Artrosi da trauma e displasia dell’anca: le patologie articolari nei giovani

anca trauma
I dolori articolari nei giovani sono spesso causati da problematiche di tipo muscolare o tendineo, da affaticamento o da stress. Un buon trattamento fisioterapico può avere effetti positivi immediati ed eliminare quelle tensioni muscolari che possono portare al dolore cronico continuativo.
In alcuni casi, tuttavia, il dolore articolare giovanile può nascondere patologie più complesse e severe, come per esempio l’artrosi da trauma o la displasia congenita dell’anca. Ne parla il dott. Fernando D’Imperio, ortopedico e traumatologo dell’Ospedale San Carlo di Nancy

L’artrosi da trauma nei pazienti giovani

“L’artrosi degenerativa è una patologia tipica dell’età senile. Tuttavia, esistono anche casi di pazienti giovani colpiti da artrosi. La causa qui è spesso un trauma, che può avvenire ad esempio a danno dell’anca.
L’artrosi da trauma è una patologia molto dolorosa, che può svilupparsi in poco tempo e portare i pazienti a smettere di camminare in soli tre mesi. In questi casi il trattamento risolutivo è la sostituzione dell’articolazione”, spiega il dottore. “Questo avviene perché si genera una necrosi avascolare: non vi è una degenerazione progressiva (come negli anziani), ma la superficie articolare scompare rapidamente per mancanza di sangue, si riassorbe e rende doloroso e difficile il movimento. A provocare la necrosi sono episodi traumatici, anche di tanti anni prima. Ad esempio, i pazienti che svolgono attività sportiva cadono giocando a calcio, o dalla bicicletta. Dopo anni inizia il processo degenerativo, e magari neanche ricordano più quell’incidente.
Probabilmente tanti danni articolari negli under 50 sono proprio esiti di traumi. In questi casi la radiografia, la TAC o la risonanza di un paziente potrebbero mostrare un’anca perfettamente sana e una con artrosi avanzata, senza più la struttura articolare”.

La displasia congenita dell’anca

“La displasia congenita dell’anca è un’alterazione nella crescita e dello sviluppo della testa del femore, presente sin dalla nascita.
Questa patologia articolare è legata a un fattore congenito, a causa del quale il bambino nasce con un’anca apparentemente normale, mentre invece la testa del femore è lievemente deformata e l’articolazione non è ben centrata”, illustra il dott. D’Imperio. "Per fortuna non si manifesta sintomatologicamente nei bambini, che vivono normalmente senza dolori anche fino all'adolescenza e all’età giovanile. Poi però l’anca comincia a deformarsi: la testa del femore non è più sferica ma appiattita a fungo. Il dolore è il campanello di allarme.
La diagnosi avviene con la visita ortopedica e con l’esame radiografico, che è lo strumento diagnostico principale”

L’ambulatorio specialistico per l’anca

“L’ambulatorio specialistico per l’anca è un percorso in cui accogliamo i pazienti con problemi articolari a carico dell’anca, appunto. Si tratta di pazienti che avvertono dolore, di cui non conoscono le cause”. 
Il dottore spiega cosa prevede l’iter diagnostico e terapeutico in ambulatorio: “in primis si svolge la visita ortopedica, con anamnesi ed esame obiettivo: questo è un passaggio importantissimo. Poi si effettuano gli esami di diagnostica per immagini, soprattutto radiografie, TAC e Risonanza Magnetica e in alcuni casi l’ecografia. Nell’ambulatorio vengono proposte le terapie conservative come la fisioterapia o infiltrazioni con gel piastrinico. Quando l’intervento conservativo non è efficace si ricorre alla chirurgia e alla protesi d’anca”.

La chirurgia protesica: anche i giovani possono sottoporsi all'intervento

“L’intervento di protesi d’anca oggi è adatto anche a pazienti giovani perché le nuove tecniche e i nuovi materiali permettono la mobilizzazione precoce e un recupero rapido con una buona qualità della vita. Alcuni rischi che c’erano in precedenza, come il rigetto, sono stati abbondantemente mitigati grazie all’impiego di nuovi materiali adatti anche a pazienti allergici. Anche l’anestesia totale, di preferenza, è superata: l’operazione si svolge in anestesia locale e sedazione, per mantenere il paziente rilassato e non fargli sentire dolore. La mobilizzazione inizia il giorno successivo, con l’aiuto della fisioterapia e degli appoggi per camminare, che vengono rimossi progressivamente, durante la riabilitazione. La durata della riabilitazione e il recupero funzionale variano in base all’età e alla condizioni cliniche del paziente”.
Contattaci per prenotare una visita ortopedica o per ricevere maggiori informazioni 
CHIAMACI  SCRIVICI
Revisione medica a cura di: Dott. Fernando D'Imperio

condividi o salva l'articolo

Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

Prenotazioni e appuntamenti nel palmo della tua mano

La nuova app MyGVM ti permette di trovare il tuo medico preferito, prenotare visite, controllare l’esito degli esami direttamente dal tuo telefonino! Scaricala ora:
anni