Maria Cecilia Hospital / 24 aprile 2020

Cosa fare quando il cambio di abitudini diventa causa di stitichezza

Cosa fare quando il cambio abitudini diventa causa di stitichezza
Un brusco cambiamento delle abitudini di vita, come quello che attualmente ci è stato richiesto, può portare con sé anche dei cambiamenti a livello intestinale. In particolare, la mancanza di movimento, il consumo di un minor numero di alimenti ricchi di fibre e una insufficiente idratazione possono diventare causa di stipsi o di episodi di irregolarità intestinale.
Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Benedetta Mattioli,chirurgo - proctologo presso Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ra), che ha fornito delle utili indicazioni per ritrovare la propria regolarità.

I consigli per prevenire la stipsi in quarantena e non solo
L’attività fisica è molto importante per la regolarità intestinale, perché stimola le pareti dell’intestino a contrarsi e quindi a espellere le feci con più facilità. Per evitare in questo periodo episodi di stipsi è pertanto necessario rimanere attivi anche a casa. Questo vale anche per le persone più anziane. Il consiglio è quello di riuscire ad allenarsi almeno 20 minuti al giorno tutti i giorni, inserendo nella propria routine anche degli esercizi per la respirazione o delle semplici sequenze di yoga.
Pianificare l’evacuazione dopo i pasti, meglio se durante la mattina, permette di sfruttare il fisiologico riflesso gastro-colico. Un ulteriore accorgimento è quello di assumere durante l’atto defecatorio la “squatty potty position” o posizione accovacciata. In alcune persone anche massaggiare l’addome con movimenti circolari non troppo energici può favorire la peristalsi intestinale.
Per mantenere la regolarità intestinale e per prevenire la stitichezza è comunque essenziale seguire una corretta alimentazione, assumendo una quantità sufficiente di fibre e limitando il consumo di alimenti ricchi di grassi, soprattutto saturi.
Tra gli alimenti ricchi di fibre che si dovrebbero consumare in questo periodo ci sono frutta, verdura, cereali integrali e legumi, mentre tra quelli ricchi di grassi che è bene evitare ci sono insaccati, fritti, formaggi, carni grasse e alimenti industriali come merendine e patatine.
Al mattino ad esempio è possibile fare colazione con un cucchiaio di crusca integrale unita a dello yogurt. Una colazione sicuramente meno gustosa ma più salutare rispetto alla classica brioche. Questo perché la crusca — in particolare quella di frumento — è molto ricca di fibre e una delle sue proprietà è proprio quella di favorire il transito intestinale. Chi è intollerante al glutine può sostituire la crusca di frumento con quella di riso o di mais.
Bisogna comunque ricordare che gli alimenti ricchi di fibre diventano efficaci solo se assunti con una sufficiente quantità di liquidi, altrimenti il rischio è quello di ottenere l’effetto contrario. Le fibre infatti, se non adeguatamente idratate, tendono a fermarsi nell’intestino.
 
Secondo studi clinici un apporto quotidiano di 25 gr di fibre favorisce la motilità intestinale e questo effetto può essere significativamente migliorato assumendo 1.5/2 litri di acqua al giorno.
Sconsigliato invece ricorrere all’uso di lassativi senza aver consultato prima il medico o lo specialista, perché non sempre sono la soluzione. Stessa cosa vale per supposte e clisteri, perché a lungo andare irritano le pareti intestinali.

Quando diventa opportuno rivolgersi al medico
Nel caso in cui anche seguendo un’alimentazione ricca di fibre e una vita meno sedentaria si dovessero ancora presentare o avvertire:
  • episodi di stipsi ricorrente
  • sanguinamento anale cronico
  • sensazione di costipazione
  • necessità di doversi sforzare per evacuare
  • presenza di feci dure o caprine
  • momenti di stipsi alternati a diarrea senza averne mai sofferto prima anche associati a dolori addominali e/o perdita di peso
è bene che rivolgersi al medico, che valutata la situazione e comprese le cause, saprà indicare la terapia più adatta da seguire per trattare il problema.
Un sintomo a cui raccomando di fare sempre attenzione è il sanguinamento anale, in tracce o gocce, che non si interrompe dopo la defecazione, spesso imputato dal paziente alla presenza di emorroidi infiammate o a ragade anale, inducendolo all’auto-diagnosi o al trattamento. In alcuni casi il sanguinamento merita di essere approfondito, perché potrebbe rappresentare il sintomo di altra patologia”, afferma la dottoressa Mattioli.
 
Per consulti urgenti è possibile rivolgersi al numero 0545217569 o al numero 0545 217111

 
Revisione medica a cura di: Dott.ssa Benedetta Mattioli

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