La Terapia Intensiva: come viene gestito un caso critico?

Ne parliamo con il Dott. Roberto Veccia, responsabile di Anestesiologia e Terapia del Dolore all'Ospedale San Carlo di Nancy, Roma


Come vengono affrontate le emergenze e i casi critici al San Carlo di Nancy?

L'Ospedale San Carlo di Nancy, molto conosciuto sul territorio, ha dato il via in questi ultimi anni a un processo di ammodernamento e riqualificazione di tutti i suoi servizi, sempre avendo come obiettivo il benessere del paziente, anche di quello “critico”, che in altri casi eravamo costretti a trasferire verso altre strutture. Il paziente critico è, per intenderci, quello bisognoso di tecnologie speciali e diverse professionalità di altissimo livello. Siamo perciò in grado sia di trattare i pazienti critici che arrivano nel nostro pronto soccorso, sia di poter far fronte ad interventi chirurgici più complessi, anche grazie ad un monitoraggio post operatorio di tipo intensivistico.

Come funziona la vostra Terapia Intensiva?

La Terapia Intensiva del San Carlo di Nancy si inserisce al centro di un sistema che prevede il pronto soccorso al piano inferiore dell'ospedale: viene fatto un triage (sistema di selezione dei casi secondo la loro gravità n.d.r.) in cui un pool multispecialistico si occupa di inquadrare rapidamente il paziente. Può dunque condurlo nella sezione radiologia di alta diagnostica e indirizzarlo eventualmente in Terapia Intensiva. Qui usufruiamo di tecnologie di ultimissima generazione, il massimo che in questo momento possa essere offerto ad un paziente critico. Stesso discorso può essere fatto per le sale operatorie: abbiamo infatti la possibilità e la continuità di far transitare immediatamente i pazienti nel post operatorio alla terapia intensiva, dopo un monitoraggio emodinamico avanzato (sia cruento che non cruento) sempre “cucito” sulle necessità di ogni singolo paziente.

Da dove arrivano i pazienti della Terapia Intensiva?

La Terapia Intensiva dell'Ospedale San Carlo di Nancy riceve pazienti dal pronto soccorso, dai reparti di degenza, dalle sale operatorie e, infine, da altri ospedali.
 
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