La turbinectomia è la rimozione di tutte le strutture turbinate, o di una loro parte, attaccate alla parete del naso, a causa di un’eccessiva
ipertrofia della mucosa. Questo intervento permette, nella maggior parte dei casi, il miglioramento della qualità della vita, ma può portare alcune persone a manifestare sintomi riconducibili ad una rara patologia conosciuta come di
Sindrome del Naso Vuoto. Ne abbiamo parlato con il
prof. Rosario La Rosa, specialista
otorinolaringoiatra di
Clinica Privata Villalba di Bologna, il quale ha messo a punto un innovativo protocollo diagnostico e terapeutico, unico nel suo genere, per il trattamento di questa patologia.
Prof. La Rosa, in cosa consiste la Sindrome del Naso Vuoto?
La
Sindrome del Naso Vuoto, o
Empty Nose Syndrome (ENS), è una patologia respiratoria del naso poco conosciuta. Si tratta della conseguenza di un esagerato trattamento chirurgico destinato ad ampliare le fosse nasali, con la rimozione completa o parziale dei turbinati. Si manifesta nei pazienti che hanno subito la resezione chirurgica di uno o di entrambi i turbinati inferiori o medi (turbinectomia), le formazioni carnose che umidificano, riscaldano e depurano l’aria inspirata.
Cosa comporta nel tempo questa patologia?
Asportare chirurgicamente i turbinati modifica la corretta dinamica del flusso d’aria che non riesce a regolarizzarsi, provocandone un rallentamento e riducendo la stimolazione dei recettori olfattivi. Con il tempo si possono presentare disturbi fastidiosi dovuti ad un eccessivo passaggio d’aria attraverso le narici. Le cause di questa condizione possono portare a modificare l’olfatto e la percezione degli odori e ad indurre il continuo bisogno di forzare l’inspirazione. Porta infine ad una sensazione di difficoltà nella respirazione.
Come si interviene a Clinica Privata Villalba?
Presso
Clinica Privata Villalba di Bologna abbiamo messo a punto un innovativo protocollo diagnostico e terapeutico, unico nel suo genere. Il trattamento chirurgico ha lo scopo di ricostruire i turbinati nelle proporzioni calcolate da un sistema basato su un software particolare che, attraverso immagini
TAC tridimensionali, visualizza le aree delle cavità nasali sulle quali è necessario intervenire.
Dopo alcuni
esami preliminari, tra cui un esame citologico, un’analisi anatomopatologica della mucosa nasale interessata, uno studio batteriologico e una
TAC ad altra risoluzione del naso e dei seni paranasali, si esegue un’endoscopia con documentazione fotografica.
È proprio in questa fase che usiamo lo
S.N.I.F.F (Simalution For Nasal Internal Flow Forecast) un
software per lo studio dell’aerodinamica nasale. Simula l’andamento del flusso aereo ventilatorio nasale e permette di generare, per ogni singolo paziente, un modello tridimensionale che evidenzia le zone dove i flussi mostrano situazioni critiche e suggerisce dove intervenire per ristabilire delle condizioni di parametri di normalità. L’innovazione fornita dal software consiste nella preparazione strutturale dell’innesto: grandezza, lunghezza e spessore, sede dell’impianto. Peculiarità che non possono essere create “a caso” dal chirurgo. Ogni minimo dettaglio va inquadrato sul piano tecnico.
Quali sono i benefici post operatori?
Con il trattamento chirurgico andiamo a ricostruire i turbinati, permettendo al paziente di tornare a respirare in maniera normale. I benefeci sono soprattutto anche psicologici poiché la natura cronica dei sintomi di questa patologia ha un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente e in alcuni casi si può arrivare anche ad un disagio data la difficoltà di concentrazione, ansietà e depressione che spesso porta con sé. I pazienti, dimenticati i disturbi più opprimenti, ritrovano serenità e riposo, riprendendo così una vita normale.
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