Ospedale San Carlo di Nancy / 30 ottobre 2018

Protesi ad ancoraggio biologico per anca e ginocchio: di cosa si tratta?

Protesi ad ancoraggio biologico per anca e ginocchio: di cosa si tratta?
Ne parliamo con il Dott. Ferdinando D'Imperio, Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Ospedale San Carlo di Nancy
 
 
Cosa sono e a cosa servono le protesi ad ancoraggio biologico?
 
Si tratta di dispositivi sostitutivi dell'articolazione, dell'anca o del ginocchio. Per “biologico” si intende che il dispositivo si impianta direttamente all'osso, in maniera naturale, senza l'interposizione di uno strato di cemento. Da oltre trent'anni la mia esperienza si è perfezionata proprio sulle protesi ad ancoraggio biologico, poiché l'Italia e la scuola romana sono state tra le prime a introdurle nell'ambito della chirurgia ortopedica, soprattutto per quel che concerne l'anca. All'ospedale San Carlo di Nancy ne utilizziamo oltre mille all'anno (un numero importante) con risultati molto positivi dal punto di vista della ripresa funzionale del paziente.
 
Qual è la tipologia di paziente a cui vengono applicate queste protesi?
 
Il paziente tipo presenta una patologia artrosica dell'anca, cioè una degenerazione articolare della cartilagine che nel tempo può condurre a serie limitazioni e soprattutto alla zoppìa sotto carico. La protesi porta alla sostituzione completa dell'articolazione, ripristinandone la funzione. L'età del paziente nella maggior parte dei casi va dai 60 anni in su, anche se esistono casi di giovani che per episodi traumatici vanno incontro alla degenerazione dell'articolazione dell'anca. Per costoro si studiano delle protesi specifiche che abbiano una maggior conservazione ossea.
 
Quali sono i vantaggi di una protesi?
 
L'ancoraggio biologico non è altro che la fissazione diretta del mezzo metallico all'osso, quindi non c'è interposizione di un ulteriore materiale, come il cemento, che si utilizzava negli anni scorsi e che dava vita a numerose complicanze, dovute alla sua usura nel tempo. L'altro importante vantaggio è che una volta ancorato questo mezzo metallico alla superficie ossea essi quasi si fondono, facendo sì che la protesi duri un'intera vita senza più spostarsi, a meno di possibili complicanze, come fratture o infezioni (per fortuna casi molto rari).
 
E per quanto riguarda i tempi di recupero?
 
I tempi di recupero dopo un impianto di una protesi ad ancoraggio biologico sono molto rapidi, perché la fissazione avviene a incastro e pressione sull'osso: per cui il paziente è in piedi dal giorno dopo l'intervento. Nei primi tempi dal post-operatorio ci si aiuta però con un appoggio e con l'assistenza di un buon fisioterapista, che consenta di riprendere una deambulazione corretta dopo 40 – 50 giorni. Questo perché l'ancoraggio dal punto di vista biologico non è immediato ma ha bisogno di tempi fisiologici affinché il materiale della protesi si àncori del tutto all'osso attraverso la ricrescita di quest'ultimo intorno alle trabecole.

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