L’ecocardiogramma transesofageo è un
esame ecografico di secondo livello che permette lo
studio morfologico e funzionale delle camere cardiache e delle valvole tramite l’introduzione di una sonda a ultrasuoni nell’esofago del paziente.
Sfruttando gli stretti rapporti anatomici tra esofago e cuore, infatti, tale metodica consente una visualizzazione dettagliata, utile sia in fase diagnostica che di approfondimento chirurgico pre-operatorio.
Abbiamo chiesto al
dottor Corrado Fiore, responsabile del Laboratorio di Ecocardiografia di
Città di Lecce Hospital, come funziona il test, quando viene prescritto, se presenta controindicazioni e se è necessaria una preparazione prima di svolgere l’esame.
Ecocardiogramma transesofageo: quando farlo
L’ecocardiogramma transesofageo è uno strumento utile allo specialista cardiologo clinico, emodinamista e cardiochirurgo per avere una diagnosi precisa e indirizzare il paziente all’iter terapeutico più appropriato
nei casi in cui l’ecocardiogramma transtoracico non risulti dirimente.
Questo accade generalmente:
- in pazienti broncopatici (con una finestra acustica transtoracica inadeguata);
- in presenza di protesi valvolari (che danno vita a riverberi o a immagini di scarsa qualità).
L’ecocardiogramma transesofageo è utilizzato anche nelle sale di emodinamica
negli interventi per cardiopatie strutturali (chiusura di difetti interatriali, chiusura di PFO, chiusura di auricola, Mitraclip), rappresentando una vera e propria
guida intraoperatoria durante l’intervento.
Come si svolge l’esame
L’esame consiste nell’
introduzione di una sonda a ultrasuoni nell’esofago del paziente.
I dati rilevati dalla sonda vengono elaborati da un software di ultima generazione e utilizzati per una
ricostruzione tridimensionale delle immagini del cuore, che fornisce all’ecocardiografista la stessa visuale del chirurgo in sala operatoria, una sorta di “anatomia in movimento.
Per l’esecuzione, il paziente viene sistemato sul lettino sul fianco sinistro, collegato al monitoraggio di frequenza cardiaca ed ECG. Il medico procede all’introduzione della sonda nel canale orofaringeo, operazione che può risultare fastidiosa, ma che non ostacola la funzione respiratoria. Per ridurre la sensazione di disagio vengono utilizzati uno spray orale con anestetico locale o un leggero sedativo per via endovenosa. La rilevazione delle immagini con la sonda dura pochi minuti.
Al termine della procedura, il paziente viene tenuto sotto osservazione per 30 minuti in caso di somministrazione di sedativo, ed è consigliabile sia accompagnato per non doversi rimettere subito alla guida. È opportuno non bere e non mangiare per 2-3 ore dopo il termine dell’esame.
Preparazione e controindicazioni
Le controindicazioni all’esame vengono discusse con il medico al momento dell’anamnesi, fermo restando che gli impedimenti principali sono rappresentati da alcune patologie dell’esofago. In vista dell’esame è necessario:
- la sera precedente il test optare per una cena leggera;
- digiunare a partire dalla mezzanotte precedente;
- comunicare al medico la terapia farmacologica quotidiana.