Piede diabetico: l’importanza della prevenzione

Piede diabetico: l’importanza della prevenzione
Igiene e cura dei piedi sono azioni essenziali per soggetti diabetici in grado di aiutare a prevenire e contrastare l’insorgenza del “piede diabetico”, una complicanza molto frequente del diabete, causata dal restringimento o dall’occlusione delle arterie degli arti inferiori.

Dalla-Paola-Luca.jpgA spiegare nel dettaglio come affrontare la patologia, il Prof. Luca Dalla Paola, responsabile dellUnità Operativa del trattamento piede diabetico di Maria Cecilia Hospital (Ravenna) e dell’Ospedale San Carlo di Nancy (Roma)Il dottor Dalla Paola ha ricevuto di recente il premio Paul Brand Memorial Lectureship 2016, riconoscimento internazionale assegnato a quanti si sono distinti per aver salvato dall’amputazione gli arti colpiti da diabete mellito e per aver contribuito all’innovazione e al miglioramento degli interventi.   
 

Dottor Dalla Paola, cosa si intende per “piede diabetico” ?

Quando sulla cute del piede e della caviglia si presentano lesioni ulcerative, si parla di  “piede diabetico”. Queste lesioni tendono a svilupparsi in presenza di una infezione che può coinvolgere i tessuti profondi e le strutture ossee del piede. In almeno la metà dei pazienti la componente infettiva si unisce ad una riduzione della circolazione arteriosa (arteriopatia periferica) che rappresenta un ulteriore elemento per una prognosi negativa. Se le ferite non vengono trattate in modo adeguato e tempestivo, possono avere come conseguenza l’ amputazione dell’arto o la comparsa di setticemia, molto pericolosa per la vita del paziente.

 

Chi ha il diabete incorre sempre nel rischio di avere questa complicanza? 


Non tutti i soggetti diabetici rischiano di sviluppare tali complicanze a carico dei piedi. In letteratura la percentuale di pazienti diabetici che nell’arco della propria vita affronteranno tale disturbo e quindi saranno colpiti dall’evento ulcerativo si aggira intorno al 15% dei casi.

 

Come il diabete può incidere sulla salute dei piedi? Quali sono le cause?


Il diabete agisce sui nervi e sulle arterie. Nel primo caso i danni sono causati dagli alterati livelli di glucosio nel sangue. Si parla infatti di neuropatia diabetica che comporta una riduzione della sensibilità termica, tattile e dolorifica e dall’altra crea una alterazione anatomica con la successiva formazione di aree di ipercarico (per esempio all’apice delle dita, in sede plantare in corrispondenza delle teste metatarsali) che tendono a ulcerare.  Per quanto riguarda le arterie, il diabete determina un deficit vascolare, per cui arriva una quantità ridotta di sangue e di ossigeno al piede che diventa ischemico e più propenso allo sviluppo di necrosi e gangrena.



Igiene e prevenzione possono limitare i danni? Cosa bisogna fare?


E’ importante avere cura dei piedi. In presenza di un’arteriopatia periferica bisogna ad esempio prestare grande attenzione al modo in cui si tagliano le unghie, in quanto anche una minima lesione su una cute fragile si può trasformare in una ferita più seria.
E’ consigliato inoltre rivolgersi al proprio medico di base o al proprio diabetologo o al podologo per avviare un corretto programma di prevenzione che stabilisca il livello di rischio di ogni singolo paziente.



Il piede diabetico ha un notevole impatto sociale ed economico in Italia, perché?


La patologia ha un impatto socio-sanitario ed economico oneroso. Non solo, ha una forte incidenza anche in termini di morbilità, di mortalità e perdita di qualità di vita. Tanto è vero che per esempio negli Stati Uniti l’assorbimento di risorse per il trattamento del piede diabetico è stato considerato più elevato dei costi per l’assistenza dei 5 più comuni tipi di tumore. Il piede diabetico anche in Italia deve essere considerato una patologia cronica, in quanto comporta elevati livelli di inabilità e numerosi costi comprendenti terapie mediche, interventi chirurgici, ospedalizzazioni e impiego di tecnologia d’avanguardia. 

 

Come il Centro di Cotignola è diventato una realtà di eccellenza?


La nostra Unità Operativa del Maria Cecilia Hospital di Cotignola  si pone come punto di riferimento per i Centri di Diabetologia e per i Centri Ospedalieri, in quanto accoglie pazienti provenienti da tutta Italia e anche dall’Europa. Solitamente prendiamo in carico casi sia urgenti che elettivi e offriamo loro un percorso di cura completo a 360 gradi. Il nostro obiettivo è chiaramente il salvataggio dell’arto e della vita del paziente evitando amputazioni che riducano significativamente la qualità di vita dei nostri pazienti.



Quali sono i servizi a disposizione dei pazienti?


La nostra struttura è una sorta di ospedale nell’ospedale, e conta su una organizzazione complessa e articolata con la possibilità di effettuare ricoveri e di eseguire attività ambulatoriali dedicate ai pazienti. In questo modo riusciamo a ridurre i tempi di degenza e di trattamento visto che consideriamo il tempo una variabile critica per salvare l’arto a rischio. 

 

Quanti interventi vengono eseguiti al Maria Cecilia Hospital ogni anno? Quanti di questi permette il salvataggio degli arti? 


Sono oltre i mille i pazienti che ogni anno trattiamo in regime di ricovero. Mentre a livello ambulatoriale eseguiamo diverse decine di migliaia di visite.  Grazie al nostro approccio multidisciplinare al trattamento della patologia, dove le diverse competenze ruotano attorno al paziente sulla base delle necessità individuali, abbiamo oggi raggiunto una ottima percentuale di salvataggio d’arto, superiore al 90%.


> Leggi anche: Prof. Luca Dalla Paola riconoscimento internazionale per studi e trattamento sul piede diabetico

 

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