Tiberia Hospital / 08 giugno 2020

Disturbi del sonno: quali sono e cosa fare

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Passare una notte insonne o fare fatica ad addormentarsi, una volta ogni tanto può capitare a tutti, però se il problema si ripresenta spesso, sarebbe opportuno parlarne con il medico per evitare che la situazione diventi cronica. La ricerca Morfeo, realizzata dai Centri del Sonno Italiani, stima che più del 40% della popolazione soffra di disturbi del sonno.
“Il riposo notturno è fondamentale –afferma il Dott. Giovanni Mancini specialista in otorinolaringoiatria a Villa Tiberia Hospital di Roma, dormire poco e male può causare stanchezza cronica, irritabilità, diminuzione della concentrazione e dell’attenzione”.


Quante ore di sonno sono necessarie per il riposo fisico e mentale?

“Per la maggior parte delle persone, solitamente, sono sufficienti 7-8 ore a notte, ma, anche per il sonno non siamo tutti uguali, vi sono i “dormitori lunghi” che hanno bisogno di 10 ore e i “dormitori corti” ai quali bastano 5-6 ore per sentirsi bene, e non avvertire sonnolenza o stanchezza durante il giorno”.


Tra i disturbi del sonno più frequenti vi è la roncopatia, più conosciuta come russamento: cos’è?

Il russamento cronico o roncopatia è caratterizzato da un rumore respiratorio durante il sonno in assenza di apnee. Il soggetto non dorme mai profondamente, ha continui risvegli che, con il passare del tempo, possono causare danni all’organismo, in particolare: all’apparato cardiovascolare (ipertensione e aritmie), cerebrale (difficoltà e perdita di memoria, poca concentrazione ed esagerata sonnolenza diurna), alterazioni metaboliche (diabete e sovrappeso). Può essere causato da deviazioni del setto nasale, polipi nasali, ipertrofia dei turbinati, ipotiroidismo e da varie forme di rinite che non permettono il corretto passaggio dell’aria.


Che cosa sono invece le apnee ostruttive notturne?

La sindrome delle apnee notturne ostruttive o OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è 
un’ interruzione della respirazione durante il sonno. Il soggetto, non solo russa in modo evidente fin dalle prime fasi del sonno, ma vi è un momento in cui smette di respirare per almeno 10 secondi, non superando mai i 3 minuti. La sindrome diventa patologica quando il numero delle apnee è superiore a 5 per ogni ora di sonno.
Le cause possono ricercarsi nell’ostruzione delle vie aeree superiori (naso, gola, bocca), nel sovrappeso o per l’assunzione di bevande alcoliche nella serata. Il paziente con apnee può lamentare: sudorazioni notturne, risvegli improvvisi con senso di soffocamento, mal di testa e/o bocca asciutta al risveglio, eccesso di sonno e veri e propri colpi di sonno durante il giorno.  Se il colpo di sonno sopraggiunge mentre siamo alla guida, si rischia di perdere il controllo dell’auto: l’ACI (Automobile Club Italia) e Fondazione Salute  Ambiente e Respiro (Fisar) stimano che le apnee siano responsabili del 22% degli incidenti stradali.


Qual è il percorso da seguire se si sospetta di soffrire di russamento o apnee ostruttive notturne?

Rivolgersi a un ambulatorio dei disturbi del sonno è senz’altro la mossa più efficace. In genere vi è un approccio multidisciplinare che comprende oltre all’otorinolaringoiatra, il neurologo e lo pneumologo che prescriveranno le indagini diagnostiche più adeguate caso per caso. 
La polisonnografia, per esempio, è un esame diagnostico, indolore e non invasivo, che serve per registrare, durante il riposo, alcuni parametri fisiologici come l’attività cerebrale, la respirazione, i livelli di ossigeno e la posizione del corpo.
E’ indispensabile per classificare il livello della sindrome da apnee ostruttive: da “grado normale” (fino a 5 apnee l’ora) a “molto severo” (più di 40 apnee l’ ora), e anche per differenziare le patologie apneiche dal russamento (roncopatia). 


Come si svolge l’esame?

La polisonnografia si effettua, a casa o in ospedale, utilizzando un dispositivo, piccolo come un cellulare, con dei sensori e degli elettrodi che vengono posizionati, per tutta la notte, sul paziente per mezzo di cerotti e fasce. Lo strumento viene rimosso il giorno successivo in ospedale.
Al risultato della registrazione faranno seguito, se necessari, ulteriori accertamenti diagnostici e la prescrizione di una terapia che, come sempre, dovrà essere personalizzata.


Quale terapia viene utilizzata per trattare questi disturbi del sonno?

La strategia terapeutica principale è costituita dalla ventiloterapia (CPAP), acronimo di Continuous Positive Airway Pressure - in italiano significa Pressione Positiva Continua delle vie aeree. In pratica, è un dispositivo, che erogando aria, mantiene aperte le vie aeree ed evita che le strutture anatomiche, responsabili delle apnee, abbiano lo stato di rilassamento che induce il disturbo. I risultati di questo dispositivo vengono valutati durante una polisonnografia con ventiloterapia e dimostrano una vera e propria scomparsa delle apnee ostruttive. In questo modo, la persona può dormire tranquillamente perché respira bene e durante il giorno è attenta e attiva, senza episodi di sonnolenza . 
Nei casi in cui sono presenti alterazioni o patologie delle prime vie aeree che ostruiscono il passaggio dell’aria, causando i disturbi di cui abbiamo parlato sopra, si interviene chirurgicamente per ripristinare il corretto flusso dell’aria con tecniche adeguate e studiate per ogni paziente.
Spesso, sia nelle roncopatie sia nelle apnee ostruttive, è importante associare una corretta alimentazione per riattivare o accelerare il metabolismo e favorire il calo ponderale nei soggetti obesi.

 
Per contattare il Ville Tiberia Hospital è possibile telefonare allo +39 06.82098040
o mediante l’apposito form online
Revisione medica a cura di: Dott. Giovanni Mancini

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