Trattamento laser mininvasivo per fistole anali: cos’è e quando è indicato

Le fistole anali sono piccoli tunnel di origine patologica che si trovano tra l’ano e la cute circostante: il loro trattamento è chirurgico, tuttavia negli ultimi anni agli interventi di tipo tradizionale si è affiancata una nuova terapia mininvasiva con il laser, che offre numerosi vantaggi per il paziente.
Al dott. Natale Ursino, specialista in Chirurgia Generale, proctologia ed endoscopia gastroenterologica e coordinatore dell’Unità di Colonproctologia a indirizzo Proctologico (UCP) di Città di Lecce Hospital, abbiamo chiesto come si esegue l’intervento e per chi è indicato.
Fistole anali: sintomi e diagnosi
La fistola anale è tra le patologie più complesse in ambito colonproctologico, per la difficoltà di individuare la sua corretta anatomia, per l’alta percentuale di recidive e per il rischio di complicanze chirurgiche.
La natura della sua comparsa non è ancora chiara, ma potrebbe trattarsi di un processo suppurativo causato da germi che entrano in contatto con le ghiandole di Hermann e Desfosses nel canale anale. Tra i sintomi più frequenti:
·         fuoriuscita di pus dall’orifizio esterno della fistola o dall’ano;
·         prurito da irritazione cutanea.
Una diagnosi corretta è fondamentale per pianificare un trattamento chirurgico adeguato. Dopo la visita proctologica, lo specialista prescrive un’ecografia transanale con sonda rotante a 360° per ricostruire in 3D l’anatomia dell’apparato sfinteriale o, in alternativa, una Risonanza Magnetica Nucleare.
I trattamenti per le fistole perianali
Per il trattamento non esiste un protocollo chirurgico codificato e la scelta è strettamente correlata all’altezza del tragitto della fistola e alle sue caratteristiche anatomo-patologiche.
Negli ultimi anni le nuove procedure chirurgiche si sono sviluppate nell’ottica della mininvasività, per ridurre le percentuali di recidiva (23-25 %) e di incontinenza fecale, mantenendo l’integrità della muscolatura e dell’apparato sfinteriale, che non è possibile con procedure tradizionali come l’incisione distale dell’orifizio interno o l’escissione del tragitto (fistulectomia).
Particolarmente efficace in questo senso si è rivelata la FiLaC - Fistula-tract Laser Closure, la terapia laser mininvasiva per il trattamento delle fistole anali.
Trattamento laser mininvasivo per fistole anali: come si esegue
Il trattamento prevede un primo intervento per “consolidare” il tramite fistoloso e per eliminare l’infezione e, in un secondo momento, la terapia laser per trattare la fistola in maniera definitiva.
La sonda laser, sottile e flessibile, viene introdotta nella condotta della fistola. Grazie all’irraggiamento di luce laser dall’interno, il tessuto fistoloso e il canale (arretrando con la sonda) vengono distrutti e collassano, avviando i processi di guarigione.
La procedura si esegue in day surgery ed è indicata nel trattamento delle fistole anali complesse e, in particolare, nei pazienti con sfinteri deboli, che potrebbero potenzialmente sviluppare incontinenza fecale.
FiLaC, i vantaggi della terapia laser
Il risparmio dei tessuti e il procedimento mininvasivo che caratterizzano il trattamento laser delle fistole anali hanno come conseguenze diversi vantaggi per i pazienti rispetto agli interventi di chirurgia tradizionale. Nel dettaglio, la terapia:
·         è efficace, con un tasso di guarigione dell’82%;
·         riduce quasi completamente il dolore post-operatorio;
·         preserva la continenza;
·         preserva l’apparato sfinteriale;
·         limita l’insorgenza di complicanze operatorie;
·         non richiede incisioni e non lascia cicatrici.

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