Maria Cecilia Hospital / 30 luglio 2018

Lombosciatalgia, la diagnosi più accurata si ha con la Risonanza Magnetica

Lombosciatalgia, la diagnosi più accurata si ha con la Risonanza Magnetica
La lombosciatalgia è un dolore che interessa il tratto lombare della colonna vertebrale del paziente e che si irradia colpendo anche gli arti inferiori. Si caratterizza come un dolore intenso, penetrante, crampiforme.
La natura di questo dolore è da attribuire ad un’infiammazione di una o più radici spinali lombo-sacrali,
conseguente alla compressione meccanica delle stesse.

Ci confrontiamo con il Dott. Fortunato Resta – Fisiatra di Maria Cecilia Hospital e Responsabile della
Riabilitazione neuromotoria di San Pier Damiano Hospital – in merito ai trattamenti diagnostici o alle
terapie più mirate.


Per quale motivo può insorgere la lombosciatalgia?

Possono essere vari e diversi i motivi per cui può insorgere tale patologia. Per lo più I soggetti che sono maggiormente a rischio sono pazienti obesi, sedentari o che svolgono uno stile di vita non idoneo, pazienti che svolgono attività quotidiane pesanti o attività sportive che sovraccaricano le strutture rachidee o
determinano posture scorrette.

L’ernia del disco è la causa più frequente per cui compare la lombosciatalgia. Consiste nella rottura parziale di un disco e questo porta alla fuoriuscita della sua parte centrale (nucleo polposo) nel canale spinale e/o nel canale foraminale, a diretto contatto con una o più radici nervose.
Anche la vita troppo sedentaria, come sopra accennato, può esserne causa determinando la riduzione del tono muscolare del dorso e dell’addome, portando all’assunzione di posture scorrette che accelerano il consumo degli elementi costitutivi della colonna vertebrale (malattia degenerativa).


Quali sono i sintomi della lombosciatalgia?

I sintomi più ricorrenti sono dolore intenso, che aumenta con i movimenti del busto, con la posizione
seduta, con tosse e starnuti, da alterazione della sensibilità cutanea, spesso accompagnata dalla presenza di formicolii o sensazioni improvvise di caldo/freddo e talvolta perdita di forza elementare.
Il dolore della lombosciatalgia è di origine nervosa (dolore neuropatico), viene avvertito come una
sensazione di bruciore (urgente) o simile a un forte crampo (crampiforme), che si distribuisce su una zona abbastanza precisa a partire dal tratto lombare irradiandosi lungo l’ arto/i inferiore/i alla coscia, alla gamba e al piede. Può interessare uno o entrambi gli arti inferiori.
Nei casi gravi, come detto, possono comparire deficit muscolari o disturbi sfinterici con incontinenza o
ritenzione urinaria e/o fecale (sindrome della cauda).
Da sapere che talvolta la lombosciatalgia non si accompagna ad un dolore a partenza lombare e questo può ingannare anche il proprio medico.


Come si effettua la diagnosi della lombosciatalgia?

Il primo passo è effettuare una visita con uno specialista, il fisiatra può essere un ottimo primo inizio.
Il medico durante l’esame clinico procederà al riconoscimento dei segni e dei sintomi caratteristici della patologia.
A seguire il medico indicherà quasi esami diagnostici effettuare. Fra questi spesso si prescrive una risonanza magnetica nucleare RMN L/S. Questo esame lo caratterizziamo come il più accurato ed utile, in grado di chiarire l’origine del disturbo. In presenza di paralisi dei muscoli il medico consiglia anche Elettromiografia degli arti inferiori.
 

Come si può curare la lombosciatalgia?

Il trattamento della lombosciatalgia è essenzialmente conservativo. La presenza di un’ernia di per sè non è una indicazione chirurgica. Nei primi giorni dall’insorgenza del dolore causato dalla lombosciatalgia si inizia una cura farmacologica che può avvalersi di antinfiammatori non steroidei e miorilassanti e, all’occorrenza, anti-dolorifici oppioidi e cortisone.

Oltre alla cura farmacologica è indispensabile associare fin dai primi giorni, l’astensione da sforzi fisici e dal sollevamento dei pesi. Non appena si riesce ad ottenere il controllo della sintomatologia dolorosa è utile sottoporsi a un trattamento fisioterapico con lo scopo di ridurre lo stato infiammatorio e le cause che lo hanno determinato, di correggere eventuali vizi posturali e, infine, di rinforzare progressivamente la
muscolatura del dorso e l’eventuale recupero della forza elementare persa.

In caso di presenza di ernie discali o restringimento del canale spinale (stenosi) sarà lo specialista a decidere se vi sia indicazione ad una valutazione del neurochirurgo specialista della schiena, per valutare l’opportunità di procedere a un eventuale intervento chirurgico.
 
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