Le coppie che ricorrono alla PMA, alla
Procreazione Medicalmente Assistita, sono in aumento nel nostro paese - secondo la Relazione al Parlamento sulla PMA 2019, dal 2016 al 2017 sono di più le coppie trattate (da 77.522 a 78.366), i cicli effettuati (da 97.656 a 97.888) e i bambini nati (da 13.582 a 13.973).
Per capire quando è il momento di rivolgersi a uno specialista, abbiamo chiesto al
Dottor Pasquale Totaro, responsabile della PMA dell’
Ospedale Santa Maria di Bari, quali siano i
tempi e i possibili percorsi per diventare genitori grazie a queste tecniche.
L’Ospedale Santa Maria, punto di riferimento per diagnosi, terapia e ricerca sull’infertilità maschile e femminile, vanta una lunga esperienza in questo campo. Nel 2021 saranno, infatti,
30 gli anni di attività del suo Centro PMA, con oltre 10.000 prelievi ovocitari, 2.500 gravidanze e altrettanti bambini nati dal 1991 a oggi.
Quando è bene rivolgersi a uno specialista
Per quanto riguarda il sospetto di infertilità o della presenza di patologie o problematiche da trattare, valgono per tutti quelle che sono le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):
dopo un anno di rapporti liberi e non protetti nella coppia, se non dovesse accadere niente, è opportuno consultare uno specialista.
Se la donna supera i 35 anni, però, il consiglio è di rivolgersi al medico dopo i primi 6 mesi di “tentativi” di concepimento. Il limite si abbassa a sei mesi anche in presenza di alcuni fattori di rischio da valutare singolarmente, come
endometriosi, precedenti interventi sull’apparato riproduttivo, infezioni a utero o ovaie.
Quale è l’età media delle donne che ricorrono alla PMA
L’età media delle donne che ricorrono alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita è
tra i 35 e i 39 anni, ed è considerata elevata. Questo perché, purtroppo, con il passare del tempo diminuiscono sia la fertilità che la percentuale di successo della fecondazione. Per fare un esempio pratico, una paziente tra i 40 e 42 anni ha una possibilità del 10-15% di riuscita della PMA, che decade drasticamente con il raggiungimento del 43° anno di età.
Questa età media elevata dipende, al giorno d’oggi, da diversi fattori - dalla scelta del partner giusto alla precarietà del lavoro -, che non trasmettono stabilità e spingono a rimandare sempre la possibilità di una gravidanza.
Il Social Freezing
La
Crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale, detta anche Social Freezing, è una delle possibili opzioni del Centro PMA per le donne dopo i 35 anni proprio nel caso in cui, per svariati motivi e condizioni, come l’assenza di un partner stabile, si decida di posticipare una gravidanza.
L’opportunità di congelare gli ovociti, infatti, consente il loro utilizzo in futuro. Se anche si decidesse di affrontare un ciclo di PMA o una gravidanza in età successiva, per esempio, gli ovociti sarebbero comunque più giovani e con maggiori probabilità di successo.
PMA: percorsi e tecniche
Cosa fare se una gravidanza desiderata tarda ad arrivare? Rivolgersi a un Centro specializzato in PMA come quello dell’Ospedale Santa Maria consente una diagnosi tempestiva di eventuali patologie e di intervenire sull’infertilità con trattamenti mirati, sia farmacologici sia chirurgici, e, dove ciò non fosse possibile, di intraprendere il percorso della PMA con la consulenza di un’équipe di specialisti.
I reparti di Ginecologia, Urologia e Andrologia e i servizi del Laboratorio di analisi e della Diagnostica per immagini permettono una
panoramica a 360° della valutazione maschile e femminile, oltre che tutte le opzioni terapeutiche e le tecniche attualmente disponibili. Tra le attenzioni anche la
consulenza psicologica, attiva per tutte le coppie che affrontano questo percorso.
Nel dettaglio, i programmi di PMA dell’Ospedale Santa Maria dispongono dei più innovativi protocolli internazionali:
- Fecondazione in vitro (FIV);
- Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI);
- Preservazione di fertilità sia maschile che femminile;
- Coltura embrionale anche fino allo stadio di blastocisti;
- Vitrificazione degli ovociti;
- Vitrificazione degli embrioni;
- Cicli di scongelamento degli ovociti;
- Cicli di scongelamento degli embrioni;
- Congelamento dello sperma sia dall’eiaculato che dalla biopsia testicolare;
- Fecondazione eterologa.
PMA e Covid-19
In molti si domandano se sia sicuro, con la pandemia da Covid-19 ancora in atto, procedere con la Procreazione Medicalmente Assistita. Attualmente
non ci sono controindicazioni nell’iniziare un ciclo di PMA. Presso il Centro dell’Ospedale Santa Maria, oltre alle disposizioni di legge e della direzione sanitaria, vengono seguite le indicazioni della SIRU, Società Italiana della Riproduzione Umana, che prevedono il triage telefonico e un tampone 24 ore prima del ricovero, per la sicurezza delle pazienti, degli operatori e del personale medico.