Ravenna Medical Center / 06 aprile 2018

Alimentazione e Ovaio Policistico: esiste un legame?

Alimentazione e Ovaio Policistico: esiste un legame?
La sindrome dell’ovaio policistico può essere affrontata anche grazie a una corretta alimentazione? Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Elisa Lapini, specialista in Dietologia presso Ravenna Medical Center.
 
Cosa si intende per Sindrome dell’Ovaio Policistico?
 
Si tratta di una condizione clinica molto diffusa nelle donne in età fertile, caratterizzata dalla presenza di: 
  • irregolarità del ciclo mestruale (oligomenorrea) che possono associarsi a infertilità;
  • aumentata produzione di ormoni maschili (androgeni), che può causare un aumento della peluria (irsutismo) e/o acne;
  • riscontro all’ecografia di ovaie ingrandite con presenza di cisti di diverse dimensioni (caratteristico aspetto micropolicistico).
  • obesità e/o insulino-resistenza
E’ importante precisare che i sintomi possono essere molto variabili tra le diverse pazienti: da condizioni poco sintomatiche, con sole alterazioni del ciclo mestruale, sino a situazioni in cui si possono osservare contemporaneamente amenorrea, irsutismo ed obesità.
 
In molti casi, vista la presenza di eccesso di peso, le pazienti, spesso su indicazione ginecologica, possono richiedere il successivo consulto dietologico.
 
Qual è la correlazione Sindrome dell’Ovaio Policistico e alimentazione?
 
L’eccesso del peso corporeo rappresenta uno dei principali sintomi della sindrome. È stato osservato che nelle pazienti affette, si riscontrano spesso elevati livelli di insulina nel sangue con una ridotta risposta dei tessuti a questo ormone (insulinoresistenza), condizione che contribuisce a determinare l’insorgenza dell’obesità. 

E’ opportuno ricordare che l’insulina è un ormone, prodotto dal pancreas, che consente il passaggio del glucosio nelle cellule, contribuendo a regolare la sua concentrazione nel sangue (glicemia). In condizioni di insulino-resistenza, le cellule dell’organismo sono meno sensibili all’azione dell’insulina, pertanto le “consuete” quantità di tale ormone non riescono a far trasportare il glucosio all’interno delle cellule. Di conseguenza, per mantenere la glicemia costante,  l’organismo produce più insulina. L’insulina è però un ormone lipogenico, ovvero che favorisce l’accumulo di tessuto adiposo. Pertanto il suo incremento comporta un aumento del peso corporeo.

La presenza di insulino-resistenza può emergere da un semplice esame del sangue, attraverso una specifica relazione fra i livelli di glicemia e insulina.
 
Come intervenire in campo alimentare?
 
Il trattamento più efficace contro l’insulino-resistenza è rappresentato da uno stile di vita sano, basato su una regolare attività fisica ed una alimentazione equilibrata che favorisca il controllo del peso. Dal punto di vista prettamente alimentare è importante seguire una dieta con indice glicemico controllato. L’indice glicemico indica la velocità con la quale la glicemia si innalza a seguito dell’assunzione di un alimento. È auspicabile quindi preferire alimenti con più basso indice glicemico, riducendo quindi la quantità di zuccheri semplici assunti e controllando l’apporto di quelli complessi, assumendo, inoltre, una adeguata quota di fibra.
 
In alcuni casi, può esser utile associare, su indicazione dello specialista, alcuni integratori che agiscano nel ridurre/rallentare l’assorbimento intestinale degli zuccheri e/o favoriscano la sensibilità all’insulina. In alcune condizioni potrebbe essere necessario anche ricorrere a terapie farmacologiche specifiche nel trattamento dell’insulino-resistenza.
 
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