Cistite: perché è più frequente in estate

Cistite: perché è più frequente in estate

Come prevenire questa infiammazione della vescica, che si presenta con maggior frequenza con l’arrivo del caldo, specialmente per via della potenziale disidratazione.

Non è una “leggenda metropolitana”: è vero che durante l’estate la cistite si presenta più frequentemente. Le ragioni sono diverse e, in parte, si possono prevenire. Come fare lo abbiamo chiesto al dott. Andrea Callea, specialista dell’U.O. di Urologia di Villa Lucia Hospital, a Conversano, e di Ospedale Santa Maria, Bari.

Cistite: i sintomi

La cistite è un’infiammazione della vescica che si manifesta con vari sintomi urinari. I principali sono:
• bisogno di urinare spesso;
• bruciore o dolore durante la minzione;
• necessità di urinare di notte;
• urine ematiche.
Questa patologia ha prevalentemente cause infettive, derivanti da batteri intestinali come l’Escherichia coli (presente nell’85% dei casi). Può, però, essere dovuta anche ad altri agenti patogeni, virus o più raramente protozoi, parassiti, e a cause non infettive, ma solo in casi particolari, che non hanno attinenza con la cistite semplice.

Cistite in estate: perché è così frequente

È vero che in estate la cistite si presenta più frequentemente, e le cause sono diverse.
Prima tra tutte c’è la rilevante potenziale disidratazione dei periodi con temperature elevate. Con il caldo la sudorazione aumenta e si perde più acqua, che è così meno disponibile per produrre urine nei reni. L’urina, in questo modo, finisce con l’essere più concentrata, come la presenza di batteri nelle urine stesse, che risalendo attraverso l’uretra possono infiammare la vescica.
Tra i motivi anche la maggiore attività sessuale (per ragioni in parte legate al tempo libero, in parte al clima). Cui si aggiunge la possibilità che la sudorazione e il calore a livello perineale portino a una proliferazione di batteri sulla superficie nella zona vulvare e vaginale, legata al caldo umido, soprattutto se in presenza di abbigliamento aderente e con tessuti sintetici. Condizione che rende più facile l’ascesa dei batteri in uretra e in vescica nella donna.
Nell’uomo che riferisce i sintomi della cistite, invece, ci si trova per lo più a diagnosticare una prostatite, un’infiammazione della ghiandola prostatica che coinvolge anche la vescica. In questo caso, la strategia di trattamento è molto differente. Le prostatiti sono per la maggior parte croniche e, più che essere trattate con antibiotici che finirebbero con aumentare la resistenza dei batteri, si trattano con antiflogistici, con integratori a base di serenoa, con antinfiammatori di estrazioni vegetali come la bromelina, che consentono di alleviare i sintomi e non determinano un’ulteriore resistenza batterica.

Trattamento e prevenzione

Dopo la diagnosi, effettuata con urinocoltura con antibiogramma, nella donna si procede con il trattamento antibiotico, che permette di eradicare la cistite.
Molto importanti altri presidi che servono a coadiuvare il trattamento e a migliorare le difese naturali della vescica, anche in ottica preventiva. Tra questi integratori a base di D-mannosio, zucchero non metabolizzato dall’organismo che determina una minore adesività dei batteri alla mucosa vaginale e previene l’insorgenza di cistiti batteriche; fermenti lattici e probiotici, che consentono di migliorare la qualità dei batteri presenti nell’intestino e, di conseguenza, sul perineo anteriore, nell’area vulvovaginale da cui possono risalire in vagina per determinare una eventuale cistite.

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Revisione medica a cura di: Dott. Andrea Callea

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