San Pier Damiano Hospital / 27 novembre 2018

Aneurisma dell’arteria splenica: donna salvata a San Pier Damiano Hospital

Aneurisma dell’arteria splenica: donna salvata a San Pier Damiano Hospital
Un caso critico di aneurisma dell’arteria splenica è stato risolto al San Pier Damiano Hospital di Faenza grazie all’intervento dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare coordinata dal Dott. Giulio Boscarino.
 
La paziente, una donna di 54 anni, si è rivolta alla struttura faentina e nel corso della prima visita ha mostrato persistenti difficoltà digestive e dolori lombari, sintomi per i quali l’ecografia suggerita dal medico di base aveva già escluso cause a livello biliare. L’indagine approfondita fatta al San Pier Damiano Hospital ha permesso di diagnosticare la presenza di un aneurisma di grandi dimensioni dell’arteria splenica, ovvero una grave dilatazione del vaso sanguigno principale che irrora la milza e il pancreas, e di programmare tempestivamente l’intervento.
 
“La mortalità per questa tipologia di eventi può raggiungere il 90% - racconta il Dott. Boscarino – la dimensione dell’aneurisma rappresenta il fattore preminente nella rottura anche se lo stile di vita ha un ruolo preponderante con fattori come l’ipertensione, il fumo, la presenza di bronco pneumopatia cronica ostruttiva, la familiarità, il sesso e i traumi addominali”.

Gli aneurismi viscerali coinvolgono circa il 2% della popolazione con incidenza massima fra i 60 e 70 anni. L’aneurisma dell’arteria splenica è uno dei casi più frequenti, inizialmente è spesso asintomatico e viene frequentemente diagnosticato durante indagini mediche di altra origine.

La procedura chirurgica – alla quale hanno partecipato anche il Dott. Euro Piancastelli Responsabile dell’U.O. di Chirurgia Generale e il Dott. Antonio Fimiani Chirurgo Generale - si è svolta in due fasi: inizialmente, in anestesia generale, è stato sostituito il vaso aneurismatico con una protesi sintetica attraverso un’incisione mininvasiva addominale; successivamente l’equipe ha invece asportato la porzione di pancreas strettamente adesa all’aneurisma.
 
La particolarità dell’intervento sta proprio nella metodica combinata, che ha comportato alla degente 6 giorni di ospedalizzazione, salvandola da una imminente rottura dell’aneurisma. L'evoluzione della patologia infatti è quasi sempre caratterizzata dalla progressiva espansione e dalla formazione di trombi, che contribuiscono alle tre maggiori complicanze: la rottura – complicanza più frequente - gli eventi tromboembolici ischemici e la compressione o erosione delle strutture vicine.
 
Una volta dimessa, la paziente è tornata alle sue normali attività quotidiane e dovrà sottoporsi annualmente a un esame ecografico di controllo oltre a seguire una terapia antiaggregante per tutta la vita. 


Per approfondire la tematica, leggi anche Aneurisma aorta addorminale, cos'è e come si cura

 

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