Tiberia Hospital / 26 marzo 2019

Le perdite vaginali in gravidanza

Data ultimo aggiornamento: 29 aprile 2022
Le perdite vaginali in gravidanza
È possibile che nel corso della gravidanza la gestante rilevi delle perdite vaginali, che possono essere benigne o sintomatiche di alcune patologie. Il dottor Alfonso Rossetti, chirurgo ginecologico di Tiberia Hospital di Roma, spiega come riconoscerle e cosa va accertato nell’ambito di una visita medica.

Le perdite da impianto dell'embrione

Normalmente, il concepimento avviene alla quindicesima giornata a partire dall’inizio del ciclo mestruale. Dopo il concepimento l’embrione comincia a camminare all’interno della tuba, per raggiungere l’utero e, intorno al ventunesimo giorno, si impianta. L’impianto dell’embrione può accompagnarsi a perdite ematiche e dolori mestruali: una sintomatologia simile a una scarsa mestruazione, e per tale può essere scambiata dalla paziente. Le perdite da impianto dell’embrione possono inoltre essere di colore leggermente più scuro e asintomatiche, per cui diventa difficile distinguerle da uno spotting premestruale. Il ginecologo, però, deve riconoscere questi indicatori e suggerire un test di gravidanza.
Se le perdite continuano, invece, bisogna prendere in considerazione l’eventualità di una minaccia d’aborto o di una gravidanza extrauterina

Le perdite vaginali bianche

In una paziente sana non in gravidanza, l’epitelio vaginale desquama formando un fluor biancastro con un odore normalmente acidulo, per via della presenza di lattobacillo di Doderlein, che trasforma il glicogeno delle cellule in acido lattico.

In gravidanza può esservi aumento, che entro certi limiti è normale. Se però vi sono tracce di muco, potrebbe essere il sintomo della perdita del tappo mucoso del collo dell’utero. In quei casi, il ginecologo deve eseguire una visita per accertarsi che non sia una perdita di liquido amniotico, che sarebbe spia di una rottura prematura delle membrane.
Inoltre, anche per pazienti non in attesa, le perdite bianche potrebbero essere segnali di infiammazioni, vaginiti o vaginosi, che richiedono l’esecuzione di un tampone vaginale per avere una corretta diagnosi e una terapia adeguata.

Durante l’ovulazione, ad esempio, le perdite mucose possono aumentare. Altri sono i sintomi, invece, che potrebbero essere spia di un’infezione: prurito, bruciore, fastidio nei rapporti intimi; mutato aspetto delle perdite; segni di irritazione vaginale.
 
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Revisione medica a cura di: Dott. Alfonso Rossetti

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