Ravenna Medical Center / 24 marzo 2023

Bambini e sovrappeso: l’alleato migliore è l‘educazione alimentare

Bambini e sovrappeso: l’alleato migliore è l‘educazione alimentare
Un adulto sano altro non è che l’evoluzione di un bambino equilibrato: imparare cosa, ma soprattutto come mangiare è un processo estremamente importante per prevenire non solo patologie e disturbi metabolici, ma anche psicologici. Dalla gestione dei capricci dei bambini alla capacità di individuare insicurezze e richieste di aiuto, il ruolo del nutrizionista non si limita solo al piccolo da seguire, ma può avere un impatto positivo sull’intero nucleo familiare. Ne abbiamo parlato con il Dott.Andrea Del Seppia, nutrizionista presso Ravenna Medical Center.

Diete e bambini: è rischioso iniziare fin da piccoli?

La prima cosa da tenere a mente è che siamo di fronte a un corpo in evoluzione costante, trattando bambini dai 6 ai 18 anni, che ha bisogno di energie per crescere e completare lo sviluppo. Soprattutto in questa fase, è infatti importantissimo trasmettere al bambino un rapporto sano con il cibo: si tratta di una fase molto sensibile e delicata in cui si possono innescare ossessioni come quella del conteggio calorico o disturbi alimentari. 

Come si svolge una prima visita? 

Il primo aspetto su cui ci si focalizza è la composizione corporea, che include, oltre al rapporto peso-altezza, anche un'attenta valutazione, e un monitoraggio, del metabolismo basale. 
Quello che può sembrare un bambino in sovrappeso può diventare normopeso nel giro di pochi mesi se il bambino cresce in altezza. 
Questo perché si tratta di un corpo “ibrido” e come tale va approcciato: il primo step è quello di prendere le misure antropometriche, quindi peso altezza ed eventualmente circonferenza, poi si passa all’esame di Bioimpedenziometria (BIA), esame che “scompone” il peso in grasso, muscolo, fluidi corporei e ossatura. 

Importantissima è anche la fase di anamnesi, per capire:
  • se il bambino ha delle patologie presenti;  
  • quali sono le sue abitudini o dis-abitudini alimentari;
  • quali sono i suoi gusti per poi proporre un piano nutrizionale che sia sano ma anche appetitoso e vario, quindi più facile da seguire.

Oltre al piano nutrizionale quali sono le indicazioni e le regole da rispettare?

Dopo la prima visita e l’impostazione del piano alimentare è importante essere costanti anche con i controlli successivi, che si svolgono normalmente ogni 30-40 gg per verificare la perdita di peso che si aggira, a seconda del caso specifico, dai 2 ai 5 chili.
Non bisogna valutare però solo i chili persi, ma anche la qualità: l’ago della bilancia potrebbe calare anche per via della perdita di acqua corporea, così come potrebbe salire se il bambino, facendo attività sportiva, accresce la massa muscolare. 
Al piano alimentare si associa sempre l’indicazione di svolgere, infatti, una regolare attività sportiva, preferibilmente scegliendo sport completi come il nuoto. 

L’ignoranza alimentare spesso viene tramandata da genitore in figlio, come accorgersene e correggerla?

Capita che le tradizioni culinarie regionali e locali possano veicolare un’alimentazione non sempre bilanciata: pensiamo all’uso eccessivo di olio o di fritto, ai concetti del “mangiare tanto perché deve crescere”… non sono da demonizzare, ma è importante che le famiglie sviluppino a casa un approccio bilanciato e completo all’alimentazione. Spesso, infatti, quando effettuiamo la visita conoscitiva con il bambino scopriamo abitudini scorrette che magari i genitori non riconoscevano come tali. In questo modo, lavorando sul bambino, possiamo estendere il beneficio anche al resto della famiglia.  

Diversi sono i casi in cui invece i bambini presentano un rapporto malsano con il cibo

Si tratta di un’età molto delicata, in cui corpo e mente si parlano ed è importante attenzionare i comportamenti alimentari del bambino. Bisogna distinguere tra quelli che sono capricci o vizi e i disturbi alimentari veri e propri, come insicurezze legate al proprio aspetto, disagi con i propri coetanei, o ancora segni che il figlio/a si sente trascurato.

Come fare quando invece questa collaborazione è più difficile da ottenere?

Ci sono alcuni trucchi. Un classico capriccio tipico dei bambini è quello di rifiutare di mangiare frutta e verdure, a volte trasformandolo in un rigetto quasi fisico. Se in una prima fase, che deve essere transitoria, si può intervenire compensando le sostanze con integratori vitaminici, poi è importante cercare di trasmettere al bambino il valore di ciò che mangia. Ci sono però dei trucchi, come quello di “nascondere” la verdura dentro ad altri piatti, ad esempio in un minestrone o in una vellutata, o trasformarla in un condimento per la pasta, preferibilmente integrale, oppure sfruttando le centrifughe. Anche la frutta può essere trasformata in spremute, o servita in altra forma come omogeneizzati. 

E gli sgarri?

È importante non ghettizzare i bambini attraverso il cibo, che spesso è centrale anche nelle occasioni di incontro e gioco. Pensiamo ai compleanni, al gelato con i nonni, alla pizza con la famiglia la domenica. Come per gli adulti, a fare da guida è sempre il buon senso: va bene il panino con le patatine, magari scegliendo una porzione più piccola e con meno salse, oppure se il piccolo deve andare ad un compleanno con molti dolci o a mangiare una pizza con gli amici, il genitore calibrerà l’altro pasto principale in modo da non esagerare con i carboidrati o gli zuccheri. La dieta non deve essere una punizione, ma uno strumento per promuovere uno stile di vita sano e bilanciato che faccia stare meglio il bambino in primis con sé stesso. 
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Revisione medica a cura di: Dott. Andrea Del Seppia

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