Salus Hospital / 17 febbraio 2019

Rinnovata l'Unità Operativa di Oculistica del Salus Hospital

Rinnovata l'Unità Operativa di Oculistica del Salus Hospital
Il dott. Renzo Carpi, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica del Salus Hospital di Reggio Emilia, ci spiega tutte le novità introdotte e quali saranno i benefici per i pazienti.
 
 
Dottor Carpi, quali sono le implementazioni fatte all'interno della sua unità operativa?
 
Abbiamo lavorato nell'ottica del continuo miglioramento delle nostre prestazioni, in diversi servizi molto richiesti dai pazienti. In primo luogo, sono stati rinnovati i tre ambulatori oculistici dotandoli di strumentazioni di ultima generazione con la finalità di offrire ai pazienti un servizio ancora più completo e professionale.
E' stato attivato un nuovo ambulatorio di oftalmologia pediatrica e ortottica per il controllo e la cura di eventuali patologie e difetti di vista dei piccoli pazienti e gli eventuali trattamenti rieducativi necessari. L’ambulatorio pediatrico si avvarrà delle prestazioni di una specialista oculista dedicata e di una ortottista.
Sono stati attivati inoltre dei percorsi diagnostici specifici per le due principali patologie che interessano l’apparato visivo: glaucoma e maculopatia. Questi percorsi diagnostici consistono nell'effettuare, in un solo accesso, tutte quelle visite ed esami strumentali necessari per lo screening e la corretta diagnosi.
Infine, è stata implementata la strumentazione per la chirurgia refrattiva, che consiste nell’impianto di lenti intraoculari che correggono astigmatismo e presbiopia
 

Quali sono i macchinari e i dispositivi nuovi di cui si è dotata la struttura?
 
Oltre a rinnovare la strumentazione di base, abbiamo completato il percorso diagnostico e terapeutico per il glaucoma, la degenerazione maculare senile e la cataratta, dotandoci di un ecografo – UBM (Ultrasound Bio Microscopy), per valutare e misurare le strutture interne dell’occhio, di un nuovo biometro ottico e un biometro-pachimetro, per una valutazione, ancora più precisa, di dimensioni e anatomia delle strutture dell'occhio, quali cornae a bulbo oculare.
Tra i macchinari appena acquistati c’è poi il Laser YAG, per il trattamento dell’opacizzazione secondaria del cristallino - la coseddetta cataratta secondaria - e per la prevenzione degli attacchi acuti di glaucoma mediante iridotomia. E ancora, è stato acquisito un nuovo microscopio chirurgico e sono in arrivo un nuovo facoemulsificatore e un angio OCT per la diagnosi e iI controllo delle degenerazioni retiniche, e in particolare delle maculopatie.
 

Quali saranno i principali benefici che i pazienti trarranno da queste novità?

Per quanto riguarda la parte chirurgica sicuramente ci sarà ulteriore sicurezza e precisione negli interventi di chirurgia refrattiva, quelli volti cioè a eliminare o ridurre difetti di vista come l’astigmatismo e la presbiopia, ma anche la miopia elevata.
Per quanto riguarda la parte diagnostica, i percorsi dedicati a glaucoma e maculopatie permetteranno ai pazienti di arrivare a diagnosi accurate in un solo accesso. Con l’attivazione dell’ambulatorio ortottico di oftalmologia pediatrica specifico saremo in grado di offrire prestazioni a pazienti in età pediatrica, in uno spazio e con personale dedicato. 
 

Dottor Carpi, lei ha oltre trent’anni di esperienza medica: che direzione sta prendendo l’oculistica e dove si colloca il Salus Hospital in questo panorama?
 
La tendenza generale è quella di proporre dei percorsi completi di cura che vanno dalla diagnosi alla terapia, anche in centri piccoli.
Al Salus Hospitalil paziente viene seguito durante tutto il suo percorso diagnostico e terapeutico fino alla procedura chirurgica, realizzata in sale operatorie dedicate e mediante strumentazioni all'avanguardia.
Il nostro obiettivo è di fornire servizi sempre migliori nel trattamento delle maculopatie nell’anziano, al momento infatti la degenerazione maculare senile è una delle patologie più invalidanti per la terza età.
Il traguardo che ci siamo prefissati è di riuscire ad arrivare a diagnosi sempre più precoci fornendo percorsi di riabilitazione che consentano al paziente di recuperare o quantomeno di mantenere il più possibile l’autosufficienza.


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