Ravenna Medical Center / 18 novembre 2020

Chirurgia estetica: quando intervenire e quando rinunciare?

Chirurgia estetica: quando intervenire e quando rinunciare?
L’intervento del medico chirurgo è spesso prima di tutto psicologico: è infatti essenziale comprendere le motivazioni che spingono una persona a sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica. Insieme all’anestesista, il chirurgo estetico valuta il quadro clinico di ogni singolo paziente e, se è vero che molti interventi richiedono una sedazione locale e quindi leggera, altri prevedono invece un’anestesia totale che per alcuni pazienti è controindicata. Altri fattori determinanti possono essere quelli legali, come ad esempio il divieto di operazioni estetiche per i minori senza il consenso di un genitore, o quelli strettamente psicologici. Di conseguenza, vi sono circostanze in cui è necessario rispondere no, ne abbiamo parlato con il Dott. Lauro Di Meo Chirurgo Plastico a Ravenna Medical Center 
 

Come agisce il chirurgo plastico in caso di patologie pregresse

Ogni situazione e ogni patologia richiedono un differente approccio. Se il paziente è cardiopatico è necessaria un’attenta analisi del rapporto tra rischio operatorio e urgenza chirurgica, ma non è detto che la risposta sia per forza negativa. Se invece il paziente è obeso, bisogna valutare le eventuali comorbilità e la condizione di adipe in eccesso che non permetterebbe un risultato estetico ottimale. Il no al paziente sarà quindi seguito dall’indicazione di mettersi a dieta, attraverso un piano fisico-alimentare studiato da specialisti nel trattamento dell’obesità: questo permetterà di raggiungere le condizioni fisiche ideali per  ottenere un risultato soddisfacente. Vi sono poi casi più singolari in cui la valutazione non è così scontata: è possibile assecondare alcuni pazienti con neoplasie e perfino con aspettativa di vita breve, una volta accertato che l’intervento di chirurgia estetica non prevede un impegno fisico eccessivo e che la persona è lucida e convinta della propria volontà.
 

La chirurgia estetica e l’età

La legge vieta espressamente di intervenire per un’operazione di chirurgia estetica su di una persona con meno di 18 anni senza il consenso del genitore. È comunque sconsigliato dagli specialisti sottoporsi a interventi di chirurgia estetica prima che il corpo abbia terminato la sua crescita, cosa che avviene all’incirca tra i 18 e 21 anni di età. In ogni caso, è sempre bene considerare e soppesare ogni aspetto dell’eventuale intervento estetico su un minore: se infatti il soggetto percepisce di avere un “difetto” particolarmente grave, ciò può rendersi invalidante a livello mentale. Può quindi accadere che la persona non esca più di casa, non frequenti la scuola o gli amici e arrivi addirittura a meditare il suicidio: sono queste le circostanze in cui il chirurgo estetico deve prendere in considerazione l’operazione. Devono quindi esservi motivazioni ben precise per procedere, naturalmente sempre con l’accordo del genitore e un consenso informato in cui viene chiarita la controindicazione in linea di massima, ovvero la possibile variazione della condizione fisica nel momento del completo sviluppo. Resta quindi fermo il consiglio di attendere se possibile questo momento, con l’obiettivo di evitare che il corpo subisca delle variazioni incontrollabili.
 

Il fattore psicologico-psichico e gli eccessi

Non sempre la percezione corrisponde alla realtà, tanto che nei casi più estremi vi sono persone che soffrono di dismorfobia, ovvero la fobia legata a una visione distorta del proprio corpo. Meno complicato è il caso di chi possiede tratti esteticamente e funzionalmente perfetti ma desidera comunque operarsi. Se il chirurgo rileva che l’intervento non porterebbe differenze allo stato del paziente, allora può negarlo. La società e i suoi preconcetti estetici pesano sull’intera popolazione: proprio per questo è sempre bene ragionare attentamente sulle conseguenze di un intervento chirurgico. È infatti diffusa in molte persone l’idea che un’operazione rivolta al proprio aspetto esteriore possa risolvere gli eventuali problemi nella sfera emozionale o sessuale. Ma naturalmente la consequenzialità di tali azioni non è così semplice. Vi sono poi le richieste di interventi eccessivi, dettati esclusivamente da una moda estetica passeggera. Una volta trascorso quel determinato momento storico, il paziente potrebbe trovarsi a disagio a causa di interventi sproporzionati e disarmonici.  
 

A chi rivolgersi?

La chirurgia estetica è una branca della medicina che, come si è visto, tocca diverse discipline e numerosi aspetti della vita fisica e psichica di una persona. Il paziente deve scegliere bene il proprio chirurgo estetico, verificando la sua specializzazione specifica, ma deve essere una relazione reciproca: lo stesso chirurgo deve poter scegliere il paziente, fornire i consigli idonei alla sua storia clinica ed eventualmente anche negando l’intervento per ragioni fondate, di qualsiasi tipo possano essere. Ecco perché è importante affidarsi a strutture specializzate, in cui un approccio a 360 gradi al paziente si unisce ad alte competenze e tecnologie all’avanguardia, come l’Unità di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica di Ravenna Medical Center.
 
 
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Revisione medica a cura di: Dott. Lauro Di Meo

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