L'epilessia è una sindrome legata all'alterazione dell'attività elettrica cerebrale in alcuni soggetti predisposti. Si tratta di una patologia particolare, in quanto il paziente, anche quando non presenterà più crisi, dovrà comunque assumere farmaci per alcuni anni al fine di prevenire ulteriori attacchi. Ma come si accerta un'epilessia e qual è la cura più adatta? Ne abbiamo parlato con il
dottor Raffaele D’Ursi, responsabile di
Neurologia di
Ospedale Santa Maria.
Le caratteristiche dell'epilessia e gli accertamenti diagnostici per individuarla
In un epilettico l'attività bioelettrica delle cellule del sistema nervoso centrale si interrompe all'improvviso causando un vero e proprio “
cortocircuito” neuronale. Quest'ultimo si manifesta talvolta con
convulsioni gravi accompagnate da
perdita di coscienza (“
grande male”), ma anche con una
perdita del tono muscolare e con crisi di assenza (o “
piccolo male”, con cui viene definita una perdita di coscienza senza convulsioni fino a 20 secondi e in tante altre maniere).
Tralasciando la complessa sintomatologia della patologia e la differenza tra i principali tipi di epilessia (idiopatica o secondaria), è importante qui focalizzarsi sugli
accertamenti specifici a cui sottoporsi per individuarla. La prima cosa che il medico specialista (neurologo) valuta è la
tipologia e la frequenza delle crisi: non tutti coloro che hanno avuto una crisi elettrica possono essere definiti, infatti, pazienti epilettici.
Dopo un'attenta valutazione della storia pregressa del paziente, il medico a questo punto potrà prescrivere delle
analisi del sangue per valutare la presenza di eventuali malattie infettive e genetiche, poi procede ad un
esame neurologico (al fine di valutare la presenza o meno di danni cerebrali, le capacità motorie e le funzioni mentali) e successivamente un
elettroencefalogramma.
Le cause e le cure più appropriate
Solo nella metà dei casi di pazienti epilettici sono state individuate le cause della patologia, in coloro cioè che soffrono di epilessia secondaria. Queste possono essere riconosciute in
fattori genetici, traumi cranici, patologie infettive, lesioni prenatali. Nelle epilessie primarie o idiopatiche le cause restano invece sconosciute. Le cure più appropriate non possono comunque prescindere dalla
somministrazione di farmaci antiepilettici, scelti e calibrati in maniera tale da non provocare nel paziente eccessivi effetti collaterali e da consentire lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Questo perché tali farmaci vanno assunti per periodi molto lunghi, quando non per tutta la vita del paziente. Barbiturici, carbamazepina, benzodiazepine, valproato ed altri antiepilettici non costituiscono tuttavia l'unica strada nella cura dell'epilessia. Talvolta viene infatti tentata anche la strada chirurgica, la radiofrequenza (tramite gamma knife o cyberknife) oppure attraverso l’impianto di stimolatori che monitorano l’attività cerebrale.
Il suddetto
iter diagnostico e terapeutico viene regolarmente seguito presso Ospedale Santa Maria mediante valutazione neurologica ed esecuzione di elettroencefalogramma, di
neuro imaging cerebrale e successiva
impostazione di terapia specifica con follow up a distanza.
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