San Pier Damiano Hospital / 17 maggio 2022

Tiroide: ascoltiamo i suoi segnali e riconosciamo i sintomi

Data ultimo aggiornamento: 17 maggio 2022
tiroide sintomi, esami e cura
Come un grande direttore d'orchestra, la tiroide è una ghiandola endocrina che secerne ormoni, che regolano le principali funzioni del nostro corpo, influenzando, fra gli altri, il metabolismo, il sonno, la temperatura corporea, il sistema nervoso e la frequenza cardiaca. Ecco perché è una ghiandola da non sottovalutare.

La frenesia di ogni giorno fa passare spesso inosservati alcuni piccoli segnali che potrebbero essere importanti SOS da parte del corpo umano. La scelta di far luce su quest’organo, specchio della nostra salute, è giustificata dall’elevata diffusione della patologia tiroidea e dal suo impatto sulla qualità della vita in tutte le fasce di età.

Le alterazioni della tiroide non sempre provocano sintomi eclatanti, pertanto è importante controllarla periodicamente, in ogni caso e soprattutto quando è presente una familiarità per patologie tiroidee. Le patologie che la riguardano possono essere di due tipi: strutturali e funzionali.

Nel primo caso siamo in presenza di noduli (o cisti). 

I noduli possono essere solidi, misti o completamente liquidi (in questo caso prendono il nome di “cisti”), di natura benigna o maligna, e possono presentarsi come singole formazioni di varie dimensioni, oppure possono essere numerosi e aggregati tra loro, andando a formare quello che si chiama gozzo multinodulare, a volte di dimensioni considerevoli tale da determinare la compressione delle strutture circostanti, come ad esempio la trachea. Le cisti sono noduli a basso rischio di malignità, ma anch’esse possono raggiungere dimensioni tali da provocare sintomi compressivi. 
Risulta fondamentale accertare la natura di queste formazioni, così da scongiurare la possibile presenza di tumori tiroidei.

Quando parliamo invece di alterazioni funzionali della tiroide si tratta di situazioni caratterizzate da uno squilibrio ormonale, che può creare diversi disturbi, più o meno evidenti al paziente a seconda del tipo di alterazione. 
Le alterazioni tiroidee funzionali possono essere di due tipi: l’eccessiva o la ridotta produzione di ormoni tiroidei sono responsabili rispettivamente dell’ipertiroidismo o dell’ipotiroidismo.

Quando parliamo di ipertiroidismo il metabolismo del paziente è accelerato: la persona è soggetta a tachicardia, palpitazioni, tremori sudorazione, dimagrimento, stanchezza, disturbi ansioso-depressivi, disturbi dell’alvo e, più raramente, del ciclo mestruale nella donna.

Con l’ipotiroidismo la situazione è opposta: il paziente può avvertire stanchezza (sintomo molto aspecifico, presente in tantissime altre patologie), intolleranza al freddo, può presentare rallentamento dell’attività cardiaca e, più raramente, disturbi dell’alvo, irregolarità mestruali nella donna e, in caso di ipotiroidismo grave, aumento del peso ed edemi.

Ma i sintomi delle alterazioni ormonali che coinvolgono la tiroide sono sempre così evidenti? Ci confrontiamo per questo con la Dott.ssa Valeria Cenci, medico specialista in Endocrinologa, che lavora al San Pier Damiano Hospital di Faenza.

Quali sono i sintomi di un problema alla tiroide?

I sintomi delle malattie della tiroide sono comuni a molte malattie, perciò è talvolta difficile individuare e identificare un problema dovuto a una disfunzione della tiroide. Pertanto, tutti i sintomi e i segni vanno ascoltati e analizzati rivolgendosi al medico. In presenza di un’alterata funzione della tiroide (ipertiroidismo ed ipotiroidismo) ci sono alcuni sintomi che possono essere caratteristici, ma molti altri sono del tutto aspecifici. È importante sottolineare che questi sintomi possono essere più evidenti al paziente sin da subito nel caso dell’ipertiroidismo oppure possono essere più subdoli e sfumati nel caso dell’ipotiroidismo, che raramente è sintomatico, se non quando è molto grave e/o presente da tempo.

