Ritardi di linguaggio e disturbi specifici del linguaggio (DSL): come distinguerli

bambina con problemi nel linguaggio
Ritardi di linguaggio e disturbi specifici del linguaggio (DSL) non sono espressioni sinonimiche. 
Infatti, come spiega la  dott.ssa Lucia Comandini, logopedista presso il Primus Forlì Medical Center: “i Disturbi Specifici di Linguaggio (DSL) rappresentano un ritardo o disordine in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico dei bambini, in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi e difficoltà socio-ambientali.” 
Invece, “I bambini con ritardo di linguaggio, o late talkers, acquisiscono le tappe di linguaggio corrette ma più tardivamente rispetto alla norma”.
 

Un ritardo nel linguaggio è sempre spia di un DSL?

No. In alcuni casi, i Late Talkers possono gradualmente recuperare il linguaggio con un trattamento logopedico o senza necessità di interventi specifici. In altri, invece, possono permanere fragilità e rivelare un Disturbo Specifico del Linguaggio, che però è diagnosticabile in modo sicuro nei bambini a partire dai 3 anni di età circa.

Quali sono le cause dei Disturbi Specifici di Linguaggio?

Ad oggi non sono state identificate cause univoche per i DSL. Spesso sono causati da fattori ambientali e genetici che interagiscono tra loro.
 

In che modo può intervenire il logopedista?

Il logopedista può intervenire in modo diretto: dopo una prima raccolta anamnestica con i genitori e la somministrazione di questionari, può osservare e valutare la comunicazione e, in particolare, il linguaggio del bambino. Questa valutazione si effettua tramite l’analisi del linguaggio spontaneo e, eventualmente, test più specifici. 
Il professionista collabora con un Neuropsichiatra Infantile che approfondirà altri aspetti e emetterà eventualmente la diagnosi. 

Inizia a quel punto un trattamento logopedico mirato a raggiungere la corretta produzione del linguaggio e recuperare i pattern scorretti, con attività strutturate specifiche. Si utilizza sempre lo strumento del gioco, per coinvolgere e motivare il bambino. Il fine ultimo è quello di raggiungere la produzione corretta ed autonoma del linguaggio da parte del bambino, generalizzata nei vari contesti di vita.
 

Quando è meglio rivolgersi al logopedista?

Può essere necessario contattare un logopedista quando si nota che il proprio bambino non segue i parametri fisiologici per età dello sviluppo del linguaggio. Infatti è importante rivolgersi tempestivamente ad uno professionista soprattutto se si rilevano anche difficoltà di comunicazione, comprensione o comportamenti di frustrazione legati alla incapacità di utilizzo del linguaggio o del farsi comprendere. 
 

Esistono dei campanelli d’allarme riconoscibili nelle varie fasi di sviluppo del bambino?

Sì, ecco qualche campanello d’allarme a cui prestare attenzione:
  • Nei primi mesi di vita, il bambino non reagisce a rumori o suoni, non produce vocalizzi e non mantiene un contatto oculare;
  • Dai 6 ai 9 mesi non è presente lallazione (del tipo mamama oppure tatata ecc)
  • Dai 12 ai 16 mesi non produce le prime parole, non comprende piccole frasi o vocaboli, non utilizza gesti per comunicare (ad esempio indicare con il dito)
  • A 18 mesi produce meno di 20 parole;
  • A 24 mesi produce meno di 50 parole e non riesce a combinarne 2 insieme per formare una frase ridotta;
  • A 30 mesi non produce frasi, neanche semplificate.
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Revisione medica a cura di: Dott.ssa Lucia Comandini

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