Maria Cecilia Hospital / 08 maggio 2017

Il polo dedicato alle patologie dell'esofago: intervista al Professor Sandro Mattioli

Il polo dedicato alle patologie dell'esofago: intervista al Professor Sandro Mattioli
Le patologie che colpiscono l'esofago possono essere anche rare e complesse. Quando si parla di malattie dell'esofago, si spazia infatti da patologie funzionali relativamente diffuse come il reflusso gastroesofageo ad altre rare come l'acalasia fino alle neoplasie maligne.

La letteratura internazionale evidenzia il valore dei Centri specializzati per mettere a disposizione dei pazienti le cure più adeguate. Ne parliamo con il Professor Sandro Mattioli, coordinatore del Centro per le malattie dell'esofago di Maria Cecilia Hospital e coordinatore del "Centro di Studio e Ricerca sulle Malattie dell’Esofago" dell’Università di Bologna.

Frequentemente è necessario ricorrere alla chirurgia e come sottolinea il Professor Mattioli, tra i massimi esperti a livello internazionale di patologie e chirurgia dell'esofago: "Trattare correttamente queste diverse malattie richiede una squadra altamente specializzata in grado di operare nel momento più corretto, nel modo più corretto".

Quali sono le patologie esofagee per cui può essere necessario il trattamento chirurgico?
Per le malattie dell’esofago è spesso necessaria la terapia chirurgica sia che si tratti di patologie funzionali che di neoplasie. In particolare è questo il caso dei diverticoli, dell'acalasia, di alcuni tipi di ernia iatale, del reflusso gastroesofageo severo non responsivo alla terapia medica e dei tumori esofagei.

Prof. Mattioli perché è importante afferire a Centri specializzati se si soffre di patologie funzionali?
Nel 60% dei casi i pazienti che afferiscono al Centro hanno patologie di natura funzionale, che insorgono in pazienti spesso giovani, con una lunga aspettativa di vita. Si tratta quindi di pazienti  per cui le scelte mediche, se errate, possono impattare enormemente sulla qualità di vita futura. Il Professore Ronald Belsey, uno dei padri della moderna chirurgia esofagea, capostipite di un gruppo di chirurghi nord americani ed europei  di cui sono onorato far parte, ci ha insegnato che "Nulla se non l'eccellenza è accettabile per la cura delle malattie funzionali dell'esofago". Il primo colloquio con questi pazienti è di estrema importanza. Il medico deve riuscire per prima cosa a instaurare un rapporto di fiducia e ad andare a fondo, perché la componente psicologica nelle patologie funzionali ha spesso grande importanza. Solo un medico in grado di inquadrare correttamente il paziente potrà effettuare una diagnosi corretta, indicare un percorso terapeutico adeguato e proporre la chirurgia solo nei casi necessari.

Oltre alle patologie funzionali trattate anche le neoplasie dell'esofago. Anche in questo caso il Centro di riferimento fa la differenza?
Certamente sì. I tumori dell'esofago, prevalentemente adenocarcinomi, sono in crescita. Per il trattamento delle neoplasie dell'esofago è  richiesta  grande specializzazione dell'equipe medica sia per una corretta diagnosi che per il trattamento oncologico e chirurgico. In alcuni Centri in cui si fa ricerca molto avanzata, come nel nostro, le scelte terapeutiche oggi vanno oltre le correnti linee guida perché sono dettate da criteri di tipo biologico con cui si determinano le caratteristiche del tumore primario. Obiettivo del team è quello di stabilire criteri e metodi per documentare tempestivamente, quindi in tempo auspicabilmente utile, le variazioni biologiche del tumore su cui personalizzare gli schemi terapeutici.  Anche l’atto chirurgico, sempre molto complesso, viene da noi eseguito in funzione di precise caratteristiche biologiche. Si tratta di operazioni molto complesse la cui mortalità post-operatoria è molto contenuta solo se eseguita in Centri di eccellenza in cui questa chirurgia viene eseguita con grande frequenza. Il buon risultato scaturisce non solo dalla competenza e dalla dedizione dell'équipe chirurgica ma anche dalla competenza degli anestesisti e rianimatori e di tutti gli specialisti: cardiologi, pneumologi, infettivologi, radiologi, patologi che hanno esperienza quotidiana  di questi pazienti. Va poi sottolineata l’importanza della squadra  infermieristica, formata dal personale di sala operatoria, di terapia intensiva, di reparto, dai fisioterapisti e dai nutrizionisti.

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