Ospedale Santa Maria - Bari / 12 dicembre 2018

Mammografia: tutto quello che c’è da sapere sulla prevenzione del tumore al seno

Mammografia: tutto quello che c’è da sapere sulla prevenzione del tumore al seno
La mammografia rappresenta il test radiologico principale utilizzato negli screening per la ricerca del tumore del seno. La mammografia è indicata per tutte le donne dopo i 40 anni o a volte anche in età inferiore quando è presente una lesione.
La mammografia è un esame radiologico ad alta sensibilità, che consente di evidenziare lesioni tumorali in fase precoce. Con l’aiuto della dottoressa Antonietta Ancona, responsabile della Radiodiagnostica senologica di Ospedale Santa Maria, abbiamo cercato di rispondere alle domande più frequenti sulla mammografia e sulla prevenzione del tumore al seno.
 
Dott.ssa Ancona, la mammografia è sufficiente per diagnosticare un tumore?
“La sensibilità della mammografia (capacità di individuare un tumore) per quanto alta, è intorno al 77-80%: circa il 20% dei tumori può non rendersi visibile, o perchè troppo piccoli o con caratteristiche istologiche particolari o ancora perchè la struttura radiologica della ghiandola mammaria è talmente densa, tanto da essere opaca e mascherare eventuali lesioni presenti”.
 
E la mammografia con tomosintesi è più attendibile?
“Proprio per superare tali limiti, è stata introdotta la Mammografia 3D-Tomosintesi. La Tomosintesi-Mammografia 3D è un’evoluzione tecnologica della Mammografia digitale. Si tratta sempre di un esame mammografico con riprese multiple dell’organo che opportunamente rielaborate da un software, permettono una lettura dell’organo “a fette” ovvero strati più o meno sottili, al fine di ridurre le sovrapposizioni delle immagini e poter ottenere così una maggiore definizione delle lesioni presenti, evitando il mascheramento da sovrapposizione. Con l’uso della tomosintesi la sensibilità dell’esame aumenta e raggiunge l’85%. Bisogna però sempre ricordare che non esiste alcun test che ha il 100% della sensibilità e specificità: ovvero infallibile”.
 
I raggi a cui le pazienti sono esposte durante la mammografia sono pericolosi per la salute?
“Le dosi erogate dalle moderne apparecchiature sono così basse che non rappresentano più un problema. E’ dunque da sfatare la paura di danno da radiazioni. Non è tra l’altro un esame doloroso come a volte viene raccontato nell’immaginario collettivo”.
 
Qual è il momento del mese migliore per una donna per sottoporsi alla mammografia, tenendo conto del ciclo mestruale?
“Per l’esecuzione del test, non c’è alcuna limitazione temporale. Solo per alcune donne che hanno intenso dolore in fase premestruale l’esame può essere programmato dopo il ciclo”.
 
Si può fare la mammografia durante l’allattamento?
“Per un esame di controllo routinario è preferibile rinviarlo alla fine dell’allattamento, poiché la mammella in questa fase funzionale è particolarmente densa e difficilmente esplorabile. Solo in casi di sospetto tumore può essere eseguito un esame mammografico in allattamento. La mammografia non incide in alcun modo sulla prodiuhe n
 
La tipologia del tessuto mammario può incidere sull’esito dell’esame?
“Il tessuto ghiandolare nelle donne vari, perché è più o meno denso e può rappresentarsi con una struttura altamente densa e radiopaca o trasparente. Le strutture più dense che sono prevalentemente appannaggio delle donne più giovani, possono oscurare lesioni presenti nella mammella. Infatti questo problema crea un limite proprio dell’organo allo studio mammografico. Necessaria in questi casi è l’integrazione con altri test come l’ecografia”.
 
In caso di mammografia dubbia come si procede?
“La paziente in cui è presente un dubbio mammografico viene sottoposta ad esami complementari alla mammografia quali la ecografia, la risonanza magnetica o mammografia con contrasto ed infine in caso di dubbio o sospetto a prelievo cito-istologico al fine di tipizzare una lesione in fase di eventuale pre intervento. Tutto questo iter diagnostico deve avvenire secondo un percorso razionale, nel rispetto delle Linee Guida, possibilmente da parte di un unico operatore”.
 
Il referto della mammografia quali indicazioni può fornire?
“Il referto scritto è importantissimo ma ancora più importante è la comunicazione della diagnosi da parte del medico direttamente alla paziente e la spiegazione chiara e semplice dell’iter da intraprendere. Nel referto mammografico oltre alla descrizione della struttura della mammella, vengono descritte una o più eventuali lesioni definendole come sede, dimensioni, caratteristiche. La parte però principale del referto sono le conclusioni. Laddove le conclusioni non sono possibili, bisogna indicare nel referto il successivo iter diagnostico da intraprendere e con quali esami”. 


Per ulteriori informazioni è possibile contattare la struttura allo 080 5040111 oppure scriverci tramite form.
 

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