Salus Hospital / 02 luglio 2018

Ortopedia protesica mininvasiva: la soluzione ai danni dovuti all'artrosi del ginocchio

Ortopedia protesica mininvasiva: la soluzione ai danni dovuti all'artrosi del ginocchio
L’articolazione del ginocchio è spesso interessata dall’artrosi, una patologia dovuta al fenomeno di usura della cartilagine di rivestimento che vede ridursi il proprio spessore fino alla sua totale scomparsa. Un certo grado di deterioramento delle articolazioni fa parte dei normali processi di invecchiamento, in molti individui, però, tali processi progrediscono più rapidamente e in maniera più evidente. Quando le articolazioni del ginocchio sono gravemente degenerate, con un’alterazione della loro funzionalità fisiologica, si ricorre alla chirurgia protesica. Ne abbiamo parlato con il dott. Rodolfo Rocchi, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia del Salus Hospital di Reggio Emilia.

“L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è prevalentemente una patologia dell’età avanzata – spiega il dott. Rocchi. Il paziente lamenta dolore al ginocchio all’inizio del movimento, che di solito diminuisce con l’attività, salvo poi ripresentarsi successivamente quando l’articolazione è sottoposta a lavoro eccessivo. Le condizioni predisponenti sono il sovrappeso, le alterazione dell’allineamento del ginocchio già visibili nell’età infantile (ginocchio varo e valgo), la sedentarietà, il sovraccarico, i ripetuti infortuni, operazioni di rimozione del menisco e da ultimo la predisposizione genetica”.

“I trattamenti che vengono intrapresi in caso di gonartrosi sono diversi. Nelle fasi iniziali si può ricorrere alla terapia farmacologica, utilizzata per alleviare la sintomatologia, ma non in grado di arrestarne la progressione. Di utile ausilio possono anche essere le sedute di fisioterapia, della specifica ginnastica articolare e l’adozione di misure per un corretto stile di vita come il controllo del peso. Essendo l’artrosi del ginocchio una patologia che evolve con il tempo, è necessario intervenire tempestivamente, altrimenti si rischia di andare incontro ad alterazioni dell’aspetto esterno dell’articolazione con conseguente diminuzione dei movimenti”.

“Nelle forme particolarmente avanzate d’artrosi, in cui la funzionalità dell’articolazione risulta compromessa in modo severo e irreversibile, si ricorre all’artroprotesi, ovvero l’impianto di una protesi articolare di ginocchio. Il risultato a cui tende la chirurgia protesica è quello di diminuire il dolore e di ripristinare la funzionalità fisiologica dell'articolazione e quindi consentire una vita normale. L’artroprotesi può riguardare tutto il ginocchio, in tutti i suoi compartimenti, oppure soltanto una parte di esso. Le protesi devono essere biocompatibili e sostituire in maniera funzionale i componenti dell’articolazione, possono essere realizzate con diversi materiali, ad esempio lega di cobalto e cromo o più raramente titanio. Un inserto in polietilene svolge l’attività della cartilagine articolare”.

“Gli interventi di artroprotesi che eseguiamo al Salus Hospital – continua il dott. Rocchi – sono effettuati con tecniche chirurgiche mininvasive e si possono distinguere, a seconda della parte del ginocchio interessata, in protesi monocompartimentale, protesi totale, e revisione protesica. Si parla di protesi monocompartimentale quando l’intervento interessa un solo compartimento, esterno o interno, del ginocchio. L’incisione praticata è di circa 7- 8 centimetri, si conservano i legamenti e il tendine del quadricipite è interessato solo parzialmente. Questa tecnica chirurgica ha un decorso post-operatorio più rapido in ragione della minore invasività. L’intervento di protesi totale si esegue quando il danno articolare risulta essere più severo. Viene praticata una mini incisone di 10-14 centimetri, dopodiché le superfici di cartilagine danneggiate e una piccola quantità di osso sottostante alle estremità del femore e della tibia vengono rimosse e sostituite con componenti che ricreano la superficie dell'articolazione. L’intervento di revisione protesica invece, consiste nel sostituire la vecchia protesi con tecniche che impediscono la perdita di sostanza ossea”.

“Prima dell’intervento il paziente sarà sottoposto a tutti gli esami di laboratorio, quali analisi del sangue, elettrocardiogramma, radiografie e visita anestesiologica, e, se necessario, ulteriori accertamenti. Sarà inoltre informato circa le modalità di intervento. Nelle prime 48 ore dopo l’intervento, al paziente verrà applicato un drenaggio intra-articolare, che verrà in seguito sostituito da una calza elastica da indossare fino al ripristino della funzionalità fisiologica. Nei giorni successivi l’intervento, il fisioterapista seguirà il paziente per attuare un programma riabilitativo, che dovrà proseguire anche dopo le dimissioni”.

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