CEM: il potenziale diagnostico della mammografia con mezzo di contrasto nel tumore alla mammella

CEM: il potenziale diagnostico della mammografia con mezzo di contrasto nel tumore alla mammella

Eseguita dopo la TC, la mammografia con mdc consente una stadiazione del cancro al seno nel soggetto, sia dell’organo mammario che dell’organismo.
Tra le innovazioni per la diagnosi del tumore alla mammella, tecniche diagnostiche come la Risonanza Magnetica giocano un ruolo fondamentale, soprattutto in fase preclinica. La mammografia con mezzo di contrasto (CEM) sta sostituendo sempre di più la RM nei percorsi diagnostici in Breast Unit. Esame semplice da eseguire, veloce, a bassissimo costo, la CEM è di ottimo impatto nelle pazienti e, soprattutto, è caratterizzato da sensibilità e specificità elevatissima.

Nel momento della diagnosi di tumore alla mammella, tra le pazienti non si presentano solo i casi candidati direttamente all’intervento, ma anche situazioni inoperabili, in cui la patologia deve essere preventivamente trattata con una chemioterapia adiuvante per portare le lesioni a dimensioni tali da consentire di intervenire, in base alla risposta al trattamento medico. Per una selezione ottimale delle pazienti prima del trattamento chirurgico, a seconda dello stadio diagnostico, si eseguono generalmente una TC Total Body e in seguito una RM della mammella o una mammografia con mezzo di contrasto.

In uno studio pubblicato nel 2024 sulla rivista European Radiology Experimental, la dott.ssa Antonietta Ancona, responsabile della Senologia Diagnostica presso la Breast Unit di Ospedale Santa Maria, e la dott.ssa Rita Roberta Fella, responsabile della Diagnostica per Immagini ed ecografista della struttura barese, hanno puntato l’attenzione sul potenziale diagnostico della CEM eseguita immediatamente dopo la tomografia computerizzata con mezzo di contrasto (CE-CT).

Lo studio

Per la ricerca, cinquanta pazienti con cancro al seno sono state sottoposte prima a CE-CT e poco dopo a CEM, senza ulteriore iniezione di materiale di contrasto.

Due radiologi indipendenti hanno valutato le immagini CEM confrontandone la sensibilità, utilizzando l’istopatologia come standard di riferimento. La mammografia con mdc ha mostrato una buona prestazione per la stadiazione locale del cancro al seno.

I vantaggi

Per la valutazione della ghiandola mammaria è necessaria un’iniezione endovenosa di materiale di contrasto a base di iodio: la CEM consente di utilizzare lo stesso mezzo di contrasto della TC precedente, a 8 minuti dall’iniezione per il primo esame, fornendo uno strumento unico per la stadiazione del cancro al seno. Nel dettaglio, un doppio risultato nelle pazienti con tumore della mammella accertato, quello di una stadiazione generale prima di decidere un trattamento chirurgico o un trattamento chemio neoadiuvante, e per capire se la lesione è localizzata alla mammella o è presente una diffusione in altre aree dell’organismo.

Si tratta di un grosso risultato in tempi brevissimi, con impegno di macchinari basso. Importanti soprattutto i vantaggi psicologici per le pazienti, che accettano “volentieri” questa metodica, perché eseguono una TC che dovrebbero comunque affrontare per una stadiazione generale e, allo stesso tempo, eseguono al posto di una RM una mammografia con mc, più veloce e con una risposta consegnata in tempo reale.

Gli sviluppi

La mammografia con mc non è ancora entrata nei tariffari regionali e nazionali, e la metodica TC+CEM con un’unica iniezione in un unico tempo, per stadiazione di due distretti, è ancora all’inizio del suo percorso. Deve essere condivisa da altri specialisti e portata alla divulgazione scientifica per una diffusione nelle strutture e una fruibilità maggiore.

«È stata comunque una bella scommessa, con ottimi risultati, che sta riscontrando molta curiosità e successo nell’ambito della diagnostica da parte di tanti colleghi operatori del settore», conclude la dottoressa Ancona.

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