Ci sono disturbi che, pur essendo comuni e facilmente risolvibili, vengono definite “silenziose” perché in genere se ne parla poco anche con il proprio medico, spesso per vergogna o pudore. Una di queste è
l’incontinenza urinaria femminile che, secondo la
Società Italiana di Urologia riguarda, solo in Italia, 2 milioni di donne
1. Un dato che potrebbe però essere di gran lunga sottostimato, data la ritrosia a parlare di questo disturbo.
“Per
incontinenza – spiega il
dott. Giulio Gandolfi Colleoni, specialista in
Ginecologia e Ostetricia presso
Clinica Privata Villalba di Bologna – si intende la perdita involontaria di urina dall’uretra in seguito a deterioramento del pavimento pelvico e delle strutture che ne fanno parte. Sebbene possa sembrare un disturbo tipico della terza età questo tipo di disturbo può riguardare le donne di qualsiasi età, condizione sociale e lavoro.
L’incontinenza femminile rientra fra i disturbi causati da una disfunzione del pavimento pelvico. Questa zona anatomica, a forma romboidale, si trova fra le branche ischio-pubiche, il coccige e le tuberosità ischiatiche. Detto in modo più semplice, è la parte che poggia sul sellino quando si va in bicicletta. Il pavimento pelvico è composto da ossa e tessuto sia connettivo che muscolare che fungono da telaio per gli organi pelvici, quali vagina, vescica e utero. Fa parte del tessuto muscolare anche il legamento pubo-uretrale, situato orizzontalmente sotto l’uretra, che ha la funzione di supportare e stabilizzare quest’ultima".
“Sostanzialmente, l’incontinenza urinaria si divide in due tipi principali:
l’incontinenza da sforzo, detta anche “stress incontinence”, e
l’incontinenza da urgenza.
L’incontinenza da sforzo non è che la perdita di urina che si verifica nel corso di uno sforzo. A causare questa perdita anomala non sono solo gli sforzi fisici di una certa entità, come il sollevamento di un peso o una corsa, basta infatti uno sforzo minimo e banale, come uno starnuto o un colpo di tosse per provocare una fuoriuscita. Questa è dovuta all'indebolimento o rottura del legamento pubo-uretrale: quando funziona correttamente arresta il movimento di discesa a rotazione verso il basso dell’uretra, che si manifesta sotto sforzo, se invece il legamento va incontro a disfunzione, causa la fuoriuscita dell’urina anche quando la vescica non è piena. Ciò spiega perché questo tipo di
incontinenza è detto “da sforzo”. Il danneggiamento al legamento, in genere, è secondario a un trauma da parto: si manifesta nelle donne in seguito a una o più gravidanze ed è peggiorato dall’invecchiamento dei tessuti che, con il parto, tendono a subire un maggiore logoramento”.
“Il secondo tipo di incontinenza urinaria – prosegue il dottor Gandolfi Colleoni – è definito “
da urgenza”: la sua caratteristica è quella di manifestarsi con una urgenza tale di urinare, da non consentire di raggiungere in tempo il bagno. La causa di questo tipo di incontinenza è diversa da quella da sforzo, e risiede principalmente nella parete e in una anomalia della innervazione della vescica, che emette un segnale errato di svuotamento. L’incontinenza da urgenza riguarda soprattutto le donne anziane”.
“Oggi fortunatamente ci sono test ed
esami diagnostici che permettono di accertare il tipo di incontinenza urinaria di cui la donna soffre. La differenziazione tra i due tipi principali avviene con
indagini urodinamiche, che mirano a valutare la funzionalità delle basse vie urinarie. L’esame più semplice ed effettuabile direttamente in corso di visita ginecologica, per diagnosticare l’incontinenza da sforzo, è detto test di Bonney: consiste nell'invitare la paziente a tossire a vescica piena. La fuoriuscita di un getto di urina testimonia il difetto del legamento pubo-uretrale che impedisce la chiusura corretta del rubinetto”.
“Solo l’incontinenza da sforzo, però, è trattabile con
intervento chirurgico, mentre quella da urgenza si risolve con
terapia medica. È importante quindi stabilire con chiarezza il tipo di incontinenza. L’intervento consiste nell’inserimento di una piccola protesi (sling) per riparare la funzione danneggiata del legamento pubo-ureale. Tale procedura, effettuata in anestesia generale o spinale, richiede un ricovero di qualche giorno. Si tratta tuttavia di un
intervento mininvasivo - l’incisione è di appena un centimetro sotto l’uretra - che permette alla paziente di ritornare alla propria quotidianità in breve tempo. La buona notizia è anche che tutte le donne che soffrono di incontinenza da sforzo possono sottoporsi a questo intervento, non ci sono infatti limitazioni o restrizioni. Mentre, al contrario, l'incontinenza da urgenza è di competenza specifica dell'urologo: non trae beneficio da alcun intervento chirurgico ma è risolvibile con una apposita terapia medica, che però va seguita a vita”.
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1. https://www.siu.it/wiki_contents/display/25