Ospedale San Carlo di Nancy / 02 dicembre 2017

Trattamenti su misura al Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy

Trattamenti su misura al Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy
Adeguare il trattamento chirurgico e l’eventuale scelta dell’impianto alla tipologia di paziente e all’anatomia dell’osso. È questo l’obiettivo che è stato portato avanti negli anni dal Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma diretto dal dott. Mario Tartatore. Il Dipartimento è un punto di riferimento e di eccellenza sul territorio, prima nella provincia di Roma e seconda nel Lazio per il numero di volume di ricoveri per protesi al ginocchio nel 2016.

“La nostra filosofia è stata da sempre quella di unire le aspettative e le esigenze del paziente alle più moderne opzioni diagnostiche e terapeutiche presenti nel panorama ortopedico. Per questo ogni trattamento che eseguiamo è unico, perché mettiamo al primo posto la valutazione del singolo paziente, della sua storia e del suo stile di vita, e a questo accoppiamo poi le più moderne competenze in ambito ortopedico traumatologico e protesico”. Spiega così il dott. Fernando D’Imperio, responsabile dell’Unità di Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma, nonché presidente del 54° Congresso annuale dell’Associazione Laziale Ortopedici Traumatologi Ospedalieri – ALOTO organizzato a Rieti il 2 Dicembre, appuntamento che verte sulla fissazione biologica nelle protesi totali di anca.

"Il numero di traumi sia negli anziani che nei giovani, in particolar modo sportivi, è sempre in aumento" prosegue il dott. D'Imperio. "Secondo le stime sappiamo che in Italia vengono effettuati circa 75-80mila interventi di protesi d’anca ogni anno. Circa l’1% dei pazienti operati subisce una frattura dopo protesizzazione, in particolare gli anziani a causa della fragilità dell’osso. Questo dato è in aumento, visto da un lato l’aumento dell’età media e quindi degli anziani che subiscono frattura dell’anca e conseguente intervento di protesi, e dall’altro l’avvento di tecniche diagnostiche e terapeutiche sempre più d’avanguardia che permettono l’accesso alle metodiche chirurgiche a sempre più persone".

Proprio le protesi ad ancoraggio biologico, dette anche non cementate, sono uno degli esempi di medicina d’avanguardia che l’Unità di Traumatologia ha portato avanti nel tempo. Oggigiorno diventate d’uso clinico abituale per il trattamento di pazienti giovani in gran parte d’Europa, si tratta di protesi che preservano il tessuto osseo del paziente, riducono le complicanze e permetto la ricrescita ossea intorno alla lega di titanio di cui sono fatte. Presso l’Unità di Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma queste protesi sono oggi impiegate anche in molti dei pazienti anziani.

L’Unità Operativa si è anche storicamente sempre occupata di traumatologia sportiva. È infatti presente un ambulatorio dedicato alla diagnosi e cura dei pazienti di ogni età con traumi conseguenti alla pratica sportiva (agonistica e non) e infortuni traumatici da sovraccarico funzionale, che fornisce un percorso terapeutico mirato, supportato dai servizi diagnostici necessari a seconda del caso clinico.

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