Ma vediamoli quali sono questi sintomi:
  • Alterazione del peso, caratterizzato nell’ipertiroidismo da una sua riduzione, a causa di un’accelerazione del metabolismo, e nell’ipotiroidismo (in questo caso solo se grave o instaurato da tempo) da un suo aumento, per effetto della riduzione dell’attività metabolica e per un aumento della ritenzione di liquidi.
  • Debolezza e stanchezza, ovvero perdita di energia e forza muscolare che si manifestano già all’inizio di un nuovo giorno, nonostante una notte di riposo regolare.
  • Alterazioni della sfera psico-intellettiva che, nelle forme più severe, si manifesta con segni molto aspecifici: nell’ipertiroidismo con insonnia, nervosismo e sbalzi di umore; nell’ipotiroidismo con disturbi della memoria, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, pensiero rallentato, scarso rendimento scolastico e/o lavorativo.
  • Intolleranza al caldo nell’ipertiroidismo ed al freddo nell’ipotiroidismo, per un disaccoppiamento energetico tra necessità metaboliche dell’organismo e alterata funzione della tiroide. Ciò significa che il metabolismo basale dell’organismo produce più o meno calore rispetto alle necessità del corpo per effetto di un eccesso o difetto di ormoni tiroidei.
  • Alterazione dell’attività cardiaca, per effetti diretti degli ormoni tiroidei sulle fibrocellule muscolari cardiache, sulle pareti vascolari e sul sistema neuro-vegetativo. Quindi, in presenza di un eccesso di ormoni tiroidei il paziente riferisce frequenza cardiaca accelerata (tachicardia) e palpitazioni, mentre in presenza di una ridotta produzione può presentare un battito cardiaco più lento (bradicardia), respiro corto sotto sforzo e dispnea (“fame” d’aria).
  • Disturbi intestinali, secondari all’azione sulla muscolatura intestinale degli ormoni tiroidei che, nel caso dell’ipertiroidismo, si caratterizza per un aumento della contrazione muscolare intestinale con produzione di feci poco formate, mentre nel caso dell’ipotiroidismo, per una ridotta motilità intestinale, che si traduce in possibile stipsi.
Per quanto riguarda le donne, le malattie funzionali della tiroide possono determinare disordini del ciclo mestruale e problemi di fertilità (percentuali ridotte di concepimento, difficoltà di impianto, aborti spontanei ed altri problemi al feto). Il legame tiroide/fertilità non è del tutto chiaro, ma è comunque certo. Tra le cause che potrebbero interferire direttamente con l’impianto dell’ovulo fecondato ci potrebbe essere l’autoimmunità tiroidea (da sola o in associazione con altri tipi di autoimmunità sconosciuti), in particolare nel caso in cui essa porti all’insufficienza della funzione tiroidea o all’ipertiroidismo. La ridotta attività della tiroide materna o la produzione eccessiva di ormoni tiroidei possono creare problemi al prodotto del concepimento, in particolare nei primi tre mesi di vita.

Quali sono gli esami consigliati per valutare la salute della tiroide?

Gli esami che devono essere eseguiti per uno screening morfo-funzionale corretto della tiroide sono i seguenti.
  • Dosaggio nel sangue di TSH, fT3 e fT4, che ci permettono di verificare la funzione tiroidea. Il dosaggio del TSH reflex invece è un protocollo diagnostico che, in prima istanza, valuta il solo TSH che, se normale, non darà seguito alla misurazione degli ormoni tiroidei liberi (fT4 e fT3), che saranno, invece, valutati sullo stesso campione di sangue se il suo valore è fuori dall’intervallo di normalità. Questo metodo, quindi, serve soprattutto a risparmiare risorse e a evitare inutili sprechi, ma andrebbe utilizzato solo in controlli successivi, dopo che è già stata effettuata una prima valutazione, in quanto esistono patologie tiroidee (seppur molto rare) che possono mostrare un TSH normale ma con fT3 e fT4 alterati (un esempio è l’ipotiroidismo secondario o “centrale”).
  • Ecografia della tiroide, un esame non invasivo, non doloroso, non associato a somministrazione di radiazioni e pertanto eseguibile a qualsiasi età e in qualsiasi periodo della vita fertile, che consente di evidenziare un’eventuale patologia nodulare della ghiandola e altre alterazioni strutturali.
Si possono poi eseguire esami di secondo livello:
  • Agoaspirato tiroideo, che serve per inquadrare la natura benigna o maligna di un nodulo tiroideo.
  • Dosaggio nel sangue degli autoanticorpi tiroidei (antitireoglobulina, anti-tireoperossidasi e anti-recettore del TSH), che consente di verificare l’eventuale presenza di patologie immunitarie a carico della tiroide stessa. Questi dosaggi vanno effettuati solamente in presenza di un’alterata funzione oppure nel sospetto di un danno alla tiroide evidenziabile ecograficamente.
  • Scintigrafia tiroidea con tecnezio, che permette di valutare le parti della tiroide più o meno “funzionanti”. È un esame che viene eseguito solo in particolari circostanze e che, in alcuni casi, consente allo specialista di decidere se e su quale/i nodulo/i va eseguito un agoaspirato.

Quali possono essere invece le terapie consigliate?

Le soluzioni per curare ipo- e ipertiroidismo devono essere attentamente discusse con il proprio specialista.
Nei casi di ipotiroidismo si utilizza una terapia sostitutiva dell’ormone mancante con un ormone sintetico: la levotiroxina, che non è un farmaco ma appunto una “sostituzione” e può essere pertanto prescritta in assoluta sicurezza a donne in gravidanza ed ai bambini.
La terapia per l’ipertiroidismo invece consiste nella somministrazione di farmaci anti-tiroidei, quando non vi sia indicazione a terapie cosiddette definitive (per esempio, la terapia chirurgica o la terapia radiometabolica con I-131).

In conclusione, ogni cellula del nostro organismo riceve l’influenza della tiroide. Pertanto, è consigliabile controllare periodicamente la funzione e la struttura della ghiandola, non solo per la prevenzione primaria (screening) ma soprattutto in caso di storia familiare di patologie tiroidee e in caso di eventuali segni o sintomi che possono essere spie d’allarme di un problema sottostante.
 

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Revisione medica a cura di: Dott.ssa Valeria Cenci

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