Quando si pronuncia la parola “cardiochirurgo” la prima reazione più comune nei pazienti è il timore:
subito viene in mente la necessità di sottoporsi a un’operazione, evenienza non rassicurante soprattutto se dovuta alla presenza di patologie cardiovascolari. Ma
affidarsi a un cardiochirurgo è molto più di un apparente obbligo: è il traguardo positivo di un approccio che unisce competenze ed esperienza, ed è parte di un viaggio che tiene conto dell’intera storia clinica e personale del paziente stesso, nel rispetto delle sue esigenze. Ne abbiamo parlato con il
Dott. Marco Panzavolta, Cardiochirurgo presso Primus Forlì Medical Center e Maria Cecilia Hospital.
Che cosa può fare esattamente un cardiochirurgo e quali sono le competenze che lo distinguono?
Il cardiochirurgo si occupa di tutte quelle patologie che interessano non solo il cuore, ma anche i grandi vasi sanguigni a stretto contatto con esso. Non esegue quindi solo quegli interventi a cui è tradizionalmente associato, come trapianti di cuore, interventi sulle coronarie, riparazioni o sostituzioni valvolari, ma anche procedure legate all'aorta e alle arterie che portano sangue al cervello, ovvero i tronchi sovraortici: nella stragrande maggioranza dei casi, questi richiedono infatti l'utilizzo della macchina cuore-polmoni per la circolazione extracorporea, uno strumento unico e indispensabile per questo tipo di patologia, che è esclusivo degli interventi di cardiochirurgia. Vi sono infatti circostanze in cui per eseguire l’intervento può rendersi necessario fermare momentaneamente l’attività cardiaca, mantenendo però in azione la circolazione sanguigna: qui entra in gioco la macchina, che è costituita da una pompa per sostituire il cuore
e da un ossigenatore che funge da polmone.
Quando è necessario rivolgersi a un cardiochirurgo? A quali patologie può rispondere il suo intervento, non soltanto relative al cuore?
Rivolgersi a un cardiochirurgo è la tappa finale di un percorso che inizia in un ambulatorio cardiologico.
Parlando coi pazienti, ci si rende conto che questi pensano che un cardiochirurgo abbia un unica risposta alla domanda che cosa c'è da fare? cioè bisogna operare!. Ma il risultato di una visita con il cardiochirurgo non si limita affatto a questo. Ogni chirurgo valuta in base a specifici parametri se un paziente sia da sottoporre intervento o meno, e questi parametri non sono volatili, ma decisi in base a precise linee guida. Queste hanno come primo obiettivo la tutela del paziente stesso, per non ricorrere a procedure non necessarie che potrebbero influire negativamente sulla qualità di vita. Infine, il cardiochirurgo basa le proprie considerazioni su quella che è una vasta conoscenza delle diverse patologie cardiache e degli esami strumentali che sono utili a meglio definirle. Da qui è possibile partire per giungere alla scelta terapeutica: può essere chirurgica, percutanea (che prevede correzioni in diretta attraverso piccolissime incisioni e quindi richiede tempi di recupero molto minori), come anche mista.
Il vero obiettivo è sempre quello di assicurare al paziente le maggiori possibilità di cura, con il minor disagio possibile.
Sono state introdotte recentemente tecniche o strumentazioni innovative in questo ambito?
La chirurgia ha da tempo fatto passi in avanti sia nell'approccio mininvasivo che in quello conservativo.
Eseguire riparazioni valvolari, senza traumi sternali (quindi passando attraverso le coste), o sostituire le stesse con protesi biologiche a rapido rilascio permettono un trattamento più fisiologico nel primo caso, o più veloce, riducendo quindi i tempi di anestesia e circolazione extracorporea. Solo alcuni interventi combinati, durante i quali è necessario correggere più patologie, richiedono ancora l'accesso più tradizionale della cardiochirurgia, cioè quello sternotomico. In questo caso, si deve effettuare l’incisione sullo sterno per avere la visuale più completa possibile di cuore e vasi sanguigni.
Che tipo di percorso può intraprendere un paziente presso il Primus Forlì Medical Center?
L'offerta polispecialistica del Primus Forlì Medical Center permettere di inquadrare a tutto tondo il
paziente, perché ogni persona è diversa da tutte le altre e così la sua storia clinica. Non c'è mai solo il cuore nei pensieri di un cardiochirurgo, che deve avere una visione molto più ampia e sfaccettata: l'aspettativa di vita sempre più lunga dei pazienti spesso porta con sé anche altre patologie che, anche se non influiscono nel gesto chirurgico, possono però portare a un allungamento dei tempi di degenza in ospedale, con tutto quello che ne consegue. Poter analizzare, anche attraverso esami poco invasivi, tutti questi aspetti
permette di ridurre al minimo le complicanze postoperatorie. Per questo, avere a disposizione tutte le
risorse di un team multidisciplinare di specialisti e di una strumentazione avanzata fa davvero la differenza:
tutto è pensato per essere a vantaggio esclusivo del paziente.
Per maggiori informazioni o prenotare una visita puoi rivolgerti a:
Primus Forlì Medical Center > 0543 804311