Chirurgia urologica ricostruttiva: conservare le funzioni fisiologiche con approcci sempre meno invasivi

Chirurgia urologica ricostruttiva: conservare le funzioni fisiologiche  con approcci sempre meno invasivi
Oltre 36.000 nuovi casi di tumore alla prostata e 25.000 nuovi casi di tumore alla vescica stimati ogni anno (Dati AIOM e Airtum 2020): queste sono le previsioni di diffusione di alcuni dei più frequenti tumori dell’ambito urologico maschile e femminile. Una casistica ampia che rende sempre più rilevanti gli interventi di chirurgia urologica portando allo sviluppo di tecniche non invasive con l’obiettivo primario di conservazione delle funzioni fisiologiche del paziente.

Alla Clinica Santa Caterina da Siena, il prof. Giovanni Muto, apprezzato a livello internazionale per l’invenzione di tecniche chirurgiche specifiche per i tumori della vescica e con una esperienza di oltre 25mila interventi urologici, guida il team della nuova Unità Operativa di Chirurgia Urologica. 

L'innovazione con la tecnica Turin Pouch per la ricostruzione della vescica

«Agire chirurgicamente sul tumore alla prostata o alla vescica, andando a compromettere le funzioni urinarie e di erezione, ha spesso implicazioni psicologiche difficili da affrontare per il paziente - spiega il professore che è anche direttore del dipartimento di chirurgia polispecialistica di Maria Pia Hospital. - La medicina da sempre ha cercato soluzioni: in passato, dopo l’asportazione della vescica, gli ureteri venivano portati all’esterno utilizzando le cosiddette borse urostomiche (sacchetti esterni fissati alla parete addominale del paziente che raccolgono le urine), poi ridotte ad una borsa unica. Successivamente, si è diffusa la sostituzione della vescica con l’impiego di parte dell’intestino, restituendo così al paziente la possibilità di urinare attraverso l’uretra.

Non tutti i pazienti però sono candidabili alla sostituzione della vescica, per questo ho messo a punto un nuovo tipo di ricostruzione vescicale denominato “Turin Pouch” che utilizza un tratto di colon per creare una sacca con la funzione di vescica che permette di posizionare l’uretra nell’ombelico. I vantaggi per il paziente sono una ottima continenza e la possibilità di eliminare le borse urostomiche.
La Turin Pouch può essere applicata anche su pazienti già operati, portatori di borsa urostomica che desiderano recuperare la continenza. Continua il prof. Muto: « La chirurgia ricostruttiva ha oggi una grande percentuale di successo ed è un bene dato che, su tematiche tanto delicate come la conservazione delle funzioni fisiologiche, gioca un ruolo fondamentale».

Ricostruire la vescia e mantenere le funzioni sessuali

Anche per la conservazione delle funzioni sessuali sono state messe a punto tecniche in grado di evitare il coinvolgimento di vasi e nervi deputati all’erezione. La chirurgia funzionale ha come scopo primario questa conservazione: «Pensiamo all’adenoma prostatico, uno dei tumori benigni di maggior diffusione dopo i 65 anni: quando le terapie mediche non sono sufficienti si deve intervenire chirurgicamente, ma preservare le funzioni organiche è fondamentale: non dobbiamo dimenticare il ruolo anche psicologico che svolge l’eiaculazione in un uomo, indipendentemente dal valore riproduttivo». Per questo, alla Clinica Santa Caterina da Siena si utilizzano tecniche mininvasive chirurgia laser che, risparmiando alcuni punti delle zone prostatiche, permettono di mantenere in buona percentuale la funzione eiaculatoria. Ed è questa la direzione verso cui sta progredendo la medicina, anno dopo anno.
Revisione medica a cura di: Prof. Giovanni Muto

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