Calcolosi Renale: dalla prevenzione al trattamento

Calcolosi Renale: dalla prevenzione al trattamento
La calcolosi renale è la presenza di calcoli nell’apparato urinario che, se trascurati, possono compromettere la funzionalità del rene. E’ una patologia estremamente diffusa, interessa circa il 10% della popolazione mondiale (dati FIMMG), con un’incidenza maggiore nel sesso maschile rispetto a quello femminile, questo perché la donna è protetta dagli ormoni estrogeni i quali producono alcuni metaboliti che prevengono la formazione di calcoli.
Ne parliamo con il professor Giovanni Muto, specialista in Chirurgia Urologica alla Clinica Santa Caterina da Siena e Maria Pia Hospital di Torino

I calcoli renali si possono differenziare per forma, dimensioni e composizione 

I calcoli sono piccole formazioni simili a sassolini rotondeggianti che si formano all’interno del rene per l’eccessiva concentrazione di sali normalmente presenti nelle urine, talvolta, invece, possono avere un aspetto ramificato "a stampo". Si differenziano per le dimensioni che possono essere di pochi millimetri oppure raggiungere anche 2 centimetri di diametro e oltre. 
Queste formazioni cristallizzate hanno una composizione chimica variabile, nel 90% dei casi sono di ossalato di calcio, meno frequentemente sono costituite da acido urico, struvite e fosfato di calcio.
Conoscere la loro composizione è importante, perché, ad esempio, i calcoli di acido urico si possono sciogliere completamente alcalinizzando le urine con una terapia farmacologica senza ricorrere alla chirurgia.

Perché si formano i calcoli

La calcolosi renale è multifattoriale, può essere causata dalla familiarità come i calcoli di cistina, piuttosto rari, possono insorgere fin dall’infanzia in pazienti con cistinuria, condizione patologica ereditaria che impedisce al rene di assorbire l’aminoacido cistina che precipita nelle urine favorendo queste formazioni cristallizzate. 
I calcoli di struvite, o infettivi, composti da fosfato di ammonio e magnesio, si possono formare per infezioni batteriche causate, ad esempio, dal batterio Proteus che favorisce l’aggregazione di questi sali. 
Una dieta squilibrata e la scarsa assunzione di liquidi sono altre importanti, possibili cause che possono facilitare l’insorgenza di calcoli. Sono, infatti, più potenzialmente esposti a recidive i soggetti con un regime alimentare ricco di proteine animali e ipercalorico e che bevono quantità di acqua insufficienti a diluire le urine.

Dai calcoli silenti alla colica renale

Se i calcoli restano localizzati nel rene, possono rimanere silenti per anni, se, invece, si muovono e scendono verso l’uretere provocano la cosiddetta colica renale. Questa condizione si manifesta con dolori molto acuti a livello della regione lombare, dal lato del rene interessato, ma anche con nausea, ematuria (sangue nelle urine) e febbre, se il calcolo ostruisce completamente l’uretere ostacolando il deflusso dell’urina che causa infezione.

Qual è il percorso diagnostico

 I calcoli si possono diagnosticare con prescrizione di alcuni test clinici specifici:
  • analisi delle urine e del sangue, rispettivamente per valutare densità e pH dell’urina e la funzionalità renale 
  • urinocoltura, per individuare l’eventuale presenza di microrganismi portatori di infezioni
  • ecografia addominale evidenzia sede e dimensione dei calcoli in particolare di quelli di acido urico, invisibili alla radiografia 
  • radiografia, per i calcoli di ossalato di calcio, radiopachi e non visibili all’ecografia
  • TAC, accertamento di secondo livello utile nei casi di diagnosi differenziale per programmare l’intervento più opportuno.

Come si possono trattare

Individuato il calcolo, l’Urologo decide l’approccio terapeutico, tenendo conto della sede, delle dimensioni, della persistenza del dolore, del rischio di infezione o compromissione della funzionalità renale e del quadro clinico generale del paziente.
Se i calcoli sono di dimensioni inferiori ai 3-4 mm viene prescritta una terapia sintomatica perché, molto spesso, vengono espulsi spontaneamente.

Diversamente la metodica di trattamento più utilizzata è la litotrissia extracorporea a onde d’urto che vengono focalizzate sul calcolo e lo polverizzano in piccoli frammenti, poi eliminati con le urine. Spesso sono necessarie più sedute per risolvere la calcolosi. E’ una metodica mininvasiva che si esegue senza alcuna anestesia e in regime ambulatoriale.  

Per il trattamento dei calcoli ureterali di dimensioni maggiori a 1 cm, si utilizza la litotrissia endoscopica ureteroscopica. Viene introdotto attraverso l’uretere (tubicino che collega rene e vescica e trasporta l’urina), l’ureteroscopio, un sottile e lungo strumento, con telecamera e laser a fibre ottiche che viene orientato verso il calcolo per rimuoverlo o frantumarlo. Questa procedura richiede il ricovero e l’anestesia generale.

Nei casi in cui le dimensioni del calcolo superano i 2 cm, è possibile procede, in anestesia generale, con un intervento più invasivo, per via percutanea, introducendo direttamente nel rene uno strumento, il nefroscopio, dotato di sonda laser o ultrasuoni che consente la polverizzazione del calcolo e la rimozione dei frammenti.
Si ricorre alla tecnica mininvasiva laparoscopica in presenza di calcoli di circa 6/7 cm e oltre di diametro che permette di operare praticando piccole incisioni sull’addome per aprire l’uretere ed estrarre i calcoli.

Cosa si può fare per prevenire la calcolosi renale

Ricapitolando, per prevenire i calcoli renali è indispensabile seguire un’alimentazione ricca di frutta e verdura perché contengono potassio, magnesio e citrato che possono ridurre l’insorgenza di calcolosi renale, cereali integrali, legumi.  Assumere un sufficiente apporto di alimenti contenenti calcio e circa 2 litri di acqua, suddivisi nell’arco della giornata, che dovrebbe corrispondere allo stesso volume di urina espulsa in un giorno.
Al contrario è consigliato limitare il consumo di proteine animali, zuccheri, sale, alimenti ricchi di ossalato (spinaci, bietola, frutti di bosco, rabarbaro, barbabietole rosse, nocciole, tè, cioccolato) e controllare il peso corporeo.
Per maggiori informazioni e per prenotare una visita contattaci
CLINICA SANTA CATERINA DA SIENA

MARIA PIA HOSPITAL
 
Revisione medica a cura di: Prof. Giovanni Muto

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