Diabete nella donna: pregravidico, gestazionale e in menopausa

Le fasi del diabete nella donna
Le fasi della vita di una donna sono scandite da modificazioni ormonali che talvolta possono produrre degli squilibri fisiologici in precedenza inesistenti, come il diabete. Gli ormoni estrogeni possono influenzare la glicemia attraverso un aumento della sensibilità all’insulina; il progesterone, invece, può determinare un aumento dell’insulino-resistenza.

Il Professor Marco Comaschi, specialista in Diabetologia, Endocrinologia e Medicina Interna a ICLAS – Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità di Rapallo, spiega la distinzione tra le 3 forme diabetiche che possono comparire nei momenti importanti della vita di una donna.

“Il diabete pregravidico è già presente prima della gravidanza e si tratta, nella quasi totalità dei casi, di un Diabete di tipo 1, già in terapia insulinica – spiega il Prof. Comaschi - e può rappresentare un fattore di rischio per il feto. Infatti, elevati livelli di glicemia possono causare anomalie congenite al sistema cardiovascolare, a quello nervoso, renale e alle vie urinarie del bambino appena concepito. Questo non esclude che una donna diabetica possa concepire un figlio: un accurato e scrupoloso controllo metabolico, che deve iniziare nella fase che precede il concepimento, può abbassare enormemente i rischi di anomalie, tanto da raggiungere gli stessi di una donna non diabetica. È importante quindi che la gravidanza sia pianificata e vi sia un’attenta gestione della glicemia dai 3 ai 6 mesi prima del concepimento”.
In questa fase è utile mettere a punto con il diabetologo, il miglior piano terapeutico per il controllo glicemico e per la terapia insulinica e, inoltre, seguire una dieta adeguata e un programma di attività fisica.

Il diabete gestazionale è un’alterazione del metabolismo del glucosio che si presenta solo durante la gravidanza. Nonostante essa proceda in modo fisiologico, in questi nove mesi alcuni ormoni ostacolano l’azione dell’insulina. È un processo fisiologico al quale l’organismo fa fronte naturalmente ma, a volte, in alcune donne con caratteristiche genetiche particolari (in sovrappeso, obese, con familiarità, con pregresso diabete gestazionale o che hanno partorito neonati con peso superiore ai 4,5 Kg), il pancreas non provvede più alla necessità di produrre insulina e i valori glicemici si alzano. Poiché il diabete gestazionale non dà sintomi, lo screening glicemico viene effettuato su tutte le gestanti in modo da poter intervenire tempestivamente. 

È molto importante, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, far seguire anche l’esame della glicemia plasmatica (ovvero la quantità di zucchero presente nel sangue) per accertare un eventuale diabete pre-esistente. Le donne affette da diabete gestazionale sono predisposte allo sviluppo successivo del diabete di tipo 2 ma questo rischio si può prevenire con una corretta alimentazione e una semplice attività fisica. 

In gravidanza è essenziale che il controllo della glicemia venga eseguito frequentemente, sia a digiuno sia dopo i pasti, – afferma il Professor Comaschi – e il trattamento insulinico è spesso indispensabile e deve essere intensivo. In diversi casi si può valutare l’uso del microinfusore (uno strumento elettronico che rilascia la quantità necessaria d’insulina, ad azione rapida, durante l’intera giornata). Durante la gravidanza i valori di emoglobina glicata (proteina che si trova all’interno dei globuli rossi e che indica i livelli medi di glucosio nel sangue negli ultimi 2-3 mesi circa) devono essere al di sotto del 6,5% ed essere controllati ogni 6 settimane. Insieme ai controlli ematici sarà utile monitorare, con costanza e attenzione, lo stato di salute di mamma e bambino con ripetuti controlli ecografici”.

Nel periodo post-partum, la mamma diabetica può allattare il bimbo al seno, riducendo in questa fase la dose d'insulina, quantità che verrà stabilita dopo ogni controllo glicemico.
Il diabete gestazionale, in genere, non prevede approcci terapeutici particolari, spesso è sufficiente seguire una dieta semplice a base di cereali integrali, frutta, verdura, pesce azzurro perché ricco di Omega 3 e Omega 6, in grado di migliorare la risposta delle cellule dei tessuti all’azione dell’insulina, sempre associata a regolare attività fisica. In circa il 20% dei casi si ricorre all’insulina (quando i valori glicemici sono superiori a 90mg/dl a digiuno, e a 120mg/dl dopo un’ora dal pasto).
In presenza di diabete gestazionale sono necessari controlli ecografici più frequenti per misurare la circonferenza addominale del feto e valutare se sta diventando troppo grosso. Nel diabete gestazionale non possono essere usati farmaci antidiabetici orali.

Durante la menopausa si verificano notevoli variazioni dell’assetto ormonale femminile, con perdita del ciclo mestruale tipico dell’età fertile, netta riduzione degli estrogeni e conseguente prevalenza di produzione di ormoni maschili come per esempio il testosterone. È quindi comune l’aumento di peso, con incremento dell’adipe soprattutto addominale. Tale stato di cose, in soggetti a rischio (familiarità, diabete gestazionale pregresso, precedente sovrappeso), crea ulteriori condizioni di resistenza all’azione insulinica, con possibile comparsa di un vero e proprio diabete di tipo 2. In questa fase della vita, oltre ad un controllo periodico della glicemia (che non deve superare i 110 mg/dl), è necessario seguire una corretta alimentazione e un programma di attività fisica, anche la più semplice. A maggior ragione queste regole devono essere seguite dalle donne in menopausa già affette da diabete. Per entrambe le categorie è necessario tenere sotto controllo, oltre la glicemia, i parametri pressori (non superiori a 135/85mmHg), il controllo della vista e dell’attività renale perché il diabete può avere conseguenze quali patologie cardiovascolari, retinopatie e nefropatie.
 
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Revisione medica a cura di: Dott. Marco Comaschi

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