Clinica Privata Villalba / 10 novembre 2015

Dormire poco e male nuoce al nostro cuore e a tutto l’organismo: la Sleep Clinic aiuta a ritrovare il benessere perduto

Dormire poco e male nuoce al nostro cuore e a tutto l’organismo: la Sleep Clinic aiuta a ritrovare il benessere perduto
Dormire poco e male nuoce alla vita professionale e di relazione. Il sonno è fondamentale per il nostro benessere psicofisico. Accusare sonnolenza durante il giorno, può essere il primo campanello d’allarme per una delle malattie del sonno conosciute, che sono moltissime e possono rappresentare un pericolo per il nostro stato di salute generale.

La Sleep Clinic di Villalba, clinica privata bolognese di GVM Care & Research, è stata creata insieme ad un gruppo di specialisti esperti nella diagnosi e nella terapia dei disturbi legati al sonno. E’ dotata di un reparto dedicato a valutare e trattare numerosi disturbi. Coordinatrice del Centro è la Dottoressa Francesca Milano, specialista in Odontoiatria, Ortodonzia ed esperta in Odontoiatria del sonno.

Dottoressa Milano, quali sono le patologie respiratorie legate al sonno che si riscontrano più frequentemente nella popolazione maschile e femminile? 

“Sono il russamento e la Sindrome delle Apnee Ostruttive (OSAS).  Il russamento è il rumore tipico dovuto alla vibrazione dei tessuti molli presenti nella gola, mentre l’OSAS è una Sindrome in cui al russamento si associano vere e proprie pause complete o parziali del respiro (apnee e ipopnee). Sulla base dei dati disponibili si stima che soffra di OSAS circa il 4 per cento della popolazione maschile e il 2 per cento di quella femminile, in una fascia d’età compresa tra i 30 ed i 60 anni: potrebbero esserne affetti 1 milione 800 mila italiani. L’incidenza tende ad aumentare con l’età e colpisce soprattutto gli uomini sopra i 45 anni e le donne dopo la menopausa: prima della menopausa, le donne beneficiano di una protezione di tipo ormonale e tendono ad accumulare il grasso in modo differente dagli uomini. La presenza e la distribuzione del grasso sono un fattore di rischio importante: gli obesi hanno una possibilità più elevata di soffrire di apnee ostruttive, così come chi presenta una conformazione cranio-facciale o un’anatomia dei tessuti molli sfavorevoli. Esistono poi fattori aggravanti, quali il consumo di alcool, soprattutto nelle ore serali, e il fumo”. 

 Come si diagnostica l’OSAS?

“L’OSAS è una patologia respiratoria la cui diagnosi e cura richiedono la collaborazione di più specialisti ed un approccio multidisciplinare. La diagnosi certa di Sindrome delle Apnee Ostruttive è strumentale e si ha quando il soggetto presenta almeno 5 apnee (cessazioni complete del flusso aereo) o ipopnee (cessazioni parziali del flusso aereo) per ogni ora di sonno, associate a sintomi come il russamento o la sonnolenza diurna o patologie che spesso si correlano all’OSAS (tra cui l’ipertensione arteriosa). Se un paziente presenta più di 15 apnee o ipopnee per ora di sonno è sempre considerato affetto da OSAS, anche in assenza di sintomi. Lo strumento utilizzato per contare apnee e ipopnee è la polisonnografia: un’indagine notturna non invasiva e indolore. Il numero delle apnee durante un’ora di sonno definisce la gravità della malattia”.

Come si manifesta nel paziente?

“La patologia si manifesta più frequentemente con russamento disturbante e sonnolenza diurna. Chi dorme con il paziente può riferire di aver notato le pause della respirazione”. 

Perché è importante intercettare e riconoscere per tempo la Sindrome delle Apnee Ostruttive? 

“Gli effetti delle apnee sull’ossigenazione del sangue si possono ripercuotere sulla salute del sistema cardiovascolare; nelle persone che presentano un’OSAS grave (più di 30 apnee e ipopnee per ora di sonno) si può verificare un aumento della mortalità e l’aumento del rischio di sviluppare altre patologie. Il paziente va intercettato il prima possibile per ridurre il pericolo d’infarto, ictus cerebrale, ipertensione arteriosa: quest’ultima nel soggetto con apnee ostruttive nel sonno può essere più difficilmente controllabile dai farmaci. Le apnee ostruttive hanno altresì una correlazione con l’alterata tolleranza al glucosio (aumentato rischio di sviluppare il diabete). Inoltre, ogni volta che si va in apnea e il flusso d’aria s’interrompe, il cervello agisce da meccanismo salvavita alleggerendo il sonno. Questi microrisvegli, che il paziente non ricorda, influiscono negativamente sulla sua qualità, divenendo i potenziali responsabili di un’eccessiva sonnolenza o propensione ad addormentarsi nelle ore del giorno e di una riduzione della capacità di concentrarsi. Aspetto che assume risvolti importanti nei guidatori professionisti; il pericolo d’incidenti stradali nel soggetto OSAS cresce di 6-7 volte rispetto ad un soggetto non malato.” 

Qual è la terapia per la cura della Sindrome?

“La terapia d’elezione, specie per i pazienti con più di 30 apnee ogni ora di sonno, è rappresentata dai ventilatori CPAP: dispositivi che pompano aria a pressione positiva direttamente nelle vie aeree, tramite un  compressore collegato ad una maschera che si appoggia sul viso. Spetta allo pneumologo valutare il ventilatore più adatto al singolo individuo e la scelta della pressione efficace a risolvere il disturbo. Nei casi di OSAS di grado lieve o moderato (da 5 a 30 apnee per ora di sonno) o nei pazienti gravi che non accettano la maschera CPAP, possiamo intervenire utilizzando speciali apparecchi odontoiatrici, realizzati in due parti distinte, collegate da un meccanismo che cambia la posizione della mandibola. Prescritti e progettati dall’odontoiatra esperto in disturbi respiratori nel sonno, i MAD (Mandibular Advancing Devices) hanno lo scopo di avanzare la mandibola, modificando la posizione della lingua, dell’osso ioide e stabilizzando l’epiglottide. In questo modo contribuiscono ad ampliare lo spazio (diametro) delle prime vie aeree. Nei pazienti con precise indicazioni al trattamento chirurgico, l’otorinolaringoiatria o il chirurgo maxillo-facciale possono ridurre o abbattere, in maniera definitiva, il numero delle apnee liberandoli da una terapia a vita come quella con la CPAP o il MAD. La chirurgia otorinolaringoiatrica è volta a migliorare la respirazione nasale e modificare la forma e la stabilità delle vie aeree superiori: dà ottimi risultati e può aumentare l’efficacia di altre soluzioni terapeutiche (vedi CPAP o MAD) o renderle più tollerabili. Ciò che conta veramente è che l’équipe che ha in cura il paziente elabori terapie mirate e personalizzate sul singolo - rispettandone le preferenze - e che a tutti i venga sempre suggerito come evitare le abitudini non corrette, come il consumo di alcool o di farmaci per dormire ed il fumo di sigaretta, di dimagrire se in sovrappeso e di abbandonare la posizione supina nel sonno, se questa favorisce la genesi delle apnee”. 

E’ stato sottolineato come l’obesità, il fumo, l’alcool siano fattori che possono predisporre alla malattia. Dunque se un paziente dimagrisce, elimina il fumo e l’alcool smette di andare in apnea?

“Il trattamento dell’obesità può portare a risultati significativi, specie se la perdita di peso è piuttosto consistente. Per l’obeso intraprendere una dieta dimagrante rappresenta una chance di “guarire” e liberarsi dalle terapie. Correggere abitudini errate - fumo di sigaretta, alcool o farmaci che rilassano la muscolatura - nelle ore precedenti l’addormentamento è d’aiuto a tutti i pazienti”. 

Parliamo ora di ipersonnie e altre patologie del sonno.

“Oltre ai disturbi respiratori del sonno esistono altre categorie di malattie e la loro diagnosi e cura sono di pertinenza del medico del sonno. Mi riferisco all’insonnia (il soggetto ha difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno o si sveglia troppo presto al mattino); alle ipersonnie (patologie che provocano un incremento della sonnolenza e della tendenza all’addormentamento durante il giorno); alle parasonnie (manifestazioni indesiderate e disturbanti, causa di traumi per il paziente e il compagno di letto; ai  disturbi del ritmo circadiano (alterazioni del ritmo sonno-veglia) e del movimento (movimenti involontari e ripetitivi durante il sonno)”. 

Un’ultima curiosità: esiste un numero di ore scientificamente accreditate come indispensabili all’uomo per vivere bene?

“In media si dice siano 8 ore: in realtà è assolutamente individuale. Esistono brevi dormitori, che si sentono riposati dopo poche ore di sonno e lunghi dormitori ai quali 8 ore non bastano. Ogni persona ha la sua giusta quantità di sonno. I vantaggi per il nostro organismo di dormire a sufficienza e fare un sonno di qualità adeguata, sono moltissimi: curando le malattie del sonno è possibile ritrovare il benessere fisico e mentale, nonché migliorare le proprie performance complessive”.

 

>>  leggi anche il pieghevole dedicato alla Sleep Clinic




 

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