Città di Lecce Hospital / 08 gennaio 2020

La cataratta: i vantaggi e i tempi di recupero dell’intervento

Cataratta: tempi di recupero post-intervento
La cataratta è una patologia che subentra dopo i 70 anni, e si manifesta con  l’opacizzazione progressiva del cristallino dell’occhio, che perde la sua trasparenza impedendo una visione corretta. Abbiamo chiesto al dottor Antonio Provenzano, responsabile dell’Unità operativa di Oculistica di Città di Lecce Hospital, di spiegarci tutto quello che c'è da sapere sulla patologia in termini di diagnosi, cura e benefici dopo l'intervento.

Dottor Provenzano, quali sono i soggetti a rischio?
“La patologia colpisce prevalentemente persone dai 65 anni in su. Ma può interessare anche i giovani per una predisposizione genetica, per traumi, o per danni iatrogeni, causati da determinate terapie o da altri atti medici”.
 
La cataratta si può prevenire?
“La patologia non si può prevenire ma se si interviene per tempo, non appena appaiono i sintomi, si può beneficiare dei vantaggi della procedura. In caso contrario la cataratta avanza, riducendo quasi totalmente la vista e in particolare la distinzione di forme e colori”.
 
C’è un limite di età per operarsi di cataratta?
“Non c'è un limite di età che sia di ostacolo alla asportazione del cristallino opaco, quando le condizioni di salute generali permettono di affrontare l'intervento. Grazie alla operazione, la patologia si risolve completamente, e i pazienti, prima limitati da una scarsissima visione, riacquistano una elevata capacità e qualità visiva”.
 
Quale è stato l’iter pre operatorio seguito per la paziente di 100 anni?
“La paziente è arrivata in ospedale la mattina, accolta subito dalla infermiera che le ha fatto indossare un camice da sala operatoria, cuffiette, mascherina e sotto scarpa. E’ stato preparato l’accesso venoso per qualunque emergenza, gestita eventualmente dall’anestesista. La paziente è entrata in sala operatoria e fatta sdraiare in posizione supina per comodità. E’ stata coperta con un telo sterile, tranne gli occhi in cui sono state instillte gocce di anestetico”.

In cosa consiste la procedura di facoemulsificazione?
“La procedura si chiama facoemulsificazione e consiste nel creare un accesso nell’occhio attraverso una incisione minima di 2,5 millimetri, attraverso la quale si introducono strumenti che hanno lo scopo di frammentare il cristallino opaco e aspirarlo. Una volta fatto questo, che dura 6 minuti, al posto del cristallino estratto, nel sacco capsulare che rimane vuoto, viene posizionato il cristallino artificiale, una protesi che rimarrà tutta la vita e che permette al paziente di vedere”.
 
Cosa accade dopo l’intervento?
“Il paziente viene dimesso subito dopo l’intervento con un guscio trasparente che protegge l’occhio da qualsiasi insulto esterno e che permette di vedere. Dopo un paio di ore il guscio viene rimosso e poi si inizia la terapia antibiotica domiciliare. Il giorno dopo si procede con un controllo seguito da altri a distanza di una settimana e di 20 giorni.”
 
In quanto tempo si torna a vedere?
“Il paziente recupera circa il 70% della vista a distanza di qualche ora dalla procedura e già dal giorno dopo vede molto meglio. Si passa in poco tempo da una visione indistinta e fumosa alla luce, facendo sperimentare al paziente quello che si chiama wow effect, (effetto wow), ossia lo stupore del paziente nel rivedere la luce, gli oggetti e i colori della realtà”.
 
Ci sono precauzioni particolari?
“Il paziente può fare tutto, tranne lavarsi, toccare l’occhio e svolgere attività faticose o sport per una settimana. E’ consentita l’esposizione al sole ma solo con occhiali protettivi”.
 
Dopo l’intervento si può viaggiare in aereo o praticare attività fisica?
“La risoluzione della patologia tramite intervento permette ai pazienti di tornare ad una vita normale, quindi anche viaggiare in aereo e/o praticare attività fisica in maniera moderata dopo però circa 20 giorni dalla procedura.”


Per maggiori informazioni contatta la struttura allo 0832.229111 oppure scrivici tramite form.
Revisione medica a cura di: Dott. Antonio Provenzano

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