altra
  • B Bordi - bordi irregolari, frastagliati
  • C Colore - scuro o non uniforme con sfumature nell’ambito dello stesso nevo
  • D Dimensione - maggiore di 6 mm di diametro
  • E Evoluzione - elevazione, estensione, emorragia spontanea.
Queste  osservazioni possono essere fatte a occhio nudo e rappresentano un primo step di prevenzione. Se una persona rileva una di queste modifiche, è consigliato rivolgersi al Dermatologo per una visita e una valutazione accurata.

Non sottovalutare ogni piccola modificazione di un nevo già esistente o la comparsa di nuove lesioni può significare salvarsi la vita.

Quando è consigliato il controllo clinico dermatologico?


La comparsa di una lesione sospetta o una modificazione di una lesione preesistente richiede sempre una visita specialistica. Il controllo clinico della cute va fatto con cadenza annuale o più dilazionato in alcuni soggetti a basso rischio. Per le persone a più alto rischio, o che hanno avuto un pregresso melanoma, i programmi di controllo vengono effettuati a distanza di pochi mesi.

E’ fondamentale ricordare che nelle  fasi iniziali il melanoma non dà disturbi. Di grande importanza è l’auto-osservazione periodica: viene eseguita dal paziente  con l’ausilio di uno specchio o con l’aiuto di un familiare. Bisogna osservare: il cuoio capelluto, le piante dei piedi e i palmi delle mani, le unghie, l’area ano-genitale, la mucosa della bocca e gli occhi. Se si evidenzia un cambiamento o la comparsa di una lesione nuova, occorre anticipare il controllo dermatologico.

La cosiddetta prevenzione secondaria – effettuata dallo specialista - mira alla diagnosi tempestiva di lesioni sospette o neoplastiche mediante controlli dermatologici periodici con l’ausilio della dermatoscopia. La dermatoscopia é una metodica non invasiva che permette di esaminare le caratteristiche delle strutture pigmentate dell’epidermide, non apprezzabili alla semplice ispezione ad occhio nudo.
L’indagine facilita la diagnosi e riduce la necessità di ricorrere a biopsie a scopo diagnostico. La metodica consiste nell’applicare, sulla lesione da esaminare, una goccia di liquido incolore (ad esempio olio minerale o gel da ecografia) e nell’appoggiare su di essa la lente dell’apparecchio. Grazie alla capacità del liquido di annullare il potere riflettente dello strato corneo dell’epidermide, si riescono a visualizzare quegli aspetti morfologici propri della lesione che permettono di esprimere una diagnosi più accurata. Ad oggi disponiamo anche di dermatoscopi a luce polarizzata che ci permettono di evidenziare le strutture dei nevi senza l’utilizzo di olio o gel.

In generale come possiamo prevenire le patologie della pelle?

Bisogna evitare, soprattutto nei bambini, scottature ed esposizioni prolungate e violente ai raggi solari, in particolare nelle ore centrali della giornata. Utilizzare creme solari ad alta protezione che, per essere efficaci, devono essere applicate più volte nella giornata  e devono contenere filtri per raggi UVA e UVB. Utile è anche l’utilizzo di un cappello a larghe tese e degli occhiali. E’ sconsigliata inoltre l’esposizione ai raggi artificiali (lampade abbronzanti).

Sebbene il melanoma sia il tumore più aggressivo della pelle, l’eccessiva esposizione al sole, oltre ad essere il più importante fattore di invecchiamento cutaneo, favorisce la comparsa anche di altri tumori quali le cheratosi attiniche, i carcinomi basocellulari e squamocellulari, particolarmente frequenti appunto nelle persone che hanno avuto lunghe esposizioni ai raggi solari.
 
E quando si riscontra un nevo sospetto?

Lo specialista può procedere all’asportazione della lesione sospetta. L’esame istologico confermerà la natura della lesione stessa. Nel caso di diagnosi di melanoma, si procede all’allargamento dei  margini chirurgici  per avere la certezza di essere stati radicali. In seguito, tenuto conto dello spessore e delle altre caratteristiche del tumore, si decide se eseguire la biopsia del linfonodo sentinella.
 
Ad oggi molti sono gli studi  su nuovi farmaci per la cura del  melanoma metastatico e i primi  risultati clinici incoraggiano la ricerca. Tuttavia, la prevenzione resta l’unica arma veramente efficace. Il melanoma, se diagnosticato in fase precoce e correttamente asportato, porta alla guarigione. Non riconoscerlo o non effettuare controlli adeguati,  significa favorirne la crescita e la possibile disseminazione.
 
Il controllo clinico-dermoscopico dei nevi, affiancato da un’auto-osservazione periodica, costituisce ad oggi la migliore metodica per una diagnosi precoce di melanoma, massimizzandone così le possibilità di cura e di guarigione definitiva.

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