L'ecografia è uno degli esami meno invasivi della Diagnostica per immagini, in grado di studiare i primi segnali di numerose patologie. Assieme al
Dott. Attilio Salomone, specialista in
Diagnostica per immagini di Clinica Santa Caterina da Siena di Torino, scopriamo le potenzialità di questo esame.
Cos’è l’esame ecografico e perché riveste un ruolo tanto importante nella diagnosi di numerose malattie?
“
L’ecografia - spiega il Dottor Attilio Salomone - è una metodica
diagnostica non invasiva che sfrutta gli ultrasuoni emessi da particolari sonde appoggiate sulla cute del paziente. È a tutti gli effetti un’indagine di tipo clinico: sebbene più approfondita e il cui obiettivo è lo studio dei segni delle patologie (una semeiotica delle malattie, per capirci). Da ritenere esame di primo livello nella stragrande maggioranza delle affezioni consente, infatti, di visualizzare gli organi permettendo al medico d’indirizzare gli eventuali, successivi passi diagnostici così da finalizzare il miglior percorso terapeutico. Più è corretto l’interrogativo proposto e più l’ecografia è in grado di rispondere e dissipare dubbi”.
L’ecografia è efficace anche nella prevenzione?
“La sua valenza è ampiamente riconosciuta in termini di prevenzione. Mi riferisco, ad esempio, alle malattie della tiroide, del sistema linfatico, del fegato, dei reni, del pancreas e di tutte le forme tumorali degli organi contenuti nell’addome (comprese vescica e prostata). Spesso consente di produrre diagnosi ancora prima che la patologia dia ‘segno’ di sé e il paziente ne accusi i sintomi (oppure ‘rivela’ cose di cui eravamo all’oscuro). L’auspicio personale è che si arrivi presto, come accade già in altri Paesi, a fare dell’ecografia il primo approccio diagnostico a maggior diffusione in assoluto in rapporto alle singole specialità mediche. In tal senso, penso si possa definire l’ecografia al pari dell’anello di congiunzione, un tempo mancante, tra la diagnostica per immagini - di cui rappresenta una vera e propria conquista rivoluzionaria - e la clinica medica nel senso antico del termine”.
L’ecografia è di supporto alla chirurgia?
“Assolutamente sì. L’ecografia traccia un binario lungo il quale il chirurgo si muove e da cui riparte per caratterizzare ulteriormente, laddove necessario, il ‘problema’ (la malattia) mediante altri esami strumentali (con o senza mezzo di contrasto):
TC,
Risonanza Magnetica o Pet”.
Ecografia senologica, quando?
“In ambito senologico il gold standard (l’esame di riferimento) è dato alla Mammografia. I Centri più avanzati e all’avanguardia eseguono sia la Mammografia sia l’Ecografia senologica in quanto metodiche complementari tra loro. A sostegno di questa affermazione non possiamo dimenticare come vi siano alcune condizioni che possono essere indagate ‘quasi meglio’ dall’ecografia rispetto alla Mammografia e come, viceversa, vi siano situazioni in cui l’ecografia non riesca a ‘vedere’ le tracce di una possibile lesione neoplastica”.
E in campo osteoarticolare?
“Quest’ultimo è un campo d’azione molto specialistico. In proposito si stanno sempre più affermando ecografisti dedicati al contesto osteoarticolare in ragione della sua estrema specificità. L’ideale sarebbe che a condurre l’indagine strumentale, valutati i quesiti, fossero gli stessi ortopedici in maniera da replicare quanto già avviene in altre discipline: vedi la
Cardiologia,
l'Endocrinologia,
l'Urologia, la Nefrologia. Anche a livello osteoarticolare - e dunque nello studio delle affezioni corrispondenti - l’ecografia rappresenta l’esame di primo livello che può suggerire ulteriori accertamenti radiologici o no”.