L’Unità Operativa di Ortopedia dell'Ospedale Santa Maria – sotto la guida del Responsabile, il
dottor Giovanni Vavalle - ha messo a punto un protocollo innovativo finalizzato ad un rapido recupero funzionale (cosiddetto “rapid recovery”) del paziente sottoposto a intervento di chirurgia protesica di anca, ginocchio e spalla.
I risultati sono eccellenti tanto che oggi il reparto di Ortopedia di Ospedale Santa Maria ha mostrato alti indici di
efficienza in riferimento alla complessità degli interventi chirurgici eseguiti,
al più breve tempo di degenza e al
minor numero di complicanze peri-operatorie (pre e post intervento)
.
Per
recupero rapido si intende la
sintesi delle pratiche mediche più avanzate nella gestione del dolore e del controllo accurato delle eventuali complicazioni, oggi prerogativa dei migliori centri chirurgici di Nord America e Nord Europa. L’obiettivo è
dimettere il paziente nel giro di pochi giorni, consentirgli di raggiungere una
deambulazione autonoma dopo 2-3 giorni dall’intervento chirurgico e quindi un
rapido ritorno alle attività quotidiane.
Il protocollo - di cui Ospedale Santa Maria è stato pioniere - coniuga l’utilizzo di
tecniche chirurgiche sempre meno invasive e pertanto più rispettose dei tessuti sani, con la somministrazione di
farmaci in grado di ridurre la sensibilità al dolore e con
procedure anestesiologiche in grado di controllare il dolore durante e dopo l’intervento.
Questo insieme di metodiche ha portato risultati eccellenti,
riducendo addirittura del 90% il numero delle trasfusioni a cui in genere si ricorre nella fase post chirurgica. Meno trasfusioni, vuol dire meno rischi di infezioni, trombosi,
scompenso cardiaco,
aritmie. etc
“La gestione peri-operatoria del paziente sottoposto ad intervento di protesi articolare è notevolmente cambiata negli ultimi anni. Si è infatti passati dalla prolungata immobilizzazione del paziente degli anni '70 ed '80, ad una
mobilizzazione sempre più precoce e ad una gestione migliore delle co-morbidità associate alla procedura chirurgica – spiega il dottor Vavalle - in cui il paziente viene stimolato sin dal giorno dopo l’intervento a mobilizzare l’arto operato, ad assumere la posizione seduta e a iniziare la deambulazione. Tutto ciò porta ad una serie di vantaggi, come la minore perdita del tono muscolare, un minore rischio di rigidità articolare oltre ad evitare una serie di possibili complicanze legate all’allettamento come le
flebiti, la stipsi, etc.”.
Nell’approccio “multimodale”, sono coinvolte diverse figure professionali, l’
ortopedico, l’
anestesista, il
fisiatra e il
fisioterapista, che attraverso adeguate terapie mediche peri-operatorie e protocolli riabilitativi accelerati, permettono di riabilitare meglio e prima il paziente